Questo nuovo scenario si è ancor più manifestato con l’attuale emergenza sanitaria
Bisogna perciò sempre più ridefinire le scelte di protezione
Se dovessimo pensare quale possa essere il primo ambito nel quale costruire una pianificazione corretta, mi viene in aiuto il sostantivo,protezione.
Ovvero l’obiettivo primario è quello di proteggere se stessi, il proprio patrimonio e la propria famiglia.
Sapere prevenire e saper programmare sono i temi a cui deve tendere una corretta pianificazione.
La realtà ci dice però che le persone siano portate a ragionare su brevi spazi di tempo e difficilmente proiettare troppo in là le proprie scelte d’investimento.
In psicologia tale atteggiamento mentale è interpretabile come paura del futuro, perché incerto.
Il compito che ci attende e invece sollecitare immagini che riproducano nel denaro un nome e un tempo, ossia un utilizzo condiviso per raggiungere obiettivi concreti e reali.
Credo che passando attraverso questa via il nostro operato non verrà messo in discussione in ogni momento da difficoltà generate dai mercati o da fattori emotivi.
Altresì occorre distinguere come la risoluzione di certe esigenze di vita si concretizzino attraverso strumenti assicurativi ,si pensi ad esigenze di tutela patrimoniale, altri trovano risposte in strumenti di natura finanziaria, si pensi ad esigenze di spesa nel medio termine.
La teoria del ciclo di vita di Modigliani, ci spiega molto bene come le persone tendano a risparmiare il proprio reddito per fronteggiare esigenze di consumo, al termine della propria vita lavorativa.
Modigliani sostiene con la sua teoria che il ciclo del risparmio di ogni individuo sia positivo durante l’attività lavorativa, e negativo durante l’approdo all’età pensionabile.
Partendo da qui, i passaggi chiave che bisogna saper portare per una corretta pianificazione è far passare il concetto di bisogno in luogo a quello di prodotto e il concetto di efficacia in luogo a rendimento.
Stiamo assistendo da diverso tempo ad una veloce traslazione del rischio dai Governi agli individui.
In sostanza i Governi non sono più in grado di dare risposte adeguate ai bisogni degli individui. Bisogna perciò sempre più ridefinire le scelte di protezione.
Questo nuovo scenario si è ancor più manifestato con l’attuale emergenza sanitaria. Se non penso a come garantirmi un minimo di protezione, se non penso a come garantirmi in futuro lo stesso tenore di vita, se non riesco a proteggere il gap tra pensione pubblica e privata, non ho nello Stato un interlocutore efficiente in grado di rispondere a queste esigenze.
Credo che un compito ci attenda da qui ai prossimi anni e sicuramente un compito anche di natura sociale ma estremamente coinvolgente.
Oggi gli individui hanno sempre più bisogno di pianificare il loro futuro di vita e di proteggere il proprio patrimonio. Il salto mentale va fatto occorre rendersi conto che lo Stato non ha le risorse per svolgere questo compito. Oggi tocca a noi.