Il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ha ordinato la confisca di sei opere d’arte di origine italiana attualmente custodite al Musée du Louvre di Parigi. Le opere, tra cui anfore, vasi, rilievi antichi e un architrave della chiesa di San Nicola di Bari ad Avezzano, sarebbero state sottratte illegalmente dal territorio italiano e successivamente vendute sul mercato internazionale dell’arte.
L’ordine di confisca si basa su diverse disposizioni legislative, in particolare sull’art. 87 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), che tutela il patrimonio culturale nazionale e stabilisce la possibilità di restituzione coattiva per i beni sottratti illecitamente. Inoltre, la confisca trova fondamento nell’art. 240 c.p., che consente l’espropriazione di beni derivanti da reato, e nel D.Lgs. 231/2001, relativo alla responsabilità amministrativa degli enti per illeciti patrimoniali.
Confisca Louvre, le sei opere oggetto del provvedimento
Secondo la ricostruzione della Procura di Roma, le opere sarebbero entrate nella collezione del Louvre attraverso operazioni non trasparenti, alcune delle quali configurabili come ricettazione ai sensi dell’art. 648 c.p.. Tra i beni figurano:
- Un’anfora acquistata all’asta di Sotheby’s nel 1990, originariamente appartenente a una collezione ritenuta sospetta dalle autorità italiane;
- Le Nereidi in terracotta, che avrebbero attraversato la Svizzera senza il rispetto delle procedure doganali internazionali previste dalla Convenzione UNESCO del 1970, ratificata in Italia con la Legge 873/1973;
- Alcuni vasi del IV secolo a.C. sottratti da scavi archeologici clandestini in Italia e successivamente esportati in Francia senza autorizzazione, in violazione dell’art. 174 del Codice dei Beni Culturali;
- Una testa in terracotta di Eracle, la cui provenienza è oggetto di indagine per verificare eventuali responsabilità nel reato di esportazione illecita di beni culturali (art. 518-duodecies c.p.);
- Un architrave della chiesa di San Nicola di Bari ad Avezzano, che scomparve in circostanze misteriose dopo il terremoto del 1915.
Confisca Louvre: il caso dell’architrave della chiesa di San Nicola di Bari
L’architrave, elemento architettonico di pregio, risulta essere stato messo in vendita nel 1935 dalla galleria dell’antiquario Edgar Altounian, che lo propose al Louvre. All’epoca, il museo rifiutò l’acquisto, ma l’opera riemerse successivamente sul mercato antiquario. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il manufatto venne acquistato per 300.000 franchi dal Kunstgewerbemuseum di Düsseldorf. Tuttavia, con il bombardamento del museo tedesco, le truppe francesi lo riportarono a Parigi, dove fu infine esposto al Louvre dal 1983, classificato come capolavoro del Rinascimento italiano.
La Procura di Roma contesta al museo francese la mancata segnalazione della presenza del bene all’Italia, in violazione dell’art. 75 del Codice dei Beni Culturali, che impone l’obbligo di restituzione dei beni culturali illecitamente sottratti.

Il confronto tra Italia e Francia sulla restituzione dei beni culturali
A partire dal 2018, il Ministero della Cultura italiano ha avviato colloqui con il Musée du Louvre per trovare una soluzione diplomatica alla restituzione delle sei opere. Tuttavia, le trattative non hanno prodotto risultati soddisfacenti, portando all’intervento della magistratura italiana.
Il Tribunale di Roma ha basato la propria decisione su precedenti giurisprudenziali, tra cui la sentenza della Corte di Cassazione n. 12976/2022, che conferma l’obbligo di restituzione di opere d’arte esportate illecitamente. Inoltre, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha più volte ribadito, come nel caso Beyeler c. Italia (sentenza del 5 gennaio 2000), che la tutela del patrimonio culturale giustifica restrizioni alla proprietà privata, soprattutto quando si tratta di beni sottratti illegalmente.
L’ordine di confisca rientra in una più ampia strategia italiana per il recupero dei beni culturali trafugati, che nel 2023 ha portato al rimpatrio di oltre 750 reperti dall’Inghilterra e 600 dagli Stati Uniti. La direttrice del Louvre, Laurence Des Cars, sarà chiamata a difendere la posizione del museo davanti alla giustizia italiana.
Questa vicenda segna un ulteriore passo nella lotta contro il traffico illecito di opere d’arte e rafforza la collaborazione tra i paesi dell’Unione Europea per la tutela del patrimonio culturale, nel rispetto della Direttiva 2014/60/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 49/2016, che disciplina la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio nazionale.