Arte spaziale. O per lo meno lunare: sarà così per le opere dell’ingegno di 30.000 creativi di 157 paesi, in procinto di volare verso la Luna. L’iniziativa si deve a Samuel Peralta, scrittore e fisico canadese. A supportarlo, la NASA con le sue missioni Artemis. Le opere arriveranno sul satellite terrestre a bordo del Lunar Codex, ovvero quattro micro navicelle o “Moon box”, quattro “capsule del tempo” denominate Orion Collection, Nova Collection, Peregrine Collection e Polaris Collection. Le opere sono state digitalizzate su schede di memoria o trasferite su NanoFiche, dischi di nichel con un diametro inferiore ai tre centimetri, capaci di contenere fino a 150mila pagine di testo e immagini incise con laser deep blue, in grado di resistere a qualsiasi condizione si presenti sulla superficie lunare. Le collezioni del “Codice Lunare” costituiscono il primo posizionamento significativo di arti contemporanee sulla Luna in oltre 50 anni. Non solo quadri e fotografie: il Codice Lunare comprende anche una notevole collezione di libri contemporanei, racconti, poesie, saggi, musica, film e «altro ancora», come dichiara Peralta sul suo sito.
Nanofiche in nichel con immagini di alcune opere appartenenti al progetto Lunar Codex
Arte sulla Luna, SpaceX ma non solo
«Sognavo di andare sulla Luna e un giorno è stato possibile. Sto condividendo questo sogno con molti degli artisti, autori, musicisti e registi di cui amo il lavoro», prosegue il fisico in pensione.
Per la Collezione Orion non si tratta di un debutto: è già stata nello spazio a bordo della navicella Orion nell’ambito della missione Artemis 1 della NASA, tornando sana e salva sulla Terra l’11 dicembre 2022. La prossima collezione ad arrivare fisicamente sulla Luna sarà la Nova Collection, tra ottobre e novembre 2023. Compirà il suo viaggio a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 con un lander della missione CLPS-2 della NASA verso il cratere Malapert A al polo sud lunare.
Quindi dopo un mese toccherà alla Collezione Peregrine, la cui meta è la piccola pianura lunare Sinus Viscositatis. Il viaggio extraterrestre sarà compiuto a bordo di un Lander Astrobotico Peregrine appartenente a un razzo Vulcan Centaur della United Launch Alliance. Infine, la collezione Polaris giungerà nel cratere Nobile su un rover Viper della NASA dopo l’atterraggio a bordo di un lander Astrobotic Griffin lanciato da un razzo Falcon Heavy della SpaceX. Molte delle opere sono a tema spaziale, dalla serigrafia New Moon di Alex Colville (1980) al dipinto The Dreaming Moon di Sean William Randall (2016), alla stampa all’acquaforte e acquatinta Moon Dance di Doreen Foster (2012).
Non è la prima volta che opere d’arte vengono inviate nello spazio, né sarà l’ultima. Anche la Arch Mission Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro guidata dal venture capitalist Nova Spivack, ha inviato archivi in orbita intorno al sole e nello spazio. L’ente prevede di inviare un archivio nell’orbita di Marte entro il prossimo anno e sulla superficie del pianeta rosso nei prossimi decenni.
Luna e arte spaziale, una tradizione che continua
La prima opera d’arte in assoluto a viaggiare sulla Luna è stata The Moon Museum, una piastrella di ceramica creata da Forrest Myers nel 1969. Vi figuravano disegni di artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, David Novros, John Chamberlain e Claes Oldenburg. Due anni dopo, nel 1971, la NASA inviò nello spazio una scultura in alluminio dell’artista belga Paul van Hoeydonck, nell’ambito della missione Apollo 15. In seguito, la NASA inviò la capsula del celebre Golden Record, il disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali Voyager nel 1977, contenente suoni e immagini terrestri selezionate al fine di portare le voci della Terra in giro per lo spazio, perché forme di vita aliene un giorno le possano ascoltare. Ma il Lunar Codex, dice il suo ideatore, «è attualmente l’unico progetto archivistico veramente globale lanciato nello spazio», inoltre è «diverso dagli altri progetti di archiviazione» perché «si concentra sulle arti contemporanee».