La pensione per molti italiani diventa un miraggio, ma anche la previdenza integrativa non gode di ottima salute visto che in tanti avrebbero bisogno di una rendita vitalizia per integrare la pensione pubblica.
Quanti hanno bisogno di una rendita vitalizia
Secondo l’Osservatorio di Moneyfarm, a oggi solo 26 italiani su 100 stanno mettendo da parte dei risparmi in strumenti di previdenza complementare e nel periodo 2007-2022 solo il 22% del Trattamento di fine rapporto è stato destinato a questi prodotti. Inoltre, a fine 2022, erano quasi 2,5 milioni i “silenti”, cioè persone che pur possedendo un fondo pensione hanno smesso di versare dei soldi, di cui circa la metà da oltre 5 anni.
Consapevoli di una pensione non sufficiente
Eppure, stando a quanto emerge da una recente analisi della società del risparmio gestito Anima SGR, gli italiani sono consapevoli che una volta andati in pensione l’assegno garantito dall’Inps non sarà sufficiente. Nel sondaggio, 9 intervistati su 10 affermano di aver pensato a questo problema e di ritenerlo “molto” o “abbastanza” rilevante, eppure, la quota di intervistati che dichiarano di avere attivato una qualche soluzione di previdenza integrativa si ferma al 54%.
Gli strumenti per mettersi al riparo come le polizze assicurative
Uno di questi è la rendita vitalizia che permette di integrare il sistema pensionistico pubblico ottenendo una somma di denaro vita natural durante. Infatti, in seguito al pagamento di un premio unico o periodico, si riceverà una rendita vitalizia cioè una somma di denaro che verrà pagata a vita, in base alle tempistiche concordate nel contratto con la compagnia assicurativa.
Ma vediamo meglio come funziona questo prodotto. La rendita vitalizia può essere di due tipi: immediata e differita. La prima si ottiene versando il premio in un’unica soluzione. Così facendo, la compagnia liquida all’assicurato, sin da subito, una rendita vitalizia rivalutata di anno in anno, finché resterà in vita. In questo caso, non è previsto il rimborso anticipato (riscatto) del capitale.
La rendita vitalizia differita
La rendita vitalizia differita, invece, si ottiene versando il premio in un’unica soluzione o in più rate, mentre la compagnia pagherà la rendita a partire da una data concordata. Quindi l’assicurato non riceve subito la rendita, ma la matura dopo un periodo di tempo, detto “di differimento”. Durante questo periodo la compagnia accumula i premi versati. Il periodo di differimento è deciso dal sottoscrittore, dopo che l’assicurazione ha indicato un tempo minimo e massimo tra cui scegliere. Anche questa rendita si rivaluta annualmente e viene versata finché l’assicurato resta in vita.
Come funziona la rivalutazione
La compagnia accantona il denaro versato, dedotti i costi, in un fondo interno che essa stessa gestisce (la gestione separata) per generare dei rendimenti che poi confluiranno nella prestazione dovuta. La prestazione, quindi, si rivaluta in funzione dell’andamento del fondo.
La polizza, quindi, è collegata con l’andamento degli investimenti di una gestione assicurativa in strumenti finanziari. Questa rientra nella definizione di prodotti di investimento assicurativi, essendo esposta al trend dei mercati finanziari.
Come si versa il premio per ottenere una rendita vitalizia
Il premio si può versare in un’unica soluzione – a cui si possono aggiungere delle integrazioni – oppure a rate. In alcuni contratti se si versa l’importo a rate, dopo un numero di anni stabiliti nel contratto, è anche possibile sospendere il pagamento dei premi. Così il contratto resterà attivo, ma alla scadenza il capitale maturato sarà più basso rispetto a quello stabilito inizialmente.
Cosa succede se l’assicurato muore
Se l’assicurato muore durante il periodo di versamento della rendita, la prestazione s’interrompe e il contratto termina. Ma se la rendita è reversibile, la prestazione spetta alle persone indicate dal contraente assicurato sul contratto. Invece, se il decesso dell’assicurato avviene durante il periodo di differimento, i premi versati verranno restituiti, al netto dei costi, ai beneficiari indicati.