Negli ultimi anni, un numero crescente di aziende in Italia ha deciso di intraprendere un percorso verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, trasformandosi in Società Benefit. Questo trend, che vede coinvolte realtà di vari settori dell’economia, rappresenta una risposta concreta alle crescenti aspettative di consumatori e stakeholder circa l’impegno delle aziende rispetto alle tematiche ambientali, sociali e di buona governance (i c.d. fattori Esg, Environmental, Social, Governance). Leonardo Assicurazioni è stata pioniera in questo processo di trasformazione responsabile, scegliendo di restituire valore alla comunità, all’ambiente e ai propri stakeholder. Gian Luca Buzzetti, fondatore e amministratore unico dell’azienda, racconta ai lettori di We Wealth il percorso intrapreso dalla sua società.
Perché avete scelto di diventare Società Benefit?
“Crediamo che l’azienda sia un vero e proprio piccolo mondo che può scegliere di impegnarsi per essere sostenibile non solo per sé stessa, ma soprattutto per coloro che ne fanno parte e che la osservano da fuori. È necessario, quindi, decidere se e in che modo assumersi un tale impegno. Con il tempo, in Leonardo Assicurazioni abbiamo capito di avere una responsabilità sociale nei confronti degli stakeholder che ogni giorno contribuiscono alla nostra crescita ed evoluzione: la comunità, l’ambiente, i clienti, le altre aziende, i nostri dipendenti e collaboratori.
È, infatti, dall’impegno delle persone che lavorano, dalle opportunità che il contesto sociale offre, dalla fiducia riposta dalla clientela e dall’apporto scaturito dalle partnership con altre aziende che hanno origine la forza e l’energia utilizzata dall’azienda per evolvere e crescere. Consapevoli di ciò, abbiamo deciso di seguire un percorso virtuoso proprio per restituire il valore ricevuto, in una logica win-win”.
Perché altre aziende dovrebbero scegliere lo stesso percorso?
“In primis perché sia come individui che come comunità e organizzazioni siamo tutti chiamati a essere più responsabili. In secondo luogo, anche perché rappresenta un’occasione per le imprese per accelerare il processo di evoluzione verso un sistema aziendale sostenibile, trasparente, agile e a cui le persone sentono di appartenere. In Leonardo Assicurazioni ci piace pensare che il nostro esempio possa diventare un incentivo per altre aziende del nostro settore e non solo”.
Come iniziare concretamente questo percorso e quali sono gli step da seguire?
“Il primo passo è quello di prendere consapevolezza che il percorso dovrà essere tangibile, riconoscibile e misurabile in tutte le sue tappe. Partendo dai propri valori, l’azienda sceglie quindi quali Obiettivi di sviluppo sostenibile o Sdg (Sustainable developement Goals) intende perseguire con la propria attività, affinché l’azione divenga specchio del sistema valoriale dichiarato. Per effettuare una scelta consapevole, le aziende possono orientarsi facendo riferimento a standard, sistemi di certificazioni e modelli organizzativi, tutti strumenti utili per valutare la fattibilità del percorso ancora prima che questo abbia inizio. Un tale approccio metterà l’azienda in condizioni di capire quali saranno le azioni che dovrà compiere per rendere misurabile la propria scelta.
Allo stesso tempo, per evitare di muoversi in direzioni che possano rivelarsi poco sostenibili o poco efficaci nel tempo, è fondamentale anche avere una profonda conoscenza del perimetro entro il quale l’azienda può agire, quali sono le policy che lo regolano, come si compongono i processi aziendali e quali sono le risorse a sua disposizione. Una volta dichiarati gli obiettivi, analizzata la fattibilità del percorso e individuate le risorse da coinvolgere, segue infine l’azione, che va pianificata, realizzata e rendicontata.
È un percorso che può essere affrontato anche da aziende meno strutturate?
Dipende dal settore in cui l’azienda opera e dalla struttura aziendale che la regola. Sicuramente per alcune realtà meno strutturate, immaginarsi di integrare agli obiettivi core quelli valoriali, potrebbe essere percepita come una sfida troppo ambiziosa e non prioritaria, soprattutto quando ci si rende conto che l’azienda dovrà investire tempo, denaro e risorse per la realizzazione di quanto dichiarato. Tuttavia, una modalità per iniziare a capire se è la strada della sostenibilità è percorribile potrebbe essere quella di individuare un driver – un’area, un processo, un team di lavoro – da cui far partire un progetto valoriale pilota.
Questo, infatti, potrebbe diventare per l’azienda un caso di studio delle proprie risorse e delle modalità di azione, rispetto alla struttura e organizzazione aziendale esistente, e che restituisca gli elementi necessari per comprendere se è possibile, o meno, iniziare un percorso a lungo termine. Se positivo, il processo di “sperimentazione” diventerà “il business case” a cui tendere e faro per tutte le successive azioni interne, sino a veder coinvolta non più una sola area, un processo, un team di lavoro, ma tutta l’organizzazione aziendale e i suoi stakeholder.
Ad esempio, in Leonardo Assicurazioni abbiamo iniziato dalla Csr (corporate social responsability) focalizzandoci maggiormente sugli aspetti sociali della sostenibilità individuando come obiettivo primario quello di garantire lo stato di benessere dei propri clienti. Nello specifico, abbiamo voluto sviluppare a favore degli altri stakeholder alcune attività e iniziative che promuovessero la cultura del Benessere nella sua più ampia accezione.
