Che fine ha fatto Wine of Babylon (1984) di Jean-Michel Basquiat? Il quadro, comprato da Vittorio Cecchi Gori nel 1998 alla Tony Shafrazi Gallery di New York per 330.000 dollari, è oggi oggetto di controversia tra il produttore fiorentino, l’ex moglie Rita Rusić, l’avvocato Giovanni Nappi e l’imprenditore Canio Mazzaro.
Wine of Babylon, l’origine della controversia
Iniziamo dal principio. A fine anni ’90, durante un soggiorno nella grande mela, Cecchi Gori acquista Wine of Babylon (parte della serie A Dreamers Journal, realizzata da Basquiat a metà anni ‘80) come dono per la moglie Rita Rusić. I due appendono il quadro nella propria residenza romana di Viale Platone 52, nella zona di Monte Mario. La coppia si separa definitivamente nel 1999 e l’attico al quarto piano di Viale Platone viene assegnato (con arredi) a Cecchi Gori, che però si trasferisce nel suo nuovo appartamento di Via della Fontanella di Borghese. La Rusić continuerà inizialmente ad abitare l’attico di Monte Mario, prima di volare a Miami (l’immobile è stato in seguito abitato dai nipoti).
Facciamo ora un passo avanti. Nei primi anni 2000, Cecchi Gori si difende da una serie di accuse lui mosse su più fronti: dal concorso in riciclaggio alla bancarotta fraudolenta (per la quale è stato condannato nel 2020 in Cassazione, ed è oggi in regime di detenzione domiciliare). Il legale che lo ha difeso dal 2008 al 2018 è Giovanni Nappi, che nel 2010 ha formalmente ricevuto (mediante atto sottoscritto da entrambe le parti) Wine of Babylon come compenso per il lavoro svolto per l’imprenditore. Al termine del rapporto professionale – apparentemente non conclusosi nel migliore dei modi – Vittorio ha cercato di far annullare l’atto di cessione del quadro, affermando di “essere stato raggirato” dall’avvocato, ma lo scorso febbraio il Tribunale civile di Roma ha decretato che la proprietà del quadro è di Nappi.

Jean-Michel Basquiat, Wine of Babylon (1984). Courtesy Arthive
Wine of Babylon di Basquiat: che fine ha fatto?
C’è però un problema: il quadro non si trova. Infatti, Wine of Babylon non è mai stato consegnato all’ex avvocato del produttore cinematografico (si noti anche che nel 2014 Cecchi Gori ha citato in giudizio Rita Rusić per appropriazione indebita del dipinto, ma il Tribunale penale di Roma ha assolto la donna poiché tra coniugi il fatto non costituisce reato). Più testimoni hanno confermato di aver visto l’opera a casa di Canio Mazzaro, in Corso Vercelli 34 a Milano, a partire dal 2016 in avanti. Sembra che l’imprenditore Mazzaro – con cui la Rusić ha avuto una relazione (e già ex di Daniela Santanchè) – tenesse in casa il dipinto come pegno a garanzia di una somma di denaro considerevole a lui dovuti dall’attrice.
Lo scorso giugno i Carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Mazzaro e, con sorpresa, hanno scoperto che Wine of Babylon non è più custodito nell’appartamento. Certo che è difficile pensare che un dipinto di 218.4 x 172.7cm possa volatilizzarsi nel nulla. Rimane il fatto che il quadro – dal valore ad oggi stimato (generosamente) intorno ai 20 milioni di euro – è cercato sia dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale sia dall’Interpol, e l’avvocato Nappi ha promesso un milione di euro a chiunque sia in grado di dare informazioni utili alla sua ricerca.