Posticipare il momento in cui andare in pensione, anche quando sono maturati i requisiti per farlo, permette, a certe condizioni, di ottenere dei benefici.
Infatti, dal 2025 entrano in vigore le novità per il posticipo del pensionamento, già comunicate dalla circolare Inps n. 102 del 2025.
In questo senso, i dipendenti pubbliciche rinunciano a mettersi a riposo in anticipo pur avendone diritto possono ricevere in busta paga, esente da tasse, la propria quota di contributi versati ogni mese all’Inps, pari a circa il 9,19% della retribuzione.
Cosa cambia dal 2025
Con una recente comunicazione l’Inps ha messo in evidenza che a partire dal 2025 è estesa la platea dei soggetti che possono accedere al bonus previsto per chi decide di differire il momento del pensionamento.
Rispetto alla precedente disciplina, chi decide di accedere all’incentivo dal 2025 non dovrà sostenere i costi fiscali e contributivi rispetto alla quota che riceve in busta paga.
L’Inps ha dato il via alla presentazione della domanda di bonus, che nei fatti, spiega la circolare, consiste nella facoltà per i lavoratori di: rinviare il prepensionamento cui hanno diritto; rinunciare all’accredito dei propri contributi versati ogni mese (in genere è il 9,19% della retribuzione); ricevere lo stesso importo in busta paga.
Chi può accedere al beneficio
A partire da quest’anno potranno accedere all’incentivo i lavoratori dipendenti che hanno maturato il diritto al prepensionamento, attraverso il meccanismo della Quota 103 o quello della pensione anticipata ordinaria (per le donne 41 anni e 10 mesi; per gli uomini 42 anni e 10 mesi di contributi).
L’incentivo è perciò applicabile:
- a favore dei lavoratori che hanno maturato il diritto alla pensione anticipata flessibile, (come previsto dalla previgente disciplina)
- a favore dei soggetti che raggiungono il diritto alla pensione anticipata.
In cosa consiste il bonus?
L’incentivo permette di ottenere un aumento in busta paga del 9,19% della retribuzione, pari alla quota dei contributi dovuti all’Inps che il lavoratore smette di versare.
Il bonus è erogato fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, oggi pari a 67 anni.
Come funziona il meccanismo del bonus
Come prevede la circolare Inps recentemente pubblicata:
- I lavoratori dipendenti che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2025, i requisiti minimi per il pensionamento
- possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico relativi all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima
- in conseguenza di questa rinuncia viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro per la quota a carico del lavoratore, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà
- con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la predetta facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore.
Quindi, a seguito della facoltà di rinuncia si producono i seguenti effetti:
– il datore di lavoro è sollevato dall’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del lavoratore che ha esercitato la facoltà in parola
– gli importi corrispondenti alla quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore – che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale qualora non fosse stata esercitata la facoltà di rinuncia in esame – sono erogati direttamente al lavoratore dipendente con la retribuzione
– le somme così corrisposte non sono imponibili ai fini fiscali
La facoltà di rinuncia all’accredito contributivo della quota IVS
La facoltà di rinuncia a carico del lavoratore dipendente costituisce il presupposto applicativo dell’incentivo al posticipo del pensionamento.
La rinuncia produce effetto esclusivamente in relazione ai contributi pensionistici dovuti per i periodi di lavoro effettuati dalla data della prima decorrenza utile della pensione anticipata flessibile o della pensione anticipata, oppure, in caso di domanda presentata successivamente, dal mese successivo alla presentazione della stessa.
La facoltà di rinuncia può essere esercitata dal lavoratore dipendente una sola volta nel corso della vita lavorativa, e non può essere esercitata dopo il conseguimento di una pensione diretta.
Domande frequenti su Pensione posticipata: in vigore gli incentivi per lavorare di più
I dipendenti pubblici che rinunciano alla pensione anticipata possono ricevere in busta paga, esente da tasse, la quota di contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) versata mensilmente.
Le novità riguardanti il posticipo del pensionamento entreranno in vigore a partire dal 2025, come comunicato dalla circolare Inps n. 102 del 2025.
Il bonus è rivolto ai dipendenti pubblici che, pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione, scelgono di continuare a lavorare.
Per ottenere il bonus, il dipendente deve rinunciare all'accredito contributivo della quota IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti).
L'incentivo principale consiste nella possibilità di ricevere direttamente in busta paga la quota di contributi che altrimenti verrebbe versata per la pensione, incrementando così il reddito disponibile.