Nicolas Denino, arte in asse fra Uruguay e Italia

Nicole Valenti
24.3.2023
Tempo di lettura: 3'
L’arte “liquida” di Nicolas Denino che interpreta l’animo umano arriva negli showroom di Aspesi e Louis Vuitton. Le opere pittoriche e le installazioni dell’artista si riconoscono dal loro colore blu ispirato dalla sua tradizione familiare e per l'utilizzo della forma del cerchio

Nicolas Denino, uruguaiano di nascita, si trasferisce in Italia otto anni fa. A portarlo qui non solo le ragioni lavorative, ma anche le sue radici familiari: il bisnonno, infatti, era di origini abruzzesi.

La carriera artistica di Nicolas sboccia proprio nel Belpaese. Numerose le mostre a cui partecipa come la Solo Show “Contrasti” presso la Galleria Ceravento di Pescara, l’installazione site specific dal titolo “Liquid Project” per Louis Vuitton a Forte Dei Marmi, la solo show presso Aspesi a Roma e la residenza artistica da Numero 20 a Firenze.

Le sue opere sono esposte in location d’eccellenza come Maison La Minervetta a Sorrento e il 24 marzo l’artista inaugurerà una sua personale dal titolo “Pages” dove potremmo vedere alcune delle opere realizzate a Marrakech, presso la Salle d’Exposition Bremen in Germania.


Il colore blu e la forma del cerchio

Il blu è il colore che definisce la riconoscibilità dei lavori di Nicolas Denino. Si tratta di un colore che lo segue fin dall’infanzia. La sua famiglia d’origine era proprietaria di una grossa azienda che rivendeva acqua in bottiglia in tutto il paese e il blu era il colore del loro marchio. Inoltre, essendo cresciuto a Montevideo, il mare ha da sempre rappresentato un elemento protagonista nella quotidianità dell’artista. Nicolas realizzò la sua prima opera site specific all’età di 11 anni quando dipinse la sua intera stanza di blu compreso il soffitto. Questo è sempre stato per lui un colore portatore di pace e tranquillità e allo stesso tempo di profondità. Per l’artista il blu è l’acqua, cresciuto in una casa a pochi passi dall’oceano atlantico, ogni pomeriggio si ritrovava in spiaggia senza quasi accorgersene, in qualunque stagione, per lui l’oceano aveva un richiamo irresistibile e costante.

Il cerchio è un altro elemento distintivo delle opere di Denino, è la forma della “concentrazione” e allo stesso tempo una forma di rappresentazione dell’essere umano. Nicolas coniuga dunque liquidità e umanità e ci racconta: “Un giorno osservando una bottiglia d’acqua frizzante, mi sono soffermato a guardare quelle piccole bollicine che si formano sul fondo e risalgono esplodendo molto velocemente. Mi sono immaginato che ogni bollicina fosse un essere umano, originato da una sostanza liquide e in connessione con le altre bollicine, connotate da quell’impeto vitale che le spinge a risalire alla superficie, da quel momento ho cominciato ad utilizzare il cerchio come metafora dell’essere umano.”

Abbiamo incontrato l'artista per qualche domanda. 


Da quanti anni vivi in Italia e cosa ti fatto scegliere questo paese?

Dopo aver vissuto per otto anni a Barcellona e successivamente a Madrid, dove lavoravo come retail manager per una grossa azienda nell’ambito moda, mi è stato proposto un trasferimento in Italia per occuparmi dell’apertura di diversi store di abbigliamento e senza esitare ho subito accettato l’offerta.

Il mio legame con l’Italia ha radici lontane, il mio bisnonno era infatti originario dell’Abruzzo. Arrivò in Uruguay negli anni '50 dove si stabilì e mise su famiglia. Trasferirmi in Italia è stato per me un ritorno alle radici. L’anno scorso ho avuto l’opportunità di visitare il paese di origine del mio bisnonno accompagnato dal gallerista Loris Maccarone della Galleria Ceravento: sono andato a Pratola Peligna, dove ho avuto il piacere di conoscere il sindaco che portava cognome “Di Nino” con uno spazio fra le due parole. Ho così scoperto che quello era il cognome originario del mio bisnonno, quando arrivò in Uruguay infatti il suo cognome fu trascritto in modo errato e da quel momento il nostro nome di famiglia si è trasformato in Denino.

Otto anni fa sono arrivato a Milano e da quel momento mi sono stabilito in Italia vivendo due anni a Firenze e tornando circa un anno fa a Milano, dove abito attualmente.



Nicolas Denino


Da dove nascono il tuo legame e la tua passione per l’arte?

Fin da piccolo ho sempre percepito in me una grande energia artistica e creativa, avevo una forte passione per le lavorazioni ceramiche e lavoravo come attore televisivo e teatrale. Già da bambino infatti cominciai a partecipare a un famoso programma della tv uruguaiana dal titolo “ Cacho Bochinche” che viene trasmesso ancora oggi, all’epoca facevo parte dell’equipe dello show, realizzavamo coreografie, ballavamo, e facevamo da supporto al noto presentatore Cacho del la Cruz. Il programma televisivo inoltre in inverno, cambiava panni tasformandosi in spettacolo teatrale di intrattenimento dal vivo. Da sempre sono stato molto legato all’arte in un senso ampio. Per un certo periodo della mia vita ho lavorato in un ambito diverso, ma il mio cuore artistico non ha mai smesso di battere finchè nel 2018 ho scelta di dedicarmi completamente all’universo creativo lasciando il mio lavoro di fashion retail manager. In quel momento mi trovavo a Milano e cominciai a dedicarmi intensamente allo studio della pittura, dell’arte e della ceramica, trovando il mio linguaggio, il mio stile e cominciando così la mia produzione artistica.


