Profumo di Vulcano è un vino rosso prodotto sulle pendici settentrionali dell’Etna, a 700 m.s.l.m., in Contrada Feudo di Mezzo, frazione di Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia.
Federico Graziani
Il proprietario è Federico Graziani, da Ravenna, personaggio noto nel mondo del vino che prima di dedicarsi interamente all’attività di produttore ha frequentato questo mondo a 360 gradi: miglior sommelier di Italia AIS nel 1998, titolo che gli ha dato la possibilità di collaborare con chef del calibro di Gualtiero Marchesi, Stefano Cavallini, Bruno Loubet, Carlo Cracco, Aimo e Nadia Moroni; diploma di laurea in viticoltura ed enologia nel 2006; coautore di varie pubblicazioni tra cui Grandi Vini e Piccole Cantine, Vini d’Autore, Pietre colorate e Grandi Vini d’Italia; dal 2012 al 2020 area manager, per il centro-nord dell’Italia, della cantina Feudi di San Gregorio. A uno così non poteva mancare l’esperienza come vignaiolo e produttore e l’occasione si presenta nel 2008 quando Federico “salva” dall’espianto un piccolo vigneto di mezzo ettaro, risalente alla fine dell’Ottocento, di cui viene a conoscenza in una delle sue visite di lavoro alle cantine dell’Etna in un bar di Passopisciaro in compagnia dell’amico enologo, agronomo e guru del territorio etneo Salvo Foti.
Il vigneto
Inizia così un’avventura, nata per pura passione, in un periodo in cui i produttori etnei erano non più di una trentina. Oggi sono 170. Il vigneto, la cui altitudine e posizione rivolta a nord offrono riparo dai forti venti di scirocco, gode di un’escursione termica estiva giornaliera di circa 28°C, condizioni particolari che garantiscono all’uva una maturazione più lunga, che ne arricchisce il gusto e la complessità. Le piante, alcune prefillossera e con un’età media di 100 anni, rappresentano le migliori specie autoctone etnee – Nerello Mascalese e Cappuccio, Alicante e Francisi – unite a una quarantina di piante da uve bianche presenti nel vigneto. Una vigna-giardino che è la perfetta sintesi espressiva del suo territorio. Il vigneto è allevato ad alberello. Tra i filari, i lavori sono esclusivamente manuali. Le vigne sono coltivate senza utilizzo di pesticidi o di trattamenti chimici, nel massimo rispetto della natura con l’utilizzo solo di rame e zolfo. Dalla vendemmia si ricavano grappoli equilibrati, ricchi e concentrati. Per la fermentazione ci si affida solamente ai lieviti indigeni, mentre l’affinamento avviene in tonneaux di primo e secondo passaggio per 24 mesi a cui seguono 6 mesi in bottiglia.
Profumo di Vulcano
Nasce così il “Profumo di Vulcano” un vino rosso prodotto per la prima volta nel 2010. Da allora Federico non si è mai fermato e ha acquistato altre quattro piccole parcelle nella contrada di Feudo Mezzo di cui oggi possiede circa tre ettari, che insieme a un ettaro e mezzo della Contrada Montelaguardia a Randazzo gli danno la possibilità di produrre insieme al Profumo di Vulcano un Etna Rosso più accessibile del suo fratello maggiore, e il Rosso di Mezzo, vino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti centenari di Passopisciaro che rappresenta il futuro perché coinvolgerà, nelle prossime annate, le uve provenienti da una delle parcelle interamente a piede franco. Ma non solo. Federico ha voluto cimentarsi anche con un vino bianco.
Il Mareneve
Si chiama Mareneve, come una strada che corre nei pressi di questa vigna, situata a 1.200 m.s.l.m., che rientra a buon diritto fra le 15 vigne più alte d’Europa. La vigna di Mareneve, che col suo nome esprime perfettamente il paradosso di vini provenienti da una terra che ha dentro il fuoco, ma il cui clima è freddo, si trova all’interno della Contrada Nave, vicino alla nota località di Bronte. L’appezzamento ospita 5 varietà, tutte presenti all’interno dell’uvaggio, poiché Federico non ha stravolto assolutamente nulla di ciò che lì c’era: vitigni di montagna, adatti al freddo: Gewurztraminer, Riesling Renano, Catarratto e una piccola quota di Chenin Blanc e Grecanico. Clima e terreno che riescono a donare un vino bianco che sorprende per finezza, tensione, armonia, freschezza, “sapidità dolce” e persistenza.
I prezzi
Il Mareneve si trova in commercio a circa 40 euro.
Quanto al Profumo di Vulcano ho avuto l’opportunità di assaggiarne in più occasioni varie annate e ricordo con particolare emozione la 2014. Recentemente ho assaggiato l’annata 2019, prodotta in circa 3000 bottiglie. Il colore è rosso rubino brillante ma lievemente – e piacevolmente – scarico. Al naso si percepiscono frutti di bosco insieme a una intensa nota agrumata seguita da sentori di erbe officinali e spezie fini orientali davvero seducenti. In bocca il vino è ricco e avvolgente con un tannino in evidenza che grazie ad una fresca acidità risulta vibrante. In bocca rimane una sensazione dolce-salata che allunga il sorso e regala un finale di grande persistenza. Un vino dal sorso pulito, di grande precisione e nitidezza che ha una sua bevibilità immediata, ma che a me, come le altre annate precedenti assaggiate, sembra abbia tutte le caratteristiche per sfidare il tempo. Lo si trova ancora a 80 euro. Profumo di Vulcano e direi anche Mareneve: vini da tenere d’occhio secondo me destinati ad aumentare le proprie quotazioni!