L’indagine, condotta nel mese di aprile, ha coinvolto oltre 80 startup italiane e un panel rilevante di manager di grandi aziende nazionali e internazionali
Le startup vedono nelle big company dei partner capaci di semplificare l’accesso ai finanziamenti (75%) ma anche di garantire un ritorno d’immagine positivo (90%)
Alessio Botta: “Un’occasione unica per la creazione di unicorni a livello globale che possano competere con le realtà provenienti dagli Stati Uniti e dall’Asia”
Come si legge nel rapporto, poche sono le società in grado di “identificare gli ingredienti del successo” e “instaurare un modello di interazione efficace per entrambe, realizzabile su larga scala e sostenibile nel tempo”. Ma quale strada intraprendere allora? Secondo McKinsey e B Heroes, sono quattro i percorsi da considerare. Innanzitutto, focalizzarsi sul ruolo della leadership, indispensabile per una collaborazione proficua; il top management, per primo, “deve agire da traino dell’innovazione per attrarre startup e, allo stesso tempo, trasmettere a tutti i livelli dell’organizzazione il valore della trasformazione e della digitalizzazione”, osservano i ricercatori. Poi, l’innovazione deve essere integrata nella cultura aziendale. Lo sviluppo delle collaborazioni deve avvenire in maniera rapida, attraverso percorsi che permettano di fare scouting e individuare le idee più promettenti sulla base degli specifici obiettivi dell’impresa. E, infine, è imprescindibile rispettare l’identità delle startup, affinché non perdano la propria value proposition e il proprio target di mercato.
Secondo Alessio Botta, senior partner di McKinsey e autore dello studio, le startup “rappresentano un punto di forza per tutto il tessuto industriale europeo, uno strumento strategico per lo sviluppo economico in un’area che, naturalmente e storicamente, è incline alla collaborazione, alla contaminazione di idee e all’innovazione tecnologica”. Una partnership efficace tra mondo corporate e startup, aggiunge, con riferimento soprattutto a quelle attive nel settore B2B, rappresenta “un’occasione unica per la creazione di unicorni a livello globale che possano competere con le realtà provenienti dagli Stati Uniti e dall’Asia”.
“Le partnership tra aziende e startup sono portatrici di vantaggi per entrambe le parti, ma è necessario lavorare sui fattori culturali, promuovendo contaminazioni positive che riconoscano e siano rispettose delle diverse identità: da un lato, le imprese devono allineare il proprio contesto organizzativo, in termini di processi e tempi, per lavorare con le startup; dall’altro, le startup devono imparare a comprendere il linguaggio del business e dei loro interlocutori, i processi decisionali e di governance”, conclude Laura Prinzi, managing director di B Heroes.