Asset Complessi: l’importanza di affidarsi al giusto partner

Capire le complessità associate agli asset alternativi significa scegliere di lavorare con partner competenti e fidati. Ne parliamo in questo articolo con Utmost International.

In un periodo storico in cui è sempre più difficile generare “alpha” investendo in asset class tradizionali, soluzioni assicurative di private insurance permettono al contraente di accedere a gestioni patrimoniali discrezionali di ampio respiro e di allungare l’orizzonte temporale dei propri investimenti. In che modo? Destinando, ad esempio, strumenti illiquidi in polizze vita di lungo periodo (vita intera), più efficienti e più adeguate alla protezione e al passaggio generazionale.
In questa intervista esclusiva a Domenico Iacono, Head of Investments per l’Europa di Utmost International, cerchiamo di capire i vantaggi derivanti dall’abbinamento degli investimenti alternativi alle polizze vita unit-linked e come venga effettuata l’amministrazione degli asset complessi.

Quali sinergie ci sono tra asset alternativi e polizze di private insurance?

“La polizze vita unit-linked e’ uno strumento di wealth planning che offre, da un lato, i vantaggi tipici dell’assicurazione sulla vita, quali la protezione del patrimonio, il trasferimento della ricchezza alle generazioni future e l’adattamento alle esigenze di mobilità internazionale dei sottoscrittori, e dall’altro permette l’accesso ad una vasta gamma di strumenti finanziari.
La struttura della polizza unit-linked consente di investire in un mix di strumenti finanziari tradizionali e alternativi che contribuiscono a favorire un’allocazione finanziaria ottimale del premio investito”.

Cosa si intende per Asset Complessi?

“La definizione di Asset Complessi può essere molto ampia. In genere, un asset si definisce complesso quando presenta alcune caratteristiche specifiche, ovvero: è accessibile, per regolamento, solo ad investitori qualificati o istituzionali; è illiquido o ha una liquidità limitata con un orizzonte d’investimento superiore ai 5 anni; richiede un investimento minimo significativo che parte, a seconda della giurisdizione e della struttura, da €100 mila fino ad arrivare a diversi milioni di euro. Infine, questi asset sono generalmente strutturati in veicoli complessi, non semplici da amministrare e che necessitano di competenze tecniche molto specifiche”.

Perché investire il portafoglio in Asset Complessi?

“Gli Asset Complessi, soprattutto i fondi di private equity e gli asset non quotati, presentano un ottimo rapporto rischio/rendimento, con volatilità contenuta e spesso decorrelati dai mercati tradizionali, costituendo quindi un ottimo strumento di diversificazione in grado di offrire, nel lungo periodo e in qualsiasi condizione di mercato, rendimenti superiori rispetto ai settori classici, quali l’azionario o l’obbligazionario”.

Quali difficoltà amministrative comporta l’investimento in questa asset class?

“Amministrare Asset Complessi, dal punto di vista operativo, presenta delle difficoltà significative. Un errore può costare caro in termini monetari e reputazionali. Sono quindi richieste conoscenze tecniche specifiche non facili da trovare sul mercato, trattandosi di asset che sono generalmente “bespoke” con caratteristiche di unicità da analizzare separatamente per ogni singolo investimento. Diciamo che, per un amministratore di Asset Complessi, vi sono da considerare tre fasi fondamentali, caratterizzate da un grado di complessità diverso a seconda del caso specifico: la fase di onboarding e il processo di governance dell’asset, nella quale, oltre alla struttura dell’operazione e alla sua ammissibilità, vengono definiti il processo di investimento iniziale, i processi di amministrazione futuri e la valorizzazione dell’investimento; la fase di amministrazione, che concerne la gestione di capital call, di liquidazioni e transazioni varie In & Out, delle quotazioni sui mercati secondari (IPO), dei corporate events e così via; ed infine la fase della valorizzazione, che è forse il passaggio più critico, in quanto valorizzare un asset complesso è solitamente un processo molto tecnico e che varia in base alla struttura dell’asset stesso. Per esempio, il processo di valorizzazione di una posizione in un fondo di Private Equity è completamente diverso da quello di valorizzazione di un SPV”.

A chi demandare l’amministrazione di Asset Complessi?

“Date le complessità amministrative legate agli Asset Complessi e data la mancanza di controparti disposte a offrire questo servizio, per i gestori nostri partner era diventato un problema amministrare in maniera efficiente il mandato nella parte destinata a questa tipologia di investimenti. In questo contesto, nel 2019 abbiamo costituito un team specializzato nella custodia ed amministrazione di questi investimenti. Quel che facciamo è fornire pieno supporto ai gestori patrimoniali e agli intermediari assicurativi prendendoci cura dei processi di sottoscrizione, custodia, amministrazione e liquidazione di questi strumenti finanziari, così da permettere loro di focalizzarsi esclusivamente sulla gestione del mandato e sulla selezione degli investimenti.
Il feedback dei nostri clienti è stato finora estremamente positivo, con decine di gestori che continuano ad accordarci fiducia riconoscendo il valore aggiunto del servizio offerto” conclude Iacono.

 

Domenico Iacono

 

 

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