I gioielli dei Sassoon in asta, con il “supporto” di Cartier
Sassoon e gioielli, un connubio mitico quanto il loro appellativo di “Rothschild dell’Est”, essendo la famiglia ebraica di origini irachene, ricchissima e amante della bellezza. Di quella bellezza di cui amavano circondarsi i Sassoon facevano parte i cinque lotti che Christie’s offrirà in asta a Ginevra il prossimo 12 novembre 2024. Gioielli preziosi per fattura e materia prima, rimasti nella stessa famiglia – i Sassoon – dal momento dell’acquisto, avvenuto fra gli anni ’20 e ’30 del XX secolo. Evento rarissimo date le successive traversie belliche degli anni ’40. Molte di quelle gioie risalenti a cento anni fa o più infatti risultano oggi disperse o snaturate nella forma e nella composizione. A metterli in vendita, l’attuale proprietario, bisnipote degli acquirenti originari, appassionati di alta gioielleria: le montature di Cartier che richiedevano in Bond Street non erano che un supporto per i loro diamanti di estremo pregio, ma anche zaffiri, smeraldi, rubini.

Negli anni Venti-Trenta Cartier consolidò la sua reputazione di fornitore di lusso, attirando clienti come maharaja, reali d’Europa, industriali, milionari americani e le figure più influenti e alla moda dell’epoca. Una reputazione costruita per il grande lavoro di avanguardia nella concezione del design dei gioielli.

Il lotto che potrebbe superare tutti gli altri
Il top lot fra i gioielli della collezione dei Rothschild dell’Est potrebbe essere la scintillante collana Art Deco Cartier di diamanti indo-persiani (foto apertura), non solo per la preziosità della materia prima in sé, ma anche per la fattura del suo design, perfetta fusione di Oriente e Occidente e simbolo delle radici culturali dei Sassoon. Gli specialisti considerano questa collana tra i più importanti gioielli di diamanti Cartier dei primi anni del XX secolo.

I diamanti presentano un taglio a cuscino, rimasti nelle loro incastonature originali, per un peso totale di circa 130-140 carati. La stima iniziale del lotto si colloca fra il milione e il milione e mezzo di dollari (900.000 – 1.300.000 franchi svizzeri). La storia della loro provenienza è rocambolesca: durante la seconda guerra mondiale, la banca in cui erano custoditi andò completamente distrutta. Fortunatamente però la relativa cassetta di sicurezza fu messa in salvo dalla polizia, e la proprietaria poté recuperarla.

Perché è celebre la famiglia Sasson? L’epopea dei Rothschild dell’est e dei loro gioielli
La storia moderna dei Sassoon inizia nella prima metà dell’Ottocento, quando David Sassoon (1792-1864) lasciò Baghdad per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei. Qui la famiglia per generazioni aveva con successo intrapreso commerci, essendo pure tesoriere dei pascià ottomani. Gli annali ricordano la ricchezza e la generosità di Sassoon ben Salih (1750-1830), leggendarie: fece costruire scuole, orfanotrofi, ospedali e musei.
A metà del XIX secolo la famiglia dunque dovette lasciare l’Iraq per stabilirsi a Mumbai, dove continuò a prosperare nei suoi commerci con il supporto dei suoi otto figli. La famiglia espanse l’attività a Calcutta, Karachi, in Cina, Giappone, Myanmar e Malesia, arrivando a formare uno dei primi conglomerati internazionali. L’approdo a Londra si deve a uno dei suoi figli, Sassoon David Sassoon (1832-1867), il primo della famiglia a stabilirsi nella capitale britannica. Di lì, la famiglia si affermò come una delle più importanti a livello socio-culturale e politico non solo nel Regno Unito, ma anche in Europa.

Durante la seconda guerra mondiale, Sir Victor Sassoon fu tra i principali finanziatori dell’operazione con cui circa 18mila ebrei ripararono a Shanghai. Fu inoltre tra i più attivi collaboratori dell’International Committee for European Immigrants. Oltre che per le abilità commerciali e affaristiche, i Sasson nei decenni si sono distinti per la passione per l’arte e l’impegno civico. In questo ultimo ambito, si ricorda Rachel Sassoon-Beer, prima donna in Gran Bretagna a dirigere due quotidiani, The Sunday Times e The Observer.
Un recente record d’asta legato ai Sassoon Il nome “Sassoon” è salito agli onori delle cronache un anno e mezzo fa (maggio 2023), quando da Sotheby’s qualcuno si è accaparrato per 38,1 milioni di dollari il Codex Sassoon, ovvero la Bibbia (quasi completa) più antica al mondo, risalente a circa 1100 anni fa (fine X o inizio XI secolo). Si chiama così da chi lo acquistò in asta nel 1929, ovvero David Solomon Sassoon, celebre uomo d’affari, filantropo e collezionista di manoscritti ebraici.