La valuta internazionale dei tempi antichi
Con l’avvento di Alessandro Magno, tutte le zecche dell’Impero, da quella di Babilonia a quella di Anfipoli, passando per Corinto e Mileto, iniziarono a coniare una nuova moneta: il tetradramma. Si trattava di una moneta d’argento, dal peso di 18 grammi. In poco tempo il nuovo conio si diffuse in ogni angolo dell’impero. Molte delle divise locali furono cessate di essere prodotte mentre altre passarono in secondo piano. Man mano che nuove Alessandrie comparivano nella mappa dell’impero (d’Egitto, sul Tigri, Arion, di Carmania, Margiana, Eschate), il tetradramma fu anche un fattore decisivo per il risanarsi della bilancia dei pagamenti delle poleis greche. Secondo lo studioso Rostovtzeff (1936), le poleis erano entrate in crisi dopo la fioritura del quinto secolo, in quanto molti clienti iniziarono a produrre ciò che prima importavano e poiché ad Oriente non c’era molto interesse per le merci elleniche. L’insediamento di genti greche nei nuovi centri diede nuovo vigore al commercio. In questo contesto il tetradramma iniziò a rivestire anche il ruolo di valuta internazionale negli scambi commerciali, funzione che durò fino all’avvento dell’Impero Romano.
Dritto e rovescio del tetradramma
Al netto delle peculiarità con cui ogni zecca produceva il proprio tetradramma sul dritto era rappresentato a detta di molti lo stesso Alessandro, sotto le sembianze di Eracle leontè, a ricalcare la natura semidivina in cui lo stesso Alessandro credeva, mentre sul rovescio era rappresentato Zeus Ammone seduto sul trono, reggendo con la destra un’aquila e con la sinistra lo scettro. Da notare inoltre come sul rovescio si leggesse la dicitura Alexandrou a rappresentare la garanzia della moneta negli scambi internazionali, e alcuni lettere e simboli che ne identificano la zecca di provenienza.
Il valore della storia
Dare un valore oggettivo a questi preziosi pezzi d’argento è davvero difficile. La prima ragione è che esistendo moltissime varianti di tetradramma, date le molteplici zecche che lo producevano, ci sono versioni prodotte in larga quantità e altre in minore scala, e dunque più rare. Ma oltre la rarità, per il tetradramma di Alessandro, come d’altronde per ogni altra moneta, la variabile critica sono soprattutto le condizioni con cui la moneta si è preservata nel tempo.
In un’asta di qualche anno fa organizzata da Bertolami Fine Art, i tetradrammi di Alessandro erano otto. Base d’aste dai 150 euro ai 2000 euro. Guardando a dati più recenti il mese scorso un lotto è stata aggiudicato per 886 euro nell’asta 108 di Morton & Eden. In generale i tetradrammi di Alessandro sono sempre presenti alle aste numismatiche, la cui frequenza è assidua. Per chi fosse interessato da segnalare l’asta 19 di Maison Palombo (lotti 26/32) e l’asta 146 (lotti 353/354/355) di Jean Elsen & ses Fils S.A, entrambe fissate per il 12 dicembre.
Un’altra via per acquistare un tetradramma è rivolgersi a negozi specializzati in numismatica. La Numismatica Lottini vende un tetradramma coniato dalla zecca di Damasco a 750 euro; la Moruzzi Numismatica un tetradramma coniato dalla zecca di Rodi a 850 euro.Al di là della quantificazione precisa di valore sta di certo che, se in un qualche vostro viaggio doveste trovare una moneta dal rovescio leonino, non esitate a metterla in valigia.