- Assad ha lasciato Damasco a bordo di un volo diretto verso una località inizialmente sconosciuta. Stando a quanto confermato da una fonte del Cremlino alla Tass, l’ex presidente sarebbe arrivato a Mosca
- I mercati finanziari sembrano al momento trascurare la situazione geopolitica, eccetto alcune materie prime. Oro in rialzo, con la quotazione spot salita oltre i 2.650 dollari nella mattinata del 9 dicembre
- Sartorelli (Siat): “La Siria oramai pesa poco sulla geopolitica e ancor meno sulla geoeconomia. Oramai da parecchi anni è uno Stato marginale nello scacchiere orientale, visto il perenne conflitto interno”
Il regime di Bashar al Assad è caduto. In un discorso trasmesso dalla televisione di Stato siriana domenica, la coalizione ribelle ha annunciato la notizia, dichiarando di aver rilasciato tutti i prigionieri detenuti ingiustamente e invitando combattenti e cittadini a preservare le istituzioni statali. Nella notte tra sabato e domenica Assad ha lasciato Damasco a bordo di un volo diretto verso una località inizialmente sconosciuta, decollando dall’aeroporto internazionale della capitale. Stando a quanto confermato da una fonte del Cremlino alla Tass, sembrerebbe che l’ex presidente sia arrivato a Mosca, che avrebbe concesso asilo politico a lui e ai suoi familiari.
La caduta del regime di Assad: cos’è successo in Siria
L’ingresso dei ribelli in città è stato intanto accolto con spari di festeggiamento e invocazioni religiose dagli altoparlanti delle moschee. Da Parigi a Londra, da Berlino al Cairo, la caduta del regime di Assad è stata celebrata da centinaia di manifestanti. Ma apre un’era di incertezza in Siria, dilaniata da una guerra civile che ha causato circa mezzo milione di vittime, e rappresenta un duro colpo per Russia e Iran, che perdono un alleato chiave nella regione. Le potenze internazionali restano così “alla finestra”, in attesa dell’evolversi della situazione. “Assad deve essere portato davanti alla giustizia e punito”, le parole di Joe Biden dalla Casa Bianca.
Biden: “Opportunità storica per il popolo siriano”
“Questa è un’opportunità storica per il popolo siriano. Gli Stati Uniti proteggeranno i vicini della Siria in questo periodo di transizione: Iraq, Giordania e Israele. Lavoreremo con tutti i gruppi i siriani al fine di costruire una nazione indipendente”, ha aggiunto il presidente uscente. A intervenire sul tema è anche l’Unione europea: “La fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Dimostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran. La nostra priorità è garantire la sicurezza nella regione. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione”, le parole di Kaja Kallas, alto rappresentante Ue per la politica estera in un post su X.
Dopo la caduta di Assad: gli effetti sui mercati
I mercati finanziari sembrano invece al momento trascurare la situazione geopolitica, eccetto alcune materie prime. “La Siria oramai pesa poco sulla geopolitica e ancor meno sulla geoeconomia”, dichiara a We Wealth Eugenio Sartorelli, membro del comitato scientifico di Siat. “Oramai da parecchi anni è uno Stato marginale nello scacchiere orientale, visto il perenne conflitto interno, esattamente come lo è diventato l’Afghanistan poco più in là”, prosegue l’esperto. Secondo Sartorelli, i mercati sono a loro volta diventati “cinicamente poco sensibili” alle guerre. “Nello scacchiere Mediorientale solo un conflitto aperto tra Israele e Iran pone dei timori a livello internazionale e geoeconomico, soprattutto per i prezzi del petrolio e delle merci che devono passare per lo Stretto di Hormuz e lo Stretto di Suez”, osserva l’esperto.
Oro in rialzo, quotazione spot oltre i 2.650 dollari
Intanto, l’oro risulta in rialzo in scia alla caduta di Assad, con la quotazione spot salita oltre i 2.650 dollari nella mattinata del 9 dicembre. Il metallo giallo “tende a essere favorito da scenari geopolitici complessi. Non è certo un mistero che sia il bene rifugio per eccellenza”, dichiara Alberto De Casa, analista per Swissquote. “La questione Assad è certamente uno dei market driver che possono sostenere gli acquisti”, prosegue, marcando tra l’altro l’impatto della notizia giunta dalla Cina. “La banca centrale è tornata a comprare oro – per le proprie riserve – dopo sei mesi di stop. Un altro elemento potenzialmente positivo per le quotazioni auree”, afferma De Casa.
“Sul fronte delle valute solitamente il dollaro solitamente è visto come valuta rifugio, così come lo yen. Oggi però non stiamo vedendo particolari movimenti, con l’euro-dollaro scambiato in leggero rialzo sopra 1,0550”, continua l’analista. Quanto infine al petrolio, sebbene l’incertezza siriana potrebbe colpire temporaneamente le esportazioni dell’oro nero, De Casa ricorda come il Paese esporti meno di 100mila barili al giorno, in calo rispetto ai 600mila del 2011. “Pertanto, credo i mercati temano più rischi di incertezza ed escalation delle tensioni che questioni numeriche vere e proprie”, conclude De Casa.