Successione legittima: cosa significa e quando si applica
Spesso, specie in Italia, succede che il defunto non dispone per testamento dell’intero patrimonio.
All’apertura della successione (alla morte) si apre (in tutto o in parte) la successione per legge ( ab intestato) a favore del coniuge o dell’unito civilmente e dei parenti più prossimi in ordine di grado; se mancano tali soggetti, in favore dello Stato.
Presupposti della successione legittima
I presupposti sono:
- (a) la mancanza in tutto o in parte della delazione testamentaria. La successione legittima è esclusa solo se e nella misura in cui il de cuius ha disposto dell’intera eredità istituendo uno o più eredi. Così se per testamento si è disposto solo di legati (attribuendo beni determinati) senza istituire eredi ovvero si è disposto solo di alcuni beni ma non di tutti, si apre anche la successione legittima accanto a quella testamentaria. Un erede è necessario anche al solo fine di eseguire i legati e pagare i debiti;
- (b) il titolo a succedere rappresentato dall’appartenenza del successibile a un grado successorio prevalente rispetto a quello degli altri successibili. L’eredità si devolve al coniuge/ unito civilmente, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato nell’ordine e secondo le regole stabilite dal titolo II libro II del codice civile.
Diritti del coniuge nella successione legittima
Quanto al coniuge, il coniuge superstite è erede legittimo purché sia, al momento della morte del de cuius, a lui legato da un valido matrimonio. Anche laddove abbia contratto matrimonio il giorno prima del decesso. Eredita anche il coniuge putativo (art. 584 c.c.): qualora il matrimonio sia dichiarato nullo dopo la morte di uno dei coniugi, al coniuge superstite di buona fede (intesa come assenza di responsabilità per la celebrazione del matrimonio, come nel caso di coniuge il cui consenso è stato viziato da minaccia o timore) spettano i diritti attribuiti al coniuge che abbia contratto valido matrimonio.
Coniuge separato o divorziato: cosa cambia nell’eredità
Solo con il divorzio cessano i diritti sul patrimonio del(l’ex) coniuge. Il coniuge separato senza addebito mantiene tutti i diritti del coniuge; mentre il coniuge divorziato perde ogni diritto successorio.
Tuttavia, all’ex coniuge cui in sede di divorzio sia stato riconosciuto il diritto alla corresponsione periodica di un assegno può essere attribuito dal Tribunale, qualora egli versi in stato di bisogno, un assegno periodico a carico dell’eredità, tenendo conto dell’importo dell’ammontare dell’assegno, dell’entità del bisogno, dell’eventuale pensione di reversibilità, delle sostanze ereditarie, del numero e della qualità degli eredi e delle loro condizioni economiche.
Il diritto all’assegno si estingue se il beneficiario passa a nuove nozze o viene meno il suo stato di bisogno; qualora poi risorga lo stato di bisogno, l’assegno può essere nuovamente attribuito.
Il coniuge separato con addebito: ha diritto soltanto, entro certi limiti (se cioè, già godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto) a un assegno (art. 585 c.c.), dalla prevalente dottrina qualificato quale legato di alimenti ex lege, poiché svolge la medesima funzione dell’assegno alimentare che spetta al coniuge cui si addebitata la separazione.
Diritti riservati al coniuge nella casa familiare
Al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni.
Le regole della successione legittima
Di seguito le regole della successione legittima:
Se dunque il de cuius lascia il coniuge/unito civilmente ma non si sono discendenti una
parte del patrimonio andrà anche agli ascendenti o fratelli e sorelle.