Redigaffi di Tua Rita a Rentennano è un grande merlot in purezza, sicuramente tra i migliori merlot italiani e se penso a vini come Apparita, Masseto, Montiano o Messorio, direi proprio che in Italia i grandi merlot non mancano. Redigaffi deve il suo nome ad un piccolo torrente che scorre vicino alla proprietà. È un cosiddetto Supertuscan, di classe, che è diventato un vero e proprio cult wine acquistando una notorietà planetaria quando Robert Parker, allora il re della critica enologica mondiale, nel 2002 attribuì all’annata 2000 i fatidici 100 punti.
Un Supertuscan tra i vini del cuore di classe
Da appassionato e fortunato bevitore, che può annoverare Redigaffi tra i vini del cuore, mi permetto di affermare che questo merlot, la cui prima annata è stata 1994, nel corso del tempo è andato sicuramente migliorando e che le annate 2016, 2019 e l’ultima assaggiata, 2021 sono dei veri capolavori. Come spesso capita quando si parla di grandi vini, c’è sempre dietro una storia di luoghi e persone che vale la pena raccontare.
Una storia di luoghi e persone da conoscere
Bisogna tornare al 1984, quando Virgilio Bisti e sua moglie Rita Tua acquistano 4 ettari in quel di Suvereto, nel livornese, in Val di Cornia, tra il mare Tirreno e le colline Metallifere, con l’idea di vivere a contatto con la natura, coltivando la propria terra. La casa aveva un piccolo vigneto, due ettari, su cui nel 1988 in una terra in cui tradizionalmente si piantava sangiovese grosso, grazie alla capacità di questo vitigno di produrre tanta uva, e non certo nota per la produzione di grandi vini, furono piantati cabernet e merlot, con l’ambizione fin da subito di produrre vini di qualità.
L’importanza di una consulenza per avere un Supertuscan di classe
La coppia si avvalse della consulenza di Luca d’Attoma, oggi enologo di fama e tuttora l’enologo di casa, che allora, già talentuoso, era alle prime armi. I risultati furono da subito confortanti. Nel 1994 fu creata l’azienda appunto con il nome di Rita, il cui primo vino prodotto fu Giusto di Notri (altro noto Supertuscan), dalle uve dell’annata 1992 (annata terribile peraltro), un eccellente taglio bordolese a base di cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot.
La nascita del Redigaffi
E con l’annata 1994 nacque Redigaffi. Due sole barrique (600 bottiglie) di merlot, messe da parte, da cui sicuramente non ci si aspettava un vino che si sarebbe affermato tra i grandi vini della Toscana (tra parentesi ne ho bevuto con amici una bottiglia l’anno scorso: ancora perfettamente in forma!). Risale a quegli anni un regalo di un quadro da parte di un vecchio amico di famiglia, il pittore livornese Raffaele De Rosa, che diventa l’iconica etichetta delle bottiglie dell’azienda.
La crescita degli ettari di vigneto
Dagli originari due ettari di vigneto, nello spazio di una decina di anni si giunse a 9 ettari, per passare a 20, all’inizio del nuovo millennio, fino agli attuali 60 ettari di vigneto che producono 950mila bottiglie. A Virgilio, scomparso nel 2010 sono subentrati nella gestione dell’azienda la figlia Simona e suo marito Stefano Frascolla, ad.
Una reputazione mondiale
Oggi Tua Rita a Rentennano gode di una reputazione mondiale, e la Val di Cornia è considerata un areale adatto alla viticultura di eccellenza assoluta. L’attuale produzione di Redigaffi può variare a seconda delle annate da 13mila a 15mila bottiglie. Forse ciò che rende Redigaffi speciale è il suo particolare terreno spiccatamente argilloso e ferroso con presenza di scheletro nella parte più alta e di limo in quella più bassa. La vigna ha una densità d’impianto è di 8.500 ceppi per ettaro e la fascia dedicata al merlot è quella centrale, la più argillosa, che tende a conferire al vino generosità, note di ferro e una spiccata sapidità.
Una fermentazione fatta in vasi di rovere
Il Redigaffi viene fatto fermentare in vasi di rovere da 50 ettolitri a temperature comprese tra 16°C e 23°C per circa una settimana. Durante la fermentazione, la combinazione e la frequenza del délestage e dei rimontaggi dipendono dall’annata. La macerazione dura dai 20 ai 25 giorni. Il vino viene poi pressato sofficemente e maturato in barriques nuove di rovere francese per un periodo compreso tra 15 e 20 mesi. Il vino viene chiarificato per gravità senza alcuna aggiunta, imbottigliato in estate e lasciato riposare in bottiglia per alcuni mesi prima di essere immesso sul mercato.
L’assaggio del Supertuscan di classe
Ho assaggiato recentemente l’annata 2021 che si presenta nel bicchiere con un colore rosso rubino intenso. Il naso è molto espressivo: insieme alle note di pepe nero e cumino si percepiscono sentori di mora matura e aromi di cacao, tamarindo e tostatura. In bocca il vino è opulento e avvolgente. I tannini dalla trama fitta sono ancora scalpitanti e il sorso risulta equilibrato da una buona acidità e una nota salina che lo allunga. Lunga la persistenza aromatica con un retrogusto di tabacco e liquirizia.
Un vino ancora giovane, già buono e bevibilissimo in cui si avverte la presenza del legno, per quanto ben integrato, e che a mio avviso, a chi saprà aspettarlo regalerà, come sua abitudine, grandi sorprese. Lo si trova sul mercato intorno ai 250 euro.
Articolo pubblicato sul numero 65 del magazine We Wealth