Gli orologi sono sempre stati tra gli oggetti da collezione per eccellenza, prima di diventare beni di investimento e poi con una terminologia piú moderna e di impronta economica “pleasure asset”. Negli ultimi anni, causa le modeste performance di forme di investimento già consolidate, la crescente inflazione, e soprattutto l’instabilità dei canali di ultima generazione dove si è cercato di impegnare il proprio patrimonio, il mercato degli orologi da collezione ha assistito ad una crescita davvero senza precedenti del pubblico a esso interessato, e di conseguenza dei player coinvolti.
Abraham-Louis Breguet
Questo ha portato un numero impressionante di nuovi investitori, spesso superficialmente appassionati degli orologi stessi e scarsi conoscitori del mondo dell’orologeria, che per velocità di accesso al mercato e semplicità di apprendimento si sono concentrati su un gruppo estremamente ristretto di marchi e modelli: principalmente Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet, con i rispettivi modelli sportivi che hanno raggiunto quotazioni eccessive e spesso speculative, rappresentando in ogni caso delle vere proprie blue chips.
Visto che però il collezionismo di orologi ha sempre insegnato che le migliori perfomance a livello di investimento sono state fatte comprando al momento giusto marchi e modelli in quel periodo fuori dai radar, e che il mercato ha sempre avuto una sua natura ciclica, mi piacerebbe porre l’attenzione su una Maison che secondo me più di ogni altra meriterebbe maggiore interesse vista l’innegabile qualità e rarità dei propri segnatempo, Breguet.
Breguet venne fondata nel 1775 a Parigi, in Quai d’Horloge, da Abraham-Louis Breguet, definito il Leonardo da Vinci dell’orologeria; il suo trasferimento in Svizzera avvenne pochi anni dopo, nel 1789, quando in Francia scoppió la rivoluzione. La storia di Breguet corre appunto a braccetto con quella dell’orologeria, che deve alla Maison decine di invenzioni rivoluzionarie tra cui la carica automatica (1780), la spirale Breguet (1795), il tourbillon (1801), il primo orologio da polso (1810) e il cronografo (1820), solo per citarne alcune.
Oltre ad avere una storia che non é seconda a nessun altro marchio di orologi, Breguet si caratterizza per un dna stilistico estremamente distintivo e rimasto fedele nel tempo: quadranti con lavorazioni guilloché, casse con scanalature cannelé, sfere con forma “à pomme”, numeri arabi appunto in “stile Breguet”.
Altro elemento di valore collezionistico sono sicuramente i numeri di produzione, estremamente più ridotti anche se comparati a quelli di altri brand esclusivi come Patek Philippe, Vacheron Constantin e Audemars Piguet.
Cosa manca allora a Breguet per avere le stesse attenzioni da parte del mercato dei marchi sopra citati? Niente, forse manca qualcosa al mercato stesso, ovvero la capacità di sapersi orientare in maniera indipendente, facendosi guidare solamente dal proprio gusto e dalla propria conoscenza.
Paragonando qualche orologio Breguet neo-vintage a dei rispettivi modelli Patek Philippe, sicuramente il marchio tra quelli di culto tra il grande pubblico più vicino a livello di design e di gusto alla Maison di origine parigina, oltre che più prossimo in termini di retail price sui modelli contemporanei, risulta immediatamente evidente come il gap di prezzo sia assolutamente spropositato.
Guardiamo agli orologi con complicazioni, settore in cui entrambi i marchi eccellono.
Un calendario perpetuo Patek Philippe 3940, con le dovute differenze tra metalli e serie di produzione, ha oggi un valore di mercato non inferiore ai 50.000€; l’equivalente modello Breguet, il 3050, sicuramente più raro in termini di produzione, può essere tranquillamente acquistato attorno ai 25.000€.
Patek Philippe Perpetual Calendar 3940 – Valore Corrente di mercato 50.000€
Breguet Perpetual Calendar 3050 – Valore Corrente di mercato 25,000€
Patek Philippe World Time 5110 – Valore Corrente di mercato 30.000€
Breguet Hora Mundi 3700 – Valore Corrente di mercato 12.000€
Altro esempio significativo, in cui questa forbice si amplia ulteriormente, è sulle Ore del Mondo, complicazione però storicamente di tradizione Patek Philippe. Se un Patek Philippe World Time 5110 in oro giallo, il materiale con le quotazioni più contenute, è ormai difficilmente acquistabile con meno di 30.000€, il possibile competitor Breguet, l’Hora Mundi 3700, è quotato a quasi un terzo di questa cifra, attorno ai 12.000€.
Questi immediati confronti vogliono essere un semplice riferimento per potersi magari incuriosire verso nuovi marchi e modelli, e in alcun modo guidare una strategia di investimento né una direzione collezionistica. Seguire il proprio gusto con empatia è la miglior strategia possibile!
Patek Philippe Chronograph 5070G – Valore Corrente di mercato 70.000€
Breguet Chronograph 3237 – Valore Corrente di mercato 20.000