Cos’è la rottamazione quinquies?
La rottamazione quinquies è una misura straordinaria prevista dal Ddl n. 1375, attualmente giacente al Senato, su cui si sta concentrando l’attenzione di molti contribuenti, che prevede di sanare in modo agevolato i debiti con il Fisco.
Sul “magazzino” di crediti fiscali (oltre il miliardo di euro) ho già avuto modo di esprimere alcune considerazioni tempo fa. Intendiamoci, con un debito pubblico attualmente intorno ai 3.000 miliardi di euro, si sta discutendo di un credito pubblico di appena lo 0,03% (con il tre periodico): potrebbe anche essere più efficiente abbuonare le pendenze e pensare ad altro.
Ecco qualche indicazione sulla nuova rottamazione fiscale che si profila all’orizzonte e su cosa prevede la nuova sanatoria fiscale.
Cosa cambia rispetto alla rottamazione quater? I vantaggi della quinquies
Il 30 aprile 2025 scadrebbe invero il termine per aderire alla rottamazione quater, ma è già in vista un modello di “autovettura” più moderna e equipaggiata: perché dunque rischiare di comprare un modello già vecchio?
Fuor di metafora, la maggiore convenienza della nuova rottamazione è evidente: si estende ai debiti risultanti dai carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio del 2000 al 31 dicembre 2023 e amplia il termine per il pagamento a rate: massimo 120 rate mensili (10 anni, dunque) di pari importo, con possibilità di “saltare” fino a 8 rate senza decadere dal piano di rateazione.
Scadenze e domanda: quali sono i tempi per aderire alla nuova rottamazione?
Purtroppo, è ancora necessaria una legge per disporre di questo “magazzino” di crediti e con le “lungaggini” richieste da un Parlamento i tempi tecnici, secondo l’Agenzia delle entrate, rischiano di rendere impossibile l’obiettivo che il disegno in parola si propone: placet amministrativo (alle singole istanze) entro il 30 giugno prossimo, con conseguente pagamento della prima rata entro il 31 luglio successivo.
Colpevole del ritardo, Parlamento a parte, sembra essere la Sogei, il “braccio informatico” del fisco, che non sarebbe in grado di predisporre in così poco tempo il software necessario a gestire il flusso delle domande (e relative risposte) di rottamazione nei tempi sopra indicati.
I cosiddetti “rumors” ipotizzano addirittura un restyling della rottamazione nell’ambito della finanziaria 2026 (se ne parlerebbe quindi ad autunno inoltrato), mentre la Lega del ministro Giorgetti sembra propensa a un intervento più rapido.
A chi si applica la nuova rottamazione?
Non sembrano comunque esserci i presupposti per una decretazione d’urgenza, mentre è facile prevedere che la rottamazione quinquies, al lordo degli emendamenti (della prima e dell’ultima ora), rimetterà in corsa tutti coloro che hanno debiti nei confronti del fisco, compresi quelli che sono decaduti dalla precedente rottamazione (così è avvenuto infatti con il modello di autovettura “quater”).
È meglio aderire ora alla rottamazione quater o aspettare la rottamazione quinquies?
Da questo punto di vista – dando per scontato che la rottamazione quinquies ci sarà – occorre fare una valutazione di opportunità circa la rottamazione quater: meglio non aderire e attendere la nuova misura, o aderire e, al limite, decadere per aderire alla nuova rottamazione?
Quali debiti rientrano nella rottamazione?
È comunque utile ricordare che la rottamazione che scadrà fra pochi giorni riguarda tutti i contribuenti e avrà ad oggetto:
- le imposte erariali,
- i contributi previdenziali e assistenziali,
- i tributi locali
- le sanzioni amministrative (multe stradali e altre sanzioni non tributarie).
Quali debiti sono esclusi dalla rottamazione?
Mentre non sono ricompresi:
- i recuperi di aiuti di Stato,
- le condanne della Corte dei Conti,
- le sanzioni pecuniarie penali,
- le risorse comunitarie
- l’Iva sulle importazioni.
La rottamazione quinquies, a parità di perimetro, avrà invece, come visto, condizioni più “morbide”.
Si va verso un nuovo condono fiscale per tutti?
Alla luce di quanto precede, vista l’universalità di queste rottamazioni (la quater riguarda tutti i contribuenti e un’area vastissima di poste debitorie), e l’amplissimo arco temporale interessato (22 anni di tributi, contributi e multe non pagati), potrebbe essere giunta l’ora di un condono fiscale erga omnes.
La domanda di fondo è infatti questa: se si concedono 10 anni per pagare a chi ha un debito certo (giusto o ingiusto) verso il Fisco, perché non permettere, a chi vuol mettersi in regola o chiudere un contenzioso, di saldare un debito “incerto” verso lo stesso fisco, magari in pochi mesi?