Il Ministero dell’Università e della Ricerca con il Dm 566 del 30 aprile 2021 ha sancito di avviare entro il 2022 le procedure di affidamento dei lavori di miglioramento degli edifici e le residenze universitarie, quale condizione per non perdere i quasi 257 milioni di euro già assegnati loro come prima tranche dei fondi per i programmi di edilizia universitaria per il periodo 2019-2033, pubblicato a marzo 2020 (e poi prorogato causa pandemia).
Nella graduatoria stilata a marzo 2021, tra i progetti presentati da 43 università, la quota maggiore di oltre 36 milioni di euro va all’Università Federico II di Napoli, segue l’Università di Firenze con 31 milioni, l’Università di Bologna con 20 milioni e l’Università di Chieti-Pescara con oltre 16 milioni.
Ma questo è “solo” un finanziamento con fondi ordinari per il miglioramento degli edifici esistenti. La vera svolta per gli studenti universitari arriverà con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che destina 960 milioni di euro agli alloggi dei fuorisede.
Il capitolo 1.7 del Pnrr “Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti” sancisce che la misura “si basa su un’architettura innovativa e originale, che ha l’obiettivo di incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del ministero dell’Università e della ricerca (Mur), degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse.”
Si può dunque comprendere quanto sia importante la misura del Pnrr il cui obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40mila a oltre 100mila entro il 2026, attraverso la revisione dell’attuale legislazione sugli alloggi per studenti.
Quali le novità?
Innanzitutto, l’apertura della partecipazione al finanziamento anche a investitori privati, o partenariati pubblico-privati. Questo pare davvero essenziale in modo che gli investitori, anche istituzionali, possano impiegare appieno nuove risorse e creare un volano virtuoso tra investimenti pubblici e privati.
Altro principio fondamentale introdotto dal Pnrr è quello dell’adeguamento degli standard per gli alloggi, “alleggerendo” i requisiti previsti attualmente dalla legge in relazione agli spazi comuni per studente negli edifici, in favore di camere (singole) meglio attrezzate e connesse digitalmente.
La normativa prevede poi agevolazioni per la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture esistenti in luogo di nuovi edifici greenfield (prevedendo una maggiore percentuale di cofinanziamento, attualmente al 50%), con il più alto standard ambientale che deve essere garantito dai progetti presentati.
Infine, è prevista la digitalizzazione della procedura per la presentazione e la selezione dei progetti.
Si tratta dunque di una normativa rivoluzionaria per gli studenti e per gli operatori dell’immobiliare, che potranno investire in progetti utili all’intero Paese, perché, come diceva Henry Ford, “la competitività di un Paese non inizia nelle fabbriche o nei laboratori di ricerca, ma nelle scuole”.