Un nuovo momento storico, in grado di incidere sugli equilibri internazionali e sulla crescita economica, ha di nuovo messo alla prova i mercati finanziari
We Wealth ha chiesto a due consulenti autonomi, Luca Mainò (Consultique) e Luca Lixi (Aegis), quali reazioni abbiano ricevuto finora dai clienti e quali soluzioni abbiano proposto loro in questa fase
“Rispetto agli inizi della mia professione, noto un leggero cambiamento delle reazioni degli investitori durante i momenti di tensione”, ha detto Lixi, “se in passato, governava l’avversione alle perdite, pertanto la paura era decisamente più diffusa, oggi si fa strada prepotentemente anche il sentimento opposto, ovvero l’avidità di cogliere le opportunità durante i ribassi”.
Un sentiment analogo è stato osservato anche da Mainò: “La gran parte della nostra clientela non ha mostrato forti elementi di preoccupazione, chiedendo comunque informazioni sulla nostra view e sulle strategie che intendiamo realizzare”.
Nonostante Kiev sia sotto assedio e il presidente ucraino Zelensky denunci pubblicamente il rischio di una sua eliminazione fisica, le Borse europee stanno recuperando una buona fetta delle perdite del 24 febbraio – come a testimoniare la forza del buy-the-dip anche in questa situazione.
“Da una parte, sono contento che anche grazie al lavoro divulgativo di questi anni, si sia affermato il concetto che è proprio alla fine delle fasi di ribasso che si celano le migliori opportunità, proprio perché banalmente i prezzi sono scesi, e quindi sono più convenienti”, ha dichiarato Lixi, “in mezzo a questi due estremi, paura e avidità, che possono convivere nello stesso individuo a seconda del momento e sono ben noti agli studiosi di finanza comportamentale, esiste anche il pericolo dell’iperattività: ovvero sentirsi necessariamente in dovere di fare qualcosa, di reagire in qualche modo. Ed è un atteggiamento dannoso per il proprio portafoglio”.
Se qualcosa deve essere fatto nel portafoglio, è bene che sia una mossa assestata con un certo criterio: “ci sono diverse leve che un consulente può adottare per ottenere una ‘navigazione’ meno tumultuosa”, ha detto Mainò.
“Alcune di queste leve sono ‘ex ante’: in portafoglio ci devono essere asset che rispondono ad un ambiente di negatività e tensione sui mercati, citiamo le materie prime (in primis l’oro oltre agli altri basket), ma anche gli stessi titoli governativi, valute sicure o la stessa liquidità”, ha affermato il co-fondatore di Consultique, “questo metodo aiuta a contenere il drawdown e la volatilità del portafoglio”. Dopo la prevenzione, però, ci può essere spazio per una reazione. “La prima è di ‘coaching’ nel gestire l’emotività e non dimenticare che il rendimento è figlio della variabilità dei mercati e che porre troppo il focus sul breve periodo nuoce al raggiungimento degli obiettivi di medio termine” ha detto Mainò, “la seconda, invece, è più operativa: se ci sono state flessioni tali da aver modificato i pesi delle macro asset class, si ribilancia il portafoglio acquistando le componenti più sacrificate”.
Al di là del piano di azione è evidente come situazioni drammatiche, quantomeno a livello umano, come quella attuale siano un importante banco di prova per l’investitore. “Storicamente, gli eventi bellici anche più epocali non hanno mai portato a conseguenze particolarmente rovinose per il mercato azionario”, ha affermato Lixi, ma “la volatilità di breve termine creata da eventi simili è sicuramente un’occasione per mettere alla prova la propria strategia di investimento, e soprattutto la propria tolleranza al rischio”.
“Se ci si accorge che non si riesce a sopportare la volatilità, è un campanello d’allarme”, ha concluso il numero uno di Aegis Scf, “probabilmente si è investito troppo, o in modo troppo aggressivo rispetto al proprio profilo, o senza rispettare una buona diversificazione che comprende anche asset class di rifugio come oro, titoli governativi breve termine, valute pregiate”.