Cos’è per te l’arte?

Questa è una delle domande più difficili, per me è un modo di esprimere e comunicare ma allo stesso tempo è una valvola di sfogo, potremmo dire che è il mio giubbotto di salvataggio. L’arte mi permette di dare forma alle emozioni, di tradurre i sentimenti in qualcosa di tangibile. Credo inoltre che l’arte sia un ponte per riuscire ad innescare i cambiamenti sociali, una sorta di panacea in grado di portare sollievo, al fruitore che riesce ad assorbirne il contenuto.



Un'opera di Nicolas Denino 


Qual è la scintilla che accende il tuo fuoco creativo, la ghianda da cui si sviluppa la tua poetica e il tuo lavoro, come direbbe Hillman?

La mia poetica si ispira alla teoria di Zygmunt Bauman a proposito dei rapporti sentimentali che il filosofo polacco definisce con il termine di “amore liquido” ovvero “l’amore diviso tra il desiderio di vivere emozioni da un lato e la paura di legarsi effettivamente a qualcuno dall’altro.”

Quello che mi stimola e mi ispira è l’osservazione del comportamento umano e della società.

Un’altra cosa fondamentale per innescare il mio processo creativo è “il movimento”, devo essere nel flusso, sentirmi libero come mi sta succedendo in questo periodo in cui mi trovo a Marrakech per produrre le opere per la mia prossima mostra. In questa fase del lavoro ho bisogno di stare da solo in modo da muovermi agevolmente e poter trovare la concentrazione e la presenza giuste per concepire un’opera.

Non posso avere distrazioni attorno a me.


Qual è il tuo rapporto con il mercato e i collezionisti?

Io sono della scuola: conosci i tuoi collezionisti! Mi piace molto creare rapporti umani con i miei collezionisti, li conosco quasi tutti. Amo confrontarmi con loro e capire cosa gli trasmettono i miei lavori. Molto spesso mi è successo di fare delle installazioni site specific, che è quello che ha portato il mio lavoro al successo, in quei casi l’installazione era pensata assieme al collezionista con il quale decidevo il numero di opere, la grandezza e successivamente la composizione, per me è importante avere questo scambio, è come un flusso in grado di creare allo stesso tempo l’opera e il rapporto umano.

Io lavoro con diverse gallerie con le quali organizzo mostre e ai miei galleristi chiedo sempre di essere coinvolto per tutto ciò che riguarda il mio lavoro.



Nicolas Denino nel suo studio


Fra tutti i progetti che hai realizzato qual è a oggi quello che ti sta più a cuore?

L’opera a cui mi sento più legato è “Imitation of nature”, il lavoro nasce dalla premessa che l’arte è imitazione della natura. Sulle basi di questo concetto ho ideato una “materia” creata con materiale riciclato: polvere di marmo, pigmento naturale, olio crudo, tessuti e legni riciclati. Utilizzando questi materiali ho creato quella che definisco “nuova natura”, la produzione di queste opere è durata all’incirca un anno. Ho inizialmente realizzato venti telai utilizzando legno di recupero, ho poi montato sul telaio un tessuto dalle caratteristiche spugnose, anch’esso riciclato e successivamente ho cominciato a gettare ogni giorno differenti materiali sopra alle tele (acrilico naturale, polvere di marmo, pigmento blu e olio naturale) facendoli stratificare nell’arco di un intero anno, nonostante sia stata la serie di lavori che ha richiesto più tempo è anche quella che mi ha dato più soddisfazione.

Le opere sono state esposte a Pescara alla Galleria Ceravento e sono state vendute tutte.


Se fossi un materiale quale saresti?

L’argilla. E’ un materiale malleabile, naturale, si ricicla sempre e muta nel tempo.



Nello studio di Nicolas Denino


Qual è secondo te il ruolo dell’arte nella società?

Come dicevo prima, l’arte è “un’antidoto”. Quando vai a vedere una mostra la cosa essenziale è la trasformazione che senti quando stai uscendo dall’esposizione, il mutamento che avviene nella tua essenza e nella tua mente. Questo è l’antidoto per coltivare il cambiamento sociale, di pensiero e l’evoluzione emotiva.



Nicolas Denino nel suo studio




In copertina: exhibition view di una mostra di Nicolas Denino. Courtesy tutte le immagini: l'artista.

Opinione personale dell’autore
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Nicole Valenti è una designer. Altoatesina, si laurea in decorazione con specializzazione in design e arti multimediali all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove vive. Contestualmente, si diploma in grafica alla scuola Internazionale di Comics della stessa città. Subito dopo la laurea, insegna nella sua accademia per la cattedra di decorazione. Nel 2018 fonda lo studio NIVA design, fra le cui eccellenze produttive figura la maniglia, reinterpretata traendo ispirazione da un immaginario vivido, non estraneo al mondo onirico. Attualmente Nicole collabora tramite il suo studio con artisti e designer internazionali come pure con gallerie di collectible design, sempre sperimentando e ricercando nuove modalità espressive.

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