Esg: il caos delle regole fa tornare i consulenti a scuola

Il 57,5% dei consulenti ritiene di possedere una buona conoscenza delle tematiche Esg, ma il 52,5% considera la formazione un ambito migliorabile
Testoni: “L’over regulation di quest’anno ha come conseguenza indiretta quella di imporre alla finanza un upgrade di conoscenza e un grandissimo sforzo di allineamento”
Il 2021, per la finanza sostenibile in Italia, è stato un anno di grande euforia. Il 2022, invece, passerà alla storia come l’anno dell’attacco. Un anno che ha visto i consulenti finanziari fare i conti con quello che Luca Testoni (fondatore del salone.SRI) definisce come un “eccesso di regolamentazione”. E che ha finito per alimentare una fame di formazione proprio all’interno delle reti.
“Dopo il periodo di grande euforia che ha caratterizzato il 2021, quest’anno il modello Esg ha subito molteplici attacchi”, racconta a We Wealth Testoni. “Attacchi che prendono le mosse innanzitutto da alcuni grandi equivoci legati allo stesso acronimo Esg. L’equivoco di fondo è che viene considerato l’Esg come un’asset class, invece che un metodo di analisi delle asset class. È come mettere sotto attacco l’invenzione del microscopio perché qualcuno l’ha utilizzato male. L’Esg in realtà è il microscopio, il modello che ci consente di guardare a tutto lo spettro della finanza con lenti differenti”.
Ma gli attacchi, continua Testoni, derivano anche dall’introduzione di una serie di norme che hanno generato da un lato il timore dell’industria di non farcela e dall’altro crescenti timori di greenwashing. “Ci si trova a giocare con strumenti complessi che chiedono un grande studio e un grande sforzo da parte della finanza e che rischia di innescare qualche passo indietro. Credo per esempio che alcuni prodotti che sono stati indicati come art. 8 (ai sensi della Sustainable finance disclosure regulation, ndr) lo scorso anno o nei primi mesi dell’anno corrente faranno presto un passo indietro. E lo stesso vale per quelli indicati come art. 9. Ma questa grande over regulation (dalla Sfdr alla Mifid 2 fino ai legami con la Tassonomia) ha come conseguenza indiretta anche quella di imporre alla finanza un upgrade di conoscenza e un grandissimo sforzo di allineamento”, spiega l’esperto.
Stando alla ricerca Sri: il coinvolgimento consulente-cliente condotta da Anasf e ET.Group (think tank specializzato in sostenibilità e ideatore del salone.SRI, in programma il 14 e 15 novembre al Palazzo delle Stelline di Milano) e giunta all’ottava edizione, quasi sei consulenti finanziari su dieci mostrano infatti in generale un interesse crescente nei confronti dei prodotti sostenibili e responsabili. Il 57,5% ritiene in questo contesto di possedere una buona conoscenza delle tematiche Esg, percentuale che scivola al 22,5% tra chi parla di una conoscenza “sufficiente” e al 19% tra chi parla di una conoscenza “ottima”. Se si guarda in particolare alla revisione della Mifid 2 entrata in vigore lo scorso agosto (che impone agli intermediari finanziari di tenere conto delle preferenze di sostenibilità dei clienti nel corso del processo di profilazione delle necessità finanziarie e di valutazione dell'adeguatezza dell'offerta), il 78% dei consulenti rivela come la propria rete abbia predisposto percorsi di formazione ad hoc per gestire le nuove disposizioni di trasparenza ed educazione del cliente. Eppure, oltre la metà (52,5%) considera in generale la formazione un ambito migliorabile.
“Negli ultimi due anni le reti si sono mosse in forza sul discorso formazione. Ma devo dire che si tratta di una formazione necessariamente molto basic. Come emergerà da salone.SRI 2022, la strada che il sistema Esg sta perseguendo, è quella di alzare la qualità di player, strategie e prodotti. Questo farà pulizia, indebolirà i critici e renderà gli Esg ancora più forti nel 2023”, aggiunge in conclusione Testoni. “Se il 2020 è stato l’anno dell’ingresso dell’Esg in Italia, il 2021 quello della grande euforia e il 2022 quello dell’attacco, sono convinto che nei prossimi mesi questo mondo spazzerà via gli attacchi speculativi e ne uscirà più forte di prima. Più pulito, con meno greenwashing e con più consapevolezza”.