Da red passion a red asset, la strada per valorizzare il patrimonio

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Dalle opere d’arte alle automobili, dalla gioielleria ai vini: i beni acquistati per passione oltre a portare piacere a chi le acquista possono essere uno strumento per accrescere il patrimonio.

Dalle opere d’arte alle automobili, dalla gioielleria ai vini: i beni acquistati per passione oltre a portare piacere a chi le acquista possono essere uno strumento per accrescere il patrimonio. Alvise di Canossa, presidente di Art Defender e Arterìa, spiega come una ‘red passion’ diventa un ‘red asset’.

Cosa sono i red passion?

“I red passion rappresentano tutto quello di cui una persona vorrebbe circondarsi. Nel corso della vita economica di un imprenditore si costruiscono dei percorsi verso l’arricchimento personale, anche attraverso l’acquisizione di beni legati alle sue passioni. Possono essere opere d’arte, automobili, orologi, gioielleria, vini, qualunque cosa rientri nell’ambito della propria passione da collezionista. Il tempo è cambiato dal punto di vista della qualità delle acquisizioni. Oggi da red passion siamo passati a un concetto un po’ più allargato e approfondito, i red asset, cioèla possibilità di acquisire beni non solo per passione ma anche per patrimonializzare e valorizzare il proprio patrimonio. Questo deriva da una situazione di cambiamento degli ultimi anni, in cui l’attività finanziaria, legata molto spesso alla gestione dei patrimoni, ha visto dei risultati non particolarmente brillanti, legati in particolare alla grande crisi che il mondo occidentale ha attraversato nell’ultimo periodo. Questo ha spinto moltissimi imprenditori o gestori di patrimoni a cambiare il proprio obiettivo, arrivando ad acquisire beni sempre legati al concetto del red passion, cioè alle richieste che il disponente dei mezzi finanziari voleva esprimere, e anche a un concetto di valorizzazione”.

Come vanno gestiti i red asset?

“Sono investimenti, quindi certamente possono essere legati alle proprie passioni, ma devono avere anche dei riferimenti tecnici legali, assicurativi e qualitativi decisamente superiori. Il mondo del private banking affronta questo problema senza avere quell’esperienza nel backstage che permetta di gestire correttamente questo tipo di indirizzo. Da qui, il progetto che è partito in Art Defender e Arterìa di creare un network, una piattaforma di servizi, che colleghi completamente tutte le esigenze di servizio, dai restauri alle perizie, alle consulenze contrattuali, alle verifiche dell’originalità e dell’autenticità del bene stesso, che è uno degli aspetti più preoccupanti di un mercato così diffuso come quello dell’arte. In questo modo, le aziende sono collegate con un sistema-rete che permette la copertura di queste esigenze in modo tale da garantire al front, che molto spesso è il cliente o la banca, di avere un ‘via libera’ certo per l’acquisto del bene”.

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