Se l’investimento nel settore del biotech fosse uno gara di corsa, non sarebbe né i 100 né i 400 metri bensì una maratona dove i vincitori si vedono sulle lunghe distanze. Infatti, sebbene il 2024 non sia iniziato nel migliore dei modi per i titoli biotecnologici, diversi segnali indicano che il settore potrebbe essere pronto per performance decisamente più solide nei trimestri a venire. Andy Acker e Dan Lyons, co-gestori del Health Care di Janus Henderson Investors, ci aiutano a interpretarli.
Il taglio dei tassi sorride al biotech
Secondo gli esperti della casa di gestione angloamericana uno dei principali fattori di slancio potrebbe essere il venturo taglio dei tassi d’interesse. Alla fine del 2023, i titoli biotecnologici hanno visto una crescita grazie alle aspettative di una riduzione dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) all’inizio del 2024. Tuttavia, l’entusiasmo è svanito quando l’inflazione, più alta del previsto nei primi mesi dell’anno, ha spinto la Fed a ritardare il suo intervento. A confermarlo sono anche i dati, con l’indice S&P Biotechnology Select Industry ha registrato un rendimento pari a quasi al 4% nei primi sei mesi, ben al di sotto del 15% fatto segnare dall’indice S&P 500.
Ma con l’inflazione in costante calo e la prospettiva di un taglio dei tassi a settembre, il settore potrebbe beneficiare di un rinnovato ottimismo. Già dall’11 luglio, data in cui l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha segnato una crescita annua del 3%, l’indice S&P Biotech ha superato il rendimento del mercato più ampio.
“Questa divergenza – spiega Acker – nei rendimenti ha dei precedenti. Secondo l’analisi condotta da Redburn Atlantic, in sette degli ultimi otto cicli di taglio dei tassi, il settore biotecnologico ha registrato guadagni sia un mese che sei mesi dopo la prima riduzione. Dopo 12 mesi, il settore ha sovraperformato l’indice S&P 500 in media del 16%”.
Essere sottovalutati non è sempre un male
Anche le valutazioni relativamente basse dei titoli biotecnologici potrebbero contribuire a un potenziale rialzo nei prossimi trimestri. Un calo durato tre anni, terminato alla fine del 2023, ha portato le valutazioni a livelli storicamente depressi: a metà luglio, quasi 130 aziende biotecnologiche dichiaravano un valore d’impresa negativo. Questo dato, pur in diminuzione rispetto al picco di 232 dell’anno scorso, rimane significativamente alto rispetto ai livelli pre-recessione.
“Con un punto di partenza basso e l’entusiasmo degli investitori in crescita – osserva Lyons – riteniamo che i titoli biotecnologici abbiano ampio margine di manovra. Nel secondo trimestre, il titolo biotecnologico ha reso in media il 44% a seguito di un evento positivo, in aumento rispetto al 31% dello stesso trimestre dell’anno precedente. Inoltre, le perdite sono state più contenute, con il titolo che ha perso in media solo il -37% a seguito di aggiornamenti negativi”.
Innovazione, la linfa vitale del biotech
Quello del biotech è un segmento dove l’innovazione e la ricerca rappresentano pilastri importanti nella creazione di valore. Nei primi sei mesi del 2024 oltre due dozzine di nuovi farmaci hanno visto il semaforo verde della Food and Drug Administration (FDA). Tra questi merita particolare attenzione Imdelltra di Amgen, un engager bispecifico di cellule T (TCE) per il trattamento di forme avanzate di carcinoma polmonare a piccole cellule. Inoltre, entro la fine dell’anno sono attesi altri 41 farmaci in fase di valutazione, con alcune potenziali blockbuster che potrebbero superare il miliardo di dollari di vendite annuali.
Questa dinamica di innovazione, in gran parte sostenuta da aziende a piccola e media capitalizzazione, sta spingendo un’ondata di fusioni e acquisizioni (M&A). Nel primo semestre del 2024, sono state annunciate 21 operazioni di M&A, superando o eguagliando il totale di sette degli ultimi nove anni. Sebbene gran parte dell’attività sia concentrata su acquisizioni di dimensioni moderate note come ‘bolt-on’, la situazione potrebbe evolvere ulteriormente in base all’andamento delle elezioni statunitensi e dei relativi sviluppi normativi.
In parallelo, le aziende del settore stanno trovando più facile raccogliere capitale per finanziare le loro attività di ricerca e sviluppo. Nei primi sei mesi del 2024, il settore ha visto una delle fasi più intense per le offerte di azioni, con oltre 28 miliardi di dollari raccolti.
In conclusione
“A nostro avviso – concludono i gestori di Janus Henderson – queste tendenze indicano che la domanda di innovazione nel settore delle biotecnologie è viva e vegeta. Riteniamo inoltre che suggeriscano come una volta risolte le incertezze legate ad alcuni fattori macroeconomici come i tagli dei tassi e le elezioni statunitensi, i titoli del segmento biotech potranno tornare a primeggiare”.