Il testo unificato, che vede la deputata del Partito democratico Chiara Gribaudo nelle vesti di relatrice e promotrice dell’iniziativa, passerà ora all’esame del Senato
Tra le principali novità introdotte figura l’estensione alle aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti dell’obbligo di redigere un rapporto sulle pari opportunità
Chiara Gribaudo: “Una legge che garantisce i diritti di ciascuna, dal reclutamento alla retribuzione, fino alle opportunità di carriera”
Ricordiamo infine che il sostegno all’empowerment femminile, cuore pulsante della missione 5 (“lavoro e inclusione”) del Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal governo Draghi, si prepara a entrare ulteriormente nel vivo a partire dal 1° gennaio 2022 con la definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere volto ad accompagnare e incentivare le aziende ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere nelle aree considerate maggiormente “critiche”, dall’opportunità di crescita in azienda alla parità salariale a parità di mansioni, fino alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Previsto un meccanismo di premialità, con uno sgravio contributivo fino a 50mila euro annui per ogni azienda. Le più virtuose, stando a quanto previsto nel testo approvato dalla Camera, potranno infine ottenere anche più facilmente gli aiuti di Stato.
“Sono cambiati tre governi in questa legislatura, cambiati i ministri, mai la voglia di arrivare in fondo, e sono sicura che anche per le colleghe e i colleghi del Senato questo testo sarà una priorità”, aggiunge Gribaudo. “Questa giornata e questo momento va a tutte noi, alle 470mila donne che hanno perso il lavoro durante la pandemia, a tutte coloro che vengono pagate meno o stimate meno dei loro colleghi uomini, alle donne che hanno i titoli, la competenza, l’esperienza e la preparazione ma apparentemente non il genere giusto per essere dirigenti o manager d’azienda”. La deputata dem ha infine ricordato come le italiane rappresentino il 56% dei laureati del Paese ma solo il 28% dei manager e come sia ancora possibile per una donna ricevere fino al 20% di stipendio in meno rispetto a un uomo, a parità di mansione e di ore lavorate.