Dimore storiche, come proteggere il museo diffuso più grande d’Italia

Le dimore storiche rappresentano un’eccezionalità per il nostro Paese: tali devono essere le soluzioni atte a proteggerle

Insieme rappresentano il museo diffuso più grande di tutta Italia, ma vengono spesso protette in modo inadeguato oppure con soluzioni poco efficaci, perché pensate per “semplici” abitazioni. Sono le 37 mila dimore storiche private del Belpaese, che rappresentano il 2 per mille dell’intero patrimonio immobiliare e il 17% di quello culturale, e sono capaci tuttavia di attrarre ogni anno 45 milioni di visitatori, solo 4 milioni in meno del circuito museale pubblico, secondo quanto rilevato dall’Associazione dimore storiche italiane (Adsi) nel 2019. Di queste, ben 8200 sono aperte al pubblico e più di 17 mila svolgono un’attività economica legata all’accoglienza, alla ristorazione, all’ospitalità o all’agroalimentare. Eppure tali custodi di storia e bellezza, proprio per le loro specificità, spesso non trovano sul mercato assicurativo soluzioni su misura. Con la conseguenza che, oggi, la maggior parte delle già poche dimore storiche assicurate lo è con polizze generiche, che non rispondono alle esigenze uniche di questi beni. 

Nasce da queste premesse la Convenzione dimore storiche a favore dei soci Adsi strutturata da Strategica Group, società operante in modo innovativo e specialistico nel settore del risk e insurance management, in collaborazione con e Argo Broker. “Si tratta di una soluzione unica sul mercato, altamente tecnica, su misura” ha spiegato Enrico Guarnerio, Chief executive officer di Strategica Group nel corso dell’evento Dimore storiche: rischi e tutele assicurative, tenutosi a Milano lo scorso 11 maggio. “Ha precise peculiarità: assicura gli enti di valore artistico, i maggiori costi di ricostruzione e restauro nel rispetto dei vincoli di legge, i danni al contenuto, agli oggetti d’arte e al patrimonio arboreo, garantendo inoltre la responsabilità civile derivante dalla proprietà e conduzione dei fabbricati e dall’organizzazione di eventi”. 

Tra le ragioni dietro a tale soluzione vi è la comprensione approfondita dei rischi cui sono esposte le dimore storiche, per cui al trasferimento assicurativo degli stessi vengono affiancate azioni di prevenzione e mitigazione. Infatti, “le peculiarità dei beni di interesse storico-artistico possono rendere catastrofico un sinistro che per altre tipologie di beni sarebbe di più semplice gestione” ha commentato Paola Radaelli, Senior risk consultant di Strategica Group. “A prescindere dalla significatività e dalla responsabilità della causa di un eventuale danno, le caratteristiche stesse di questi edifici possono rendere difficoltose le azioni di salvataggio e allungare i tempi di ripristino, e gli interventi (spesso soggetti a vincoli) sono specifici e molto costosi”. 

Oltre ai rischi relativi alle strutture e ai contenuti (property), “non sono da sottovalutare quelli di responsabilità civile (liability), così come quelli derivanti dall’interruzione d’attività” ha sottolineato Mattia Barberio, Account executive di Strategica Group. “In seguito a un danno, una dimora storica può essere costretta a interrompere l’attività per mesi, con importanti conseguenze sul fatturato. Dotarsi di una polizza di business interruption può a volte rivelarsi salvifico”. 

“La Convenzione dimore storiche è un prodotto unico sul mercato italiano” ha commentato Andrea Scotton, Director di Argo Broker. “Si sostanzia come assicurazione a ‘primo rischio assoluto’ o a valore intero con ‘stima accettata’, esattamente quanto si prevede per le opere d’arte. La polizza è stata sviluppata con meccanismi intrinseci e operativi modellati su misura delle particolarità delle dimore storiche, al di là delle garanzie assicurative standard. Queste comprendono non solo la copertura degli elementi architettonici di valore artistico, ma anche il differenziale artistico (come stucchi, affreschi, soffitti a cassettoni, arredi antichi ecc.), le norme per la determinazione del danno nel rispetto dei vincoli ricostruttivi imposti dalle soprintendenze dei beni culturali (materiali e tecniche costruttive d’epoca, maestranze qualificate ecc.) e quelle per la liquidazione del danno, reso trasparente grazie all’expertise di periti specializzati. Infine, la polizza non prevede alcun limite temporale per l’esecuzione dei lavori di ripristino dei beni assicurati”. 

La partnership si inserisce all’interno di un progetto di comunicazione bidirezionale sulla necessità di proteggere uno dei patrimoni più importanti del nostro Paese” ha concluso Giacomo di Thiene, Presidente Adsi nazionale. “Da un lato, gli assicuratori, il cui compito è di informare e formare i soci sulle soluzioni a loro disposizione e sulle attenzioni a loro dedicate. Dall’altro, i proprietari, cui spetta il diritto e il dovere di evidenziare le esigenze e le criticità specifiche delle dimore storiche e delle attività a esse correlate. Questo patrimonio rappresenta un’eccezionalità per il nostro Paese: tali devono essere le misure atte a proteggerlo”.

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