Banche, Bce: “Nessuna soddisfa i requisiti di trasparenza sul clima”

Nel 2021 sette banche su dieci hanno divulgato informazioni sulla gestione dei rischi ambientali e climatici, ma solo una su cinque rivela metodologie, metriche e criteri adottati nell’allinearsi agli obiettivi degli Accordi di Parigi
Le attuali divulgazioni non sarebbero sufficienti a soddisfare i futuri requisiti normativi. Mentre il 74% delle banche pubblica informazioni sulle proprie emissioni di gas serra, per esempio, solo il 15% pubblica dati sulle emissioni delle attività da esse finanziate
Frank Elderson, membro del comitato esecutivo della Bce: “Siamo pronti a utilizzare l’intera gamma di strumenti di vigilanza a nostra disposizione per garantire che le informazioni su clima e ambiente siano all’altezza dei nostri standard”
A mancare sono dettagli concreti sull'impegno sostenibile degli istituti di credito. Come anticipato in apertura, solo un istituto su cinque rivela metodologie, metriche e criteri adottati nell'allinearsi agli obiettivi degli Accordi di Parigi. E più di un terzo non divulga affatto questi aspetti. In altre parole, l'analisi ha mostrato che nessuna delle banche analizzate soddisfa le aspettative della Bce sulle divulgazioni ambientali e climatiche. Alcune, si legge nello studio, pubblicano report sui rischi climatici e ambientali includendo ampie informazioni qualitative e quantitative. Ma altre riferiscono sui rischi climatici e ambientali solo marginalmente o esclusivamente nel contesto della sostenibilità aziendale, generando una certa confusione tra l'impatto della loro operatività e quello delle attività da esse finanziate.
Il punto è che nel contesto della Corporate sustainability reporting directive (la direttiva che, entro la fine del 2022, andrà ad aggiornare gli attuali requisiti di rendicontazione non finanziaria definiti dalla Non-financial reporting directive spingendo le aziende europee a divulgare una serie di informazioni legate ai rischi ambientali, sociali e di buona governance, ndr) e degli imminenti Implementing technical standards dell'Autorità bancaria europea (che gli istituti dovranno considerare dal 2023 facendo riferimento ai dati di fine 2022, ndr), le banche dovranno divulgare parametri specifici che mostrino la misura in cui le loro attività sono allineate con la Tasonomia Ue. E le attuali divulgazioni non sarebbero sufficienti a soddisfare i futuri requisiti normativi. Mentre il 74% pubblica informazioni sulle proprie emissioni di gas serra, per esempio, solo il 15% pubblica dati sulle emissioni delle attività da esse finanziate. Inoltre, un quarto degli istituti del campione fornisce informazioni qualitative legate alla Tassonomia Ue mentre solo il 7% fornisce informazioni quantitative.
“Per quelle banche rimaste sistematicamente indietro rispetto alle aspettative della Bce, e del mercato, c'è solo una strada da percorrere”, interviene Elderson. “È tempo che siano trasparenti sui rischi ambientali e climatici in modo che, portando questi dati alla luce, possano passare da una verità scomoda a un risultato desiderabile. Per noi e per tutte le generazioni future. Siamo pronti a utilizzare l'intera gamma di strumenti di vigilanza a nostra disposizione per garantire che le informazioni su clima e ambiente siano all'altezza dei nostri standard e, in ultima analisi, che le banche arrivino preparate all'entrata in vigore dei nuovi requisiti normativi”.