Il mercato degli jet privati è dominato dal Nord America che conta una flotta di oltre 15.800 aeromobili. Seguono l’Europa con più di 2.800 e l’Asia con 1.500
Quanto alle passioni, i super-ricchi che posseggono interamente un jet privato citano in primis la filantropia (53,6%) ma anche lo sport (34,7%) e la politica (25,2%)
Gli sviluppi economici e sociali della crisi pandemica hanno sfiorato appena il mercato dell’aviazione privata, sebbene non siano mancati alti e bassi. I super-ricchi da jet, sia per viaggi d’affari che di piacere, hanno potuto beneficiare di flessibilità, sicurezza e privacy, spiccando il volo principalmente dal Nord America e dall’Europa. Un nuovo rapporto di Wealth-X, dal titolo Spotligh on private jet owners, ne rivela l’identikit. Che vede i banchieri (uomini) dominare i cieli globali, mentre le donne restano nelle retrovie.
Il mercato degli jet privati, come anticipato, è dominato dal Nord America che conta una flotta di oltre 15.800 aeromobili. Segue l’Europa con più di 2.800, l’Asia con 1.500, l’America Latina e i Caraibi con 1.400, il Medio Oriente con 513, l’Africa con 484 e l’area del Pacifico con 255. La crescita della ricchezza si dimostra essere un importante motore della domanda di jet privati, ma giocano la loro parte anche altri fattori come lo sviluppo del mercato, il livello delle infrastrutture, il trattamento fiscale e la cultura. Fattori che, secondo i ricercatori, spiegano tra l’altro la disparità tra proprietari di jet e individui benestanti. L’Asia, per esempio, vanta il secondo numero più elevato di super-ricchi (oltre 765mila, preceduta dal Nord America con più di 1,1 milioni) ma resta un mercato ancora relativamente piccolo per l’aviazione privata, seppur in rapida crescita. In termini di paesi, invece, nella top 5 rientrano Stati Uniti, Brasile, Canada, Messico e Germania.
I paperoni, precisa poi Wealth-X, possono accedere agli jet privati in quattro modi principali: possedere interamente un aeromobile, possederne una quota, aderire a un membership program o noleggiarli. I primi, in particolare, riportano
un patrimonio netto medio di 190 milioni di dollari, 50 milioni in più rispetto ai secondi. Per loro, infatti, i vantaggi della piena proprietà (come il pieno controllo e la personalizzazione) superano i rischi finanziari, che includono l’ammortamento e i costi relativi alla continua manutenzione.
Quanto alle passioni, i super-ricchi che posseggono interamente un jet privato citano in primis la filantropia (53,6%) ma anche lo sport (34,7%) e la politica (25,2%). Lo stesso vale per il secondo cluster (coloro che ne posseggono una quota), per il quale la filantropia resta al primo posto con il 43,3%, ma sale la percentuale relativa allo sport (42,5%) e cala quella della politica (17,9%). Ma da quali settori provengono? Il 21,7% del primo gruppo e il 24,9% del secondo da quello bancario e finanziario, a testimonianza “del ruolo di lunga data del comparto nel generare ricchezza negli ultimi decenni”, osservano i ricercatori. Segue “business and consumer services” rispettivamente con il 12,8 e il 17,6%, “real estate” con l’8 e il 6,5%, e “manifatturiero” con l’8 e il 5,8%. Grandi assenti le donne, che rappresentano appena il 3% dei proprietari del primo gruppo e il 3,4% del secondo. Si tratta dunque principalmente di uomini, con un’età compresa tra i 50 e i 70 anni (rispettivamente nel 50 e nel 53,7% dei casi) o superiore ai 70 (nel 43,2 e nel 38,3% dei casi).
Il mercato degli jet privati è dominato dal Nord America che conta una flotta di oltre 15.800 aeromobili. Seguono l’Europa con più di 2.800 e l’Asia con 1.500Quanto alle passioni, i super-ricchi che posseggono interamente un jet privato citano in primis la filantropia (53,6%) ma anche lo sport (34,7…