Centrare il timing perfetto di entrata e uscita dai mercati è un compito molto arduo anche per un investitore professionale. Ancora di più in periodi di elevata incertezza come quello attuale. Una sponda per chi non ha voglia o conoscenze adeguate per stare dietro alle bizze dei mercati arriva da alcune strategia d’investimento che consentono di allocare i propri risparmi senza l’assillo di dover seguire costantemente l’andamento dei mercati finanziari. A questo si ispira la strategia All Weather (ossia buona per tutte le stagioni) ideata da Ray Dalio che prevede un profilo di rischio medio con un’esposizione del 55% sul reddito fisso, 30% azionario e 15% materie prime (di cui la metà in oro) attraverso l’utilizzo di 5 soli Etf.
Nel dettaglio il 30% di azioni tramite il Vanguard Total Stock Market Etf, che replica l’andamento di un indice diversificato a base di titoli a grande, media e bassa capitalizzazione da mercati sviluppati ed emergenti a livello mondiale. Un 55% di obbligazioni, in particolare Buoni del Tesoro Usa su diverse scadenze (iShares 20+ Year Treasury Bond ETF, 40%, iShares 7-10 Year Treasury Bond ETF) e un ulteriore 15% di materie prime, metà delle quali rappresentate dall’oro (SPDR Gold Trust) e la restante parte diversificata attraverso l’Invesco DB Commodity Index Tracking Fund.
L’idea di fondo è quindi che la diversificazione possa generare rendimento in tutti i contesti di mercato ed economici. Le performance di lungo periodo danno ragione alla scelta di aspettare pazientemente: negli ultimi 30 anni, il Ray Dalio All Weather Portfolio ha ottenuto un rendimento annuo composto del 7,19%, con una deviazione standard del 7,21%.
Alla ricerca di semplicità e diversificazione
In generale tutti i cosiddetti lazy portfolio o portafogli ‘pigri’ si basano sulla semplicità e sulla diversificazione utilizzando Etf per operare sui diversi mercati finanziari con un orizzonte temporale di medio-lungo termine. I più importanti portafogli “pigri” hanno il vantaggio di costare meno fatica e anche meno denaro. Infatti, se alla base del portafoglio pigro ci sono degli Etf, i costi saranno contenuti al massimo. “I portafogli lazy sono semplici da costruire poiché bastano mediamente solo 5 o 6 Etf per ottenere già una buona diversificazione per asset o geografica. Inoltre, sono immediatamente replicabili scegliendo gli Etf tra gli oltre mille quotati sulla Borsa Italiana”, rimarca a We Wealth l’analista finanziario Alessandro Aldrovandi, che è da poco in edicola con il libro “Lazy Portfolio – I portafogli di investimento per il lungo termine”, scritto a quattro mani con Massimiliano Malandra e con la prefazione di Massimo Scolari (presidente Ascofind).
Ma perché affidarsi a portafogli pigri oggi che siamo di fronte a un contesto di mercato molto variabile che inviterebbe a una gestione più attiva? La ricerca del market timing, entrando e uscendo dai mercati ripetutamente, rischia di far perdere per strada buona parte delle performance. “Solitamente la pigrizia è considerata un atteggiamento negativo. Le persone pigre sono quelle che non hanno troppa voglia di studiare, lavorare o fare qualcosa in generale. I mercati finanziari funzionano invece in modo opposto: meno l’investitore interferisce e meglio è”, spiega Aldrovandi, mentre Malandra aggiunge che “evitando di intervenire ripetutamente sul proprio portafoglio, rimanere investiti senza operare diventa una qualità positiva che può aiutare a raggiungere i propri obiettivi finanziari”.
Il volume di Aldrovandi e Malandra va ad analizzare i risultati ottenuti dai diversi portafogli (Classic 40/60, Permanent, All Weather, Golden Butterfly e un’altra quarantina) nel corso degli ultimi vent’anni, effettuando un confronto analitico tra i vari portafogli per poterne cogliere differenze, vantaggi e svantaggi in termini di rischio, rendimento e altri parametri quantitativi.
Ecco quando la pazienza dei ‘pigri’ viene messa a dura prova
Chiaramente non si può pretendere che i portafogli per tutte le stagioni siano esentati da periodi difficili. “L’unica criticità di tale investimento risiede nel fatto che, essendo sempre a mercato, possono risentire delle eventuali e perduranti fasi negative (drawdown)”, spiega Aldrovandi facendo un esempio molto vicino nel tempo. Nel 2022, infatti, quasi nessun lazy portfolio si è salvato dalla performance negativa, la peggiore degli ultimi vent’anni, con perdite momentanee che sono arrivate anche a -40%.
“Emotivamente bisogna essere molto forti e pazienti per superare queste rare avversità, mantenendo la fiducia nel metodo operativo“. Pertanto, quando i venti contrari sono duraturi, e le varie asset si muovono all’unisono all’ingiù, l’investitore è chiamato a tenere a bada l’emotività e tollerare questi periodi negativi tenendo ben presente l’orizzonte di lungo periodo su cui poggia questa strategia.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Cosa mettere in un portafoglio pigro per tutte le stagioni?
L’età quanto deve incidere nella scelta del mix di asset su cui investire?
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