In Italia sui titoli di Stato è applicato un regime fiscale agevolato, che non esiste nella maggioranza degli altri Paesi Ue
Gli interessi sui titoli di Stato, in Italia, vengono tassati con un’aliquota agevolata al 12,5%
Per provare a comprendere le ragioni sottese alla scelta del legislatore di applicare un trattamento di favore per i titoli di Stato italiani percepiti da persone fisiche, occorre prendere in riferimento almeno due documenti: l’“Audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario”, presentato alle Commissioni riunite della Camera e del Senato, e il report elaborato su questo stesso tema dall’Osservatorio Conti Pubblici Italiani (OCPI), denominato “La tassazione agevolata sui Titoli di Stato in Italia”.
Come messo in evidenza dall’Osservatorio Conti Pubblici Italiani, l’Italia è uno dei pochi paesi, in Europa, a prevedere un’aliquota differente sugli interessi dei Titoli di Stato rispetto alle obbligazioni societarie. In Europa, infatti, sui titoli di Stato, si parla di un’aliquota media pari al 17% (12,5 % è invece quella applicata in Italia).
Solo a Cipro, come appare dall’elaborazione grafica di OCPI, qui sotto riportata, è prevista un’aliquota più bassa. Tutti gli altri maggiori Stati europei, invece, prevedono prelievi più sostanziosi; in testa alla classifica si posiziona la Danimarca che fissa al 40% l’aliquota prevista sugli interessi dei titoli di Stato.
Ma cosa accadrebbe se si alzasse l’aliquota al 26% come previsto per le altre rendite finanziarie?
Il trattamento di favore per gli interessi sui titoli di Stato percepiti da persone fisiche rappresenta un tema sensibile, che ha suscitato nel tempo numerosi dibattiti: parte degli operatori e degli esperti hanno sostenuto l’idea di applicare un ravvicinamento dell’aliquota sui titoli di Stato a quella applicata sugli altri redditi di capitali; altra parte ha propeso per il mantenimento dello status quo; dunque per il mantenimento di un’eccezione al sistema di tassazione previsto per le rendite finanziarie.
E invero, rimuovere l’agevolazione permetterebbe di eliminare un sostanziale e ingiustificato vantaggio fiscale di cui godono gli investitori individuali, che attualmente possono investire anche somme molto ingenti in Titoli di Stato.
Si sta andando verso la direzione di rimodulare l’aliquota prevista sui titoli di Stato?
Potrebbe essere questo l’orizzonte. La necessità di eliminare l’aliquota del 12,5% riconosciuta a favore dei Titoli di Stato è stata sostenuta nella sopracitata Indagine Conoscitiva per eliminare un incentivo considerato ormai anacronistico e poco giustificato.