- Donald Trump minaccia nuove tariffe sul tech, dai semiconduttori all’elettronica di consumo. Mostrata apertura nei confronti delle aziende nel mirino
- Stanzini: “È una buona occasione per riposizionarsi e virare sui titoli ad alto dividendo e titoli di settori difensivi”
Il valzer sui dazi di Donald Trump continua. Il presidente degli Stati Uniti ha minacciato nuove tariffe sul tech, dai semiconduttori all’elettronica di largo consumo. Poi, il parziale dietrofront, con la sospensione “temporanea” per smartphone e pc. Parlando dall’Air Force One domenica sera, Trump ha mostrato apertura nei confronti delle aziende finite nel mirino. “Bisogna mostrare una certa flessibilità. Nessuno dovrebbe essere troppo rigido”, ha dichiarato, lasciando intendere che alcune categorie di beni potrebbero ottenere un trattamento di favore. Una nuova spada di Damocle sui mercati finanziari, considerando anche l’elevato rischio di concentrazione?
“È difficile che la volatilità cali, perché resta una situazione di confusione”, osserva Alessandro Stanzini, responsabile economic research and markets strategy di Banca Aletti intervenuto in occasione dell’ultima puntata di Weekly Bell, la trasmissione di We Wealth che ogni lunedì fa il punto sui mercati finanziari e gli appuntamenti macroeconomici della settimana. “Queste continue retromarce non fanno altro che alimentare l’incertezza, ma soprattutto una perdita di fiducia nei confronti dell’economia americana e della sua amministrazione. Per cui, qualsiasi iniziativa di investimento, sia in termini finanziari che in termini di economia reale, risulta in questo momento molto difficile da intraprendere”, sostiene Stanzini.
Come giocare in difesa in Borsa
Secondo l’esperto, la regola fondamentale in fasi di turbolenza sui mercati finanziari come quella attuale è mantenere la rotta, evitando decisioni di investimento condizionate da eccessi di emotività. Anche se potrebbe anche essere un’opportunità per ricalibrare i portafogli. “È una buona occasione per riposizionarsi e andare a occupare quelle aree del portafoglio che non sono state occupate in precedenza, come titoli ad alto dividendo e titoli di settori difensivi”, afferma Stanzini.
I guru di Wall Street scommettono sul tech
C’è da dire che i grandi finanzieri americani hanno fatto finora il pieno di titoli tecnologici, nonostante le performance degli ultimi anni e le elevate valutazioni di mercato. È il caso per esempio di Nancy Pelosi, membro della Camera dei Rappresentanti americana, che ha aperto a metà gennaio varie scommesse rialziste, di cui tre su Alphabet, Amazon e Nvidia. Oppure di Warren Buffett con Apple. Cosa ci raccontano le loro mosse?
“Fare Warren Buffett e non essere Warren Buffett è molto difficile e può risultare anche dannoso”, avverte Stanzini. “Però mi piace citare una delle tante frasi per cui è diventato famoso, oltre che per i risultati finanziari accumulati negli anni: il mercato è quel luogo dove si trasferisce ricchezza dagli impazienti ai pazienti. Cosa significa? Significa che proprio in queste fasi non bisogna farsi prendere dalla paura. Se si è tracciata una rotta, è il momento inadatto a cambiarla. Stabilito il proprio orizzonte di investimento, le proprie capacità e il proprio profilo di rischio, occorre seguire quella strada anche in condizioni perturbate come quelle delle ultime settimane”.
Come proteggersi dal rischio di concentrazione
C’è poi il rischio di concentrazione da considerare. Secondo Cathie Wood, ceo di Ark Invest che ha a sua volta costruito la propria notorietà su scommesse mirate nel settore tech, la concentrazione del mercato attorno a pochi grandi nomi come Apple e Alphabet rappresenta un’anomalia. Senza dimenticare che, se si guarda alla composizione dell’indice Msci World, gli Stati Uniti pesano circa il 72%. “Il tema della concentrazione è un po’ un falso problema”, sostiene in realtà Stanzini.
“Quando i mercati sono saliti, l’aumento delle quotazioni è sempre stato guidato da un numero di titoli abbastanza contenuto che, guadagnando capitalizzazione nel tempo, sono diventati sempre più importanti. Man mano che la concentrazione aumenta, i casi sono due: o si sceglie di percorrere fino in fondo la redditività che queste azioni offrono – perché effettivamente sono quelle più performanti – oppure si sceglie di operare fin dall’inizio con un dosaggio di diversificazione abbastanza crescente”, dice l’esperto. “È sempre un trade-off tra rincorrere redditività o assumere meno rischio”.
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