- Morgan Stanley, Hsbc, Goldman Sachs e altri sette colossi statunitensi prevedono che l’S&P 500 salirà in media di circa l’8% a 6.550 punti da qui alla fine del 2025
- A trainare il mercato nel 2024 sono stati principalmente due temi: la corsa dei grandi titoli tecnologici e la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre
L’S&P 500 continua la sua corsa. Dopo aver archiviato un novembre da record, anche l’ultimo mese del 2024 è iniziato in rialzo. Chi avesse investito sul listino a stelle e strisce a inizio anno, avrebbe registrato una performance del +27%. Ma, secondo le più grandi banche d’affari di Wall Street intercettate dal Financial Times, il rally dei titoli americani sembrerebbe destinato a rallentare.
Morgan Stanley, Hsbc, Goldman Sachs e altri sette colossi statunitensi prevedono infatti che l’S&P 500 salirà in media di circa l’8% a 6.550 punti da qui alla fine del 2025, toccando nuovi massimi. Ma si tratterebbe di un risultato inferiore alla media storica relativa al rendimento annuo dell’indice, che si aggira intorno all’11%. A trainare il mercato nel 2024, ricorda il quotidiano economico-finanziario britannico, sono stati principalmente due temi: la corsa dei grandi titoli tecnologici e la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre, contro le previsioni di diversi analisti che si attendevano un rallentamento dell’economia americana.
Il nodo dell’intelligenza artificiale
Ricordiamo per esempio Nvidia, che riporta una performance year to date del +171%. Ma anche Alphabet, la società madre di Google, che segna un progresso del +44%. Eppure, gli strategist delle banche contattate dal FT, si aspettano ora una maggiore cautela degli investitori. I colossi del tech statunitensi stanno “entrando in una nuova fase”, sostiene Venu Krishna, strategist di Barclays, citando “sacche di eccessivo entusiasmo”, con aziende che devono ancora dimostrare di poter trarre profitto dai loro investimenti nell’intelligenza artificiale. “Siamo cauti perché non è realistico che questo tipo di rendimenti eccezionali continui”, aggiunge Krishna.
La concentrazione di mercato
Da ricordare poi il tema della concentrazione di mercato: se si guarda alla composizione dell’indice Msci World, gli Stati Uniti pesano circa il 72%. Un dato che si confronta con appena il 30% degli anni ’80. Come mostrato nel grafico sottostante, l’aumento – alimentato da anni di forti guadagni – ha spinto il prezzo delle azioni americane al livello più alto rispetto alle azioni globali da quando Bloomberg ha iniziato a monitorarlo oltre un secolo fa.
Le attese sul secondo mandato Trump
Fatte queste premesse, Goldman Sachs e JpMorgan prevedono che l’S&P 500 salga di circa il 7% toccando i 6.500 punti il prossimo anno. Deutsche Bank fissa invece l’obiettivo a 7mila punti, il più alto tra le 10 banche contattate dal FT. Altro caso quello di Bank of America, che prevede che l’indice toccherà quota 6.666 punti grazie al calo dei tassi d’interesse e all’adeguamento degli investitori a quella che definisce una “massiccia ricalibrazione” della composizione del benchmark. Guardando infine al secondo mandato Trump, gli analisti avvertono che resta ancora da chiarire quanto sarà effettivamente inflazionistico. Ma si attendono che ai dazi attesi farà da contraltare l’impegno del presidente repubblicano a ridurre le tasse sulle società. Goldman Sachs ritiene di fatto che le due politiche “si compenseranno a vicenda”.