Secondo l’ultimo rapporto trimestrale elaborato dal Mise in collaborazione con InfoCamere e con il supporto delle Camere di commercio, al 1° luglio 2021 si contano 13.582 startup innovative, l’8,1% in più rispetto al consuntivo di fine marzo
Cdp Venture Capital, con il Fondo nazionale innovazione, si pone l’obiettivo di rafforzare il sistema dell’imprenditoria italiana concentrandosi sui distretti ad alta specializzazione tecnologica. Lanciata una Rete nazionale di acceleratori fisici sul territorio italiano
Gli ultimi dati del consueto
rapporto trimestrale elaborato dal Mise in collaborazione con InfoCamere e con il supporto del sistema delle Camere di commercio confermano l’andamento positivo della popolazione delle startup innovative italiane:
al 1° luglio 2021 se ne contano 13.582, l’8,1% in più rispetto al consuntivo di fine marzo. Ma, stando a quanto rivelato da Cdp Venture Capital a We Wealth, sono ancora pochissime quelle che “decidono di rivolgersi ad acceleratori o incubatori per avviare la propria attività”. Senza comprendere che “sono strumenti in grado di offrire possibilità di crescita esponenziali e risorse molto utili, particolarmente nel primo periodo di sviluppo” della propria attività.
Secondo il ramo di investimenti di Cassa depositi e prestiti, per fare impresa sono necessarie due componenti fondamentali. “La prima è il capitale, qualcuno che creda nell’idea della startup e che finanzi il progetto fornendo un piccolo aiuto economico iniziale (rispetto agli ultimi anni, oggi anche in Italia esistono diversi soggetti che credono e investono nell’ecosistema del nostro Paese). La seconda componente è la qualità (e la competenza), perché non bastano l’idea e non bastano i soldi. È importante non lavorare con superficialità, bensì saper andare in profondità e irrobustire il proprio team: tutti possono avere una soluzione per il medesimo argomento, la migliore sarà sempre quella realizzata con più attenzione, ricerca, passione, dedizione”.
Certo, anche istituzioni, operatori e legislatori devono fare la loro parte. Ma in che modo Cdp Venture Capital supporta concretamente le startup innovative italiane in tal senso? “Con il Fondo nazionale innovazione si pone l’obiettivo di
rafforzare il sistema dell’imprenditoria italiana concentrandosi sui distretti ad alta specializzazione tecnologica, con lo scopo di favorire l’attivazione di sinergie virtuose e opportunità per tutti gli stakeholder coinvolti (startup, investitori, aziende, istituzioni)”, racconta. “Il collegamento tra i diversi distretti e le loro strutture organizzative è fondamentale per promuovere la collaborazione tra le aziende e grazie al suo Fondo acceleratori, Cdp Venture Capital è riuscito a lanciare una
Rete nazionale di acceleratori fisici sul territorio italiano che sostiene e mette in rete tutte le eccellenze dell’innovazione del nostro Paese”. Un progetto che punta a superare uno dei limiti tipici degli acceleratori (spesso, dichiara, “generalisti o troppo locali”), lavorando con attori già presenti sul territorio per rendere più agevole la cooperazione tra startup e corporate. In questo modo, anche i partner “mettono a disposizione la loro expertise e acquisiscono dalle startup nuove competenze, alimentando
un circuito di creazione di valore”.
Finora sono stati lanciati 6 acceleratori, ma l’obiettivo è di arrivare a costruire una rete di circa 20 soggetti sul territorio italiano entro la fine del 2022. Ricordiamo in particolare:
- FuturEd (H-Farm) lanciato il 12 luglio 2021. Dalla durata di tre anni, il programma mira a selezionare e accelerare 30 startup (10 ogni anno) che offrono soluzioni digitali, programmi innovativi e tecnologie all’avanguardia per la didattica e, in generale, per la formazione digitale. Con un focus su quella scolastica, universitaria, aziendale e continua;
- Cyber Xcelerator lanciato il 17 giugno 2021. Punta a selezionare 30 startup italiane e internazionali che desiderano aprire una sede in Italia, offrendo loro l’opportunità di accedere a un bacino di risorse finanziarie e un programma di accelerazione con oltre 250 mentor del network Startup wise guys;
- Zero lanciato il 12 aprile 2021. Con una dotazione iniziale di 4,6 milioni di euro, cui si aggiungeranno altri 1,8 milioni per i successivi follow-on post-accelerazione, ha l’obiettivo di sostenere in un triennio 30 startup attive nelle “clean technologies”;
- Acceleratore fintech e insurtech lanciato il 15 dicembre 2020. Conta su una dotazione iniziale di 1,65 milioni di euro, interamente sottoscritti da Cdp venture capital, e ulteriori 2 milioni di euro per successivi follow-on post-accelerazione. Anche in questo caso, il programma ha una durata triennale, ma punta a sostenere la crescita di 50 startup;
- WeSportUp lanciato il 3 dicembre 2020. Si tratta del primo acceleratore su sport e salute, con un focus sulla performance degli atleti, il loro benessere e nutrizione, l’engagement dei tifosi, la gestione delle organizzazioni sportive, le tecnologie per gli stadi e le infrastrutture sportive, gli e-sport e la sostenibilità. Nasce con una dotazione iniziale di 1,2 milioni di euro e mira a coinvolgere circa 30 startup e pmi innovative in tre anni;
- MotorValley Xcelerator lanciato il 2 novembre 2020. In questo caso, le startup selezionate accederanno a un percorso di accelerazione della durata di un semestre; al termine, potranno ottenere un ulteriore investimento da parte del Fondo acceleratori di Cdp Venture Capital, la Fondazione di Modena, Unicredit e Plug and play Italy.
Secondo l’ultimo rapporto trimestrale elaborato dal Mise in collaborazione con InfoCamere e con il supporto delle Camere di commercio, al 1° luglio 2021 si contano 13.582 startup innovative, l’8,1% in più rispetto al consuntivo di fine marzoCdp Venture Capital, con il Fondo nazionale innovazione, si…