Chi si stupisce più se le previsioni finanziarie non si realizzano? Si sa, il loro scopo è più descrivere le aspettative e offrire materiale di discussione; la declinazione operativa va sempre presa con cautela. Eppure, questo inizio di 2025 è stato particolarmente catastrofico nel ribaltare quasi tutte le previsioni di mercato formulate verso fine anno. Ci si potrebbe aspettare che la portata di questi “errori” di valutazione si sia accompagnata a significative sorprese politiche, ma con l’unica eccezione del fattore Deep Seek in Cina, la maggioranza degli eventi politici che si sono verificati erano quelli immaginati dagli analisti.
Qualche esempio eclatante di attese realizzate. L’amministrazione Trump aveva promesso un riequilibrio della bilancia commerciale da ottenere attraverso l’imposizione di nuovi dazi, che sono puntualmente arrivati. Ha realizzato un ordine esecutivo che stabilisce un ecosistema favorevole per le criptovalute e ha proseguito con il piano di una riserva strategica in Bitcoin. Gli affari delle Big Tech sono stati sostenuti da trimestrali oltre le attese. Sul fronte geopolitico, le promesse elettorali di Trump per accelerare la fine del conflitto in Ucraina si stanno concretizzando con uno spregiudicato distanziamento da Volodymyr Zelensky e la sospensione del supporto militare e di intelligence americano sul terreno. In Europa, in vista delle elezioni tedesche, si immaginava l’impulso di politica economica che avrebbe espanso la spesa pubblica nel Paese, la cui economia era già in declino. La Bce, infine, è andata avanti con i tagli dei tassi, come previsto. Questi sviluppi non sono stati colpi di scena improvvisi come il crollo di Evergrande o la pandemia: erano chiaramente anticipati nei maggiori outlook professionali. A prendere la direzione opposta alle attese non sono stati gli eventi, ma le reazioni dei mercati.
Si credeva che il protezionismo americano avrebbe sostenuto il dollaro. Invece, al 18 marzo, l’indice del dollaro è in calo del 4,6%. Si pensava che la chiusura commerciale degli Usa avrebbe punito più l’Europa esportatrice che non gli Stati Uniti: eppure, lo Stoxx 600 è in crescita dell’8,4% rispetto all’S&P 500, in calo del 4,5%. Dopo la forte concentrazione dell’attenzione sul fattore AI, si credeva che la sovraperformance della tecnologia sarebbe proseguita, con la prospettiva di battere la media di Wall Street. Il risultato ad oggi: Nasdaq 100 in calo del 7,25% da inizio anno. Il Bitcoin sfugge ancor più facilmente alle previsioni, ma al momento non sta mantenendo la promessa di salire grazie all’impulso dell’amministrazione Trump: -12,4% è l’attuale bilancio da inizio anno, nonostante i record toccati nelle scorse settimane.
Più sorprendente, finora, è il percorso dell’oro: nonostante l’ipotesi di una risoluzione in Ucraina e tassi elevati più a lungo negli Stati Uniti (entrambe attese e non sorprendenti), l’oro è rimasto la migliore asset class da inizio anno con un rialzo del 15% in termini di dollari e nuovi record oltre quota 3.000.
Gli esempi di previsioni che non si realizzano non sono mai mancati, ma per il risparmiatore di lungo termine sono un chiaro invito all’umiltà: neanche i professionisti riescono facilmente a tradurre in azioni profittevoli anche previsioni azzeccate sui fatti che si verificano. A ben vedere, infatti, gli umori degli investitori possono essere molto meno prevedibili di quel che si crede. Ad esempio, la portata dell’espansione fiscale tedesca ha reso l’azionario europeo più frizzante di quanto non si potesse sospettare. Oppure, la guerra commerciale, che pure è stata tutto fuorché una sorpresa, piace molto meno se anziché rafforzare l’economia della nazione che la propone rischia di portarla in recessione (come si teme in queste settimane). Anche le intuizioni corrette possono rivelarsi inutili, perché le variabili impreviste sono sempre dietro l’angolo. I consigli per gli investitori che cercano un po’ di prevedibilità sono, alla fine, sempre gli stessi e un po’ noiosi: definire per quanti anni si intende investire, capire quanto rischio si può tollerare e diversificare. Se serviva un bagno di umiltà in più, questo inizio di 2025 è piombato sugli esperti come una secchiata d’acqua gelida.