In un futuro, che ormai è presente e in alcuni casi perfino passato, ci affideremo sempre di più al digitale, questo è inevitabile
Oggi, il 92% della popolazione ha un cellulare, anzi mini-computer capaci di poter fare qualsiasi operazione in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento
Non ci è permesso accarezzare o abbracciare un nostro caro, uscire in libertà o fare semplicemente quello che ci fa sentire bene, come ad esempio una passeggiata al parco, mangiare una pizza in compagnia o andare a visitare una capitale Europea.
Nelle ultime settimane ho scaricato le più svariate App per partecipare a webinar, conference call, riunioni o semplicemente per comunicare con amici, parenti e clienti.
Facetime, Zoom, Skype, Teams, Whatsapp sono solo alcune app che hanno totalmente cambiato le nostre abitudini di comunicare. Zoom ad esempio dichiara di essere passata negli ultimi quattro mesi da 10 a 300 milioni di utenti.
In un futuro, che ormai è presente e in alcuni casi perfino passato, ci affideremo sempre di più al digitale, questo è inevitabile.
Diventerà normale condividere con un click un articolo trovato on line, confrontarsi a distanza o semplicemente guardare una posizione insieme ad un cliente che magari si trova in giro per il mondo per lavoro. Perché no? Magari utilizzando Facetime.
Pensiamo a qualche anno fa.
Ricordo quando mio padre venne a casa con il suo primo cellulare, aveva le sembianze di un ferro da stiro, sia come grandezza che come peso, una connessione scadente, sms e chiamate limitate.
Ci sembrava già il futuro.
Oggi, il 92% della popolazione ha un cellulare, anzi mini-computer capaci di poter fare qualsiasi operazione in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.
Io stesso, mentre sono in giro per clienti, con un paio di click riesco a verificare, consultare, condividere qualsiasi cosa. Velocità ed efficienza sono diventati un must per chi fa questo lavoro.
Oramai il vero bene accessorio è diventato l’ufficio che gradualmente verrà sostituito dal nostro Ipad nella valigetta, sempre pronto a connettersi in ogni dove e fare qualsiasi operazione.
Meno di vent’anni fa anche il concetto di banca on-line era una chimera. Oggi invece sono la normalità.
Noi tutti, gradualmente, abbiamo imparato ad accettare l’idea di fare un bonifico dal cellulare, pagare le bollette dal pc o banalmente “strisciare” il cellulare o l’orologio al POS del supermercato.
La piattaforma di pagamento Paypal, pur non essendo una banca, ha numeri incredibilmente importanti, tanto da essere la quarta azienda per transazioni “bancarie” negli USA affiancandosi a colossi come JP Morgan. Non credo sia un caso.
Ma allora perché facciamo così tanta fatica a fidarci completamente della tecnologia?Personalmente credo che sia solo una questione di pigrizia e cultura.
La tecnologia semplifica la vita, ma l’essere umano è abitudinario e restio al progresso per definizione.
Fermiamoci a pensare a chi fa ancora la fila per prelevare dei soldi in banca o in posta. C’è ancora molta gente che non si fida dei bancomat e preferisce passare mattinate intere ad attendere il proprio turno.
In Norvegia, giusto per fare un esempio, da qui a pochi anni scomparirà letteralmente il denaro. Indubbiamente l’età media della popolazione piuttosto giovane rispetto all’Italia, incide molto sull’utilizzo di forme di pagamento alternative ma rimango convinto che sia più una questione di cultura.
Nell’ambito lavorativo, alcune professioni dovranno necessariamente adeguarsi e sono convinto che il Consulente Finanziario 3.0 dovrà essere capace di adattarsi e sfruttare al meglio la tecnologia.
Mi rendo conto che molti ragazzi che hanno scelto di affidarsi a me, preferiscono comunicare attraverso Whatsapp, e-mail o addirittura social.
I clienti 3.0 sono veloci, dinamici, hanno poco tempo da perdere, sono in grado di verificare, controllare, studiare, cercare, documentarsi su una Sicav mentre si preparano la cena, salgono in metropolitana o addirittura mentre sono impegnati in un’altra conversazione telefonica.
E allora che senso ha, ad esempio, vedersi per modificare un Piano di Accumulo o fare un versamento aggiuntivo su una Sicav quando la tecnologia ci consente di poterlo fare con un click?
Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, il Covid-19 ha senza dubbio velocizzato ed enfatizzato la necessità di essere un po’ più smart, un po’ più tecnologici ma soprattutto un po’ più pratici ed efficienti.
Sono convinto che da quest’esperienza molte aziende rivedranno i propri processi operativi ed organizzativi. Lo Smart Working non è più qualcosa di impraticabile ma una solida realtà e con la quarantena ce ne stiamo rendendo conto.
E’ necessario, dunque, far si che la tecnologia diventi nostra alleata, accoglierla nella nostra quotidianità, sfruttarla nel miglior modo possibile, a nostro e a vostro favore, abituarci e abituare ad un utilizzo sempre più frequente ed efficace, evoluto ma consapevole, del resto, come diceva Buddha “ll cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è”.