Internamente è nato così il progetto Benessere, che ha l’obiettivo di educare le persone alla prevenzione e ad un corretto stile di vita basato sul benessere psico-fisico, mentre esternamente, avendo a disposizione uno spazio nel cuore di Milano (Spazio Leonardo), abbiamo deciso di aprirne le porte alla città, rendendolo un laboratorio creativo multifunzionale dove parlare di “cultura” a 360°, organizzando iniziative gratuite per il pubblico come mostre e convegni”.
Che impegno comporta, concretamente, per un’azienda diventare Società Benefit?
L’impegno maggiore è quello di coinvolgere inizialmente nel percorso gli stakeholders interni, affinché ogni attività, ogni processo e ogni area siano in grado di misurare i propri progressi per il raggiungimento degli Sdg che l’azienda si è posta come obiettivo. È una scelta che richiede strategia, organizzazione, problem solving, innovazione, cultura e rendicontazione.
Per la complessità che richiede questo percorso è necessario che l’azienda individui un team di lavoro che progressivamente coinvolga e supporti i vari dipartimenti nel cambiamento organizzativo. Per costruire il team di trasformazione si può prevedere l’assunzione di nuove figure dedicate o, come ha fatto Leonardo Assicurazioni, valorizzare di figure chiave già presenti in azienda con competenze e funzioni trasversali, in un’ottica di mobilità interna.
Dovranno essere poi mappate le policy, le procedure e i processi esistenti, per verificare eventuali disallineamenti rispetto all’impegno intrapreso dall’azienda. Qualora emergessero delle difformità, il team preposto avrà la responsabilità di supportare l’azienda nel suo processo di efficientamento e revisione. Questo può comportare la riorganizzazione di team o di intere aree, la riallocazione delle mansioni tra le risorse, l’implementazione di nuovi strumenti di lavoro, piattaforme, tools di gestione, lo sviluppo o il potenziamento del sistema di analisi e monitoraggio attraverso KPI e, infine, la revisione di alcune voci di bilancio con l’introduzione di costi di natura differente.
Per far sì che questo avvenga in maniera lineare è necessario un livello di comunicazione interdipartimentale più efficiente rispetto al passato.
Quali sono le criticità e i limiti che potrebbero insorgere internamente e come superarle?
Intraprendere un percorso come Società Benefit può rappresentare, soprattutto internamente, un cambio di rotta sostanziale e ciò può essere vissuto da alcune aree o team di lavoro non come un’opportunità, ma piuttosto come un ulteriore obiettivo da dover perseguire. In realtà, ciò che cambia è che l’azienda richiede un utilizzo maggiormente responsabile delle risorse e dei dipartimenti coinvolti sui risultati non solo prettamente finanziari.
Ogni azienda può dover adottare un approccio diverso in base al dipartimento da coinvolgere. Ad esempio, potrebbe infatti dover gestire la difficoltà di alcune persone ad evolversi alla stessa velocità di altre, ad uscire dalla comfort zone e affrontare il cambiamento. Oppure potrebbe dover integrare delle competenze specifiche assenti in azienda, investendo in formazione oppure dover introdurre nell’operatività quotidiana di alcuni team nuovi strumenti di analisi, condividendo con loro che non vogliono rappresentare un controllo bensì una valorizzazione del lavoro.
L’azienda deve poter acquisire flessibilità; dilatarsi, strecciarsi, contrarsi con grande velocità in base alle specifiche sfide che incontra ogni giorno nel perseguire il suo impegno, senza mai perdere di vista i propri obiettivi valoriali. L’approccio a nostro avviso corretto è quello della continuità e della perseveranza: trovare sempre nuovi modi per proseguire e aggirare gli ostacoli non preventivati. Manca il coordinamento tra aree non abituate a lavorare insieme? Si possono costruire nuovi team. Le persone vivono un senso di smarrimento e non si sentono parte del cambiamento? Si può utilizzare un approccio temporale differente per portare tutti on board, attraverso un ascolto attivo. Manca una cultura aziendale nel management? S’investe sul fronte dell’educazione e della formazione.
Quali le sfide invece verso gli stakeholder esterni?
La sfida maggiore che un’azienda potrebbe dover affrontare nei loro confronti potrebbe essere rappresentata dalla capacità di creare intorno a sé un network di altre realtà, associazioni, fornitori che condividano i suoi stessi valori e con cui realizzare progetti concretiche restituiscano valore alla comunità.
Qualora alcuni di questi non dovessero poi operare in linea con il percorso aziendale intrapreso, allora l’azienda ha a disposizione vari strumenti per incoraggiare l’evoluzione e l’innovazione anche delle realtà di cui si circonda. Un’azienda di servizi, come Leonardo Assicurazioni, deve poi poter comunicare efficacemente questo impegno anche ai propri clienti affinché abbiano piena consapevolezza di contribuire a valorizzare il percorso valoriale intrapreso dall’azienda in cui hanno riposto la propria fiducia.
E oggi Leonardo Assicurazioni a che punto è?
Le aree di miglioramento si presentano costantemente, perché costante è l’evoluzione che stiamo vivendo. La necessità oggi è rendere quanto più flessibile la struttura aziendale, coinvolgendo le aree non ancora a bordo, arricchendo il network di partner valoriali che possano supportarci nel nostro impegno, imparando a gestire meglio il rischio, ad andare avanti con resilienza e competitività. La sfida è inoltre quella di avere un ruolo sempre più centrale per il territorio che ci ospita e per la comunità che lo vive. Per farlo, ci siamo posti anche l’obiettivo di certificare il nostro impegno attraverso il circuito delle B corporation (Benefit Corporation), una bussola per accelerare in maniera significativa la sfidante transizione che l’azienda sta vivendo.