Da un asset class completamente nuova a strumenti in grado di trasformare radicalmente il panorama degli investimenti e i portafogli dei singoli investitori. Gli Etf, exchange traded fund, sono comparsi sulla scena all’inizio degli anni ’90 come strumenti passivi con il compito di seguire – e imitare – gli indici di mercato. Grazie alle loro caratteristiche intrinseche, ovvero liquidità, trasparenza ed efficienza dei costi, si sono rapidamente affermati, guadagnandosi una posizione di prestigio nel portafoglio degli investitori, anche quelli meno esperti. Basti pensare che nel 2024, secondo i dati di Morningstar, le attività in gestione negli Etf a livello globale hanno raggiunto la cifra record di 13,8mila miliardi di dollari, con un aumento di 2,7mila miliardi di dollari rispetto al 2023.
Etf: trasformazione per stare al passo con i tempi
Gli Etf sono nati come prodotti passivi, ma con il tempo sono cambiate le necessità e anche questi prodotti si sono rinnovati, aprendosi agli investitori in cerca di una gestione attiva.
Oggi sul mercato sono quindi scambiati anche Etf attivi, che mirano a sovraperformare il benchmark sottostante o a ottenere risultati specifici. Questi fondi hanno preso il volo a partire dal 2019 e, come evince dalle ricerche di Morningstar, solo l’anno scorso, ne sono stati lanciati 510, raccogliendo circa 290miliardi di dollari di asset nel 2024, di cui 95 miliardi nel quarto trimestre.
Etf attivi: opportunità ancora da considerare
Gli Etf a gestione attiva sono fondi o società per azioni e capitale, negoziabili in tempo reale come delle azioni, il cui obiettivo è quello di investire in un portafoglio di titoli che viene scelto da un gestore e non limitarsi a seguire un indice basato su regole già predeterminate.
A differenza dei classici Etf passivi, in questo caso la politica di investimento viene stabilita dal gestore secondo un criterio di selezione dei titoli così da ottenere risultati migliori di un indice di riferimento, attraverso una gestione flessibile. Nella costruzione di portafogli più ampi, un simile prodotto offre una fonte di valore molto interessante a basso costo, con un’interessante liquidità.
Dalla teoria alla pratica: l’approccio di Fidelity
Quando si decide di entrare nel mondo degli etf attivi, non vi è un solo approccio: ogni gestore utilizza metodologie di ricerca, strategie di gestione del rischio e tecniche di costruzione del portafoglio profondamente diverse. In una simile situazione, le competenze dei gestori e la solidità dei loro modelli di investimento gioca un ruolo cruciale.
Fidelity International, ad esempio, vanta un’esperienza cinquantenaria nella gestione attiva, fattore che ha permesso di costruire una radicata piattaforma di ricerca. “I nostri analisti – sottolinea Alastair Baillie Strong, global head of Etf della società – sono strategicamente dislocati nei principali mercati dei capitali e si avvalgono delle proprie conoscenze a livello locale e dell’accesso diretto alle aziende per svolgere una rigorosa due diligence sulle stesse, sui clienti, sui fornitori e sui concorrenti. Ciò consente di ottenere informazioni dettagliate sulle opportunità e sui rischi delle singole società e dei settori in cui operano”.
Solo con un’attenzione al dettaglio e un’ottima conoscenza del mercato gli Etf attivi possono giocare un ruolo cruciale nel portafoglio. In tal senso la selezione dei consulenti giusti è un primo passo fondamentale.