Ogni anno vengono introdotti nuovi strumenti normativi, eppure i fenomeni di evasione continuano a moltiplicarsi
Gran parte della ricchezza degli individui si muove sottotraccia, al riparo dalle autorità fiscali
Chi alimenta l’evasione in Europa?
Lo studio pubblicato dalla Commissione europea rivela che sono soprattutto i cd. Ultra High Net Worth Individuals (UHNWI), vale a dire i soggetti detentori di grandi patrimoni, a contribuire in modo consistente all’evasione globale, sfruttando i centri finanziari internazionali per trasferire all’estero – al di fuori della giurisdizione di residenza – i propri capitali.
Una siffatta circostanza non desta certo stupore. Gli individui ad alto patrimonio netto, in quanto detentori di mezzi economici adeguati, accedono facilmente agli intermediari e ai consulenti esperti per sviluppare strategie ad hoc di pianificazione fiscale (spesso aggressiva) con l’intento di occultare la propria ricchezza. Ricchezza investita, per la maggior parte, in attività finanziarie (azioni e attività a reddito fisso) o in patrimoni immobiliari. Dalle indagini condotte dalle autorità europee, in particolare, emerge che gli immobili attraverso i trust vengono utilizzati come veicolo per nascondere la ricchezza effettiva.
Gli individui che tendono a ricorrere a schemi di pianificazione fiscale dannosa e di evasione fiscale transfrontaliera (per lo più politici, celebrità, uomini d’affari di spicco, atleti) sono localizzati nei Paesi europei trainanti dal punto di vista economico; dunque, in Germania, Francia, Italia e Spagna.
Ciò che spinge questi individui, pur se facoltosi, a porre in essere condotte evasive e trasferire denaro verso giurisdizioni off-shore, è il risparmio fiscale garantito dai regimi preferenziali introdotti da alcuni Stati, per lo più di piccole dimensioni; queste giurisdizioni, al fine di attrarre contribuenti di fascia alta sul territorio, come emerge dal report, attuano politiche di defiscalizzazione aggressive sui redditi da capitale, sulle imposte di successione e sulle imposte sul reddito delle persone fisiche.
Dove viene trasferita la ricchezza?
Sono i cd. Offshore financial centre, i collettori della ricchezza europea. Queste giurisdizioni, infatti, oltre ad avere politiche di vantaggio – spesso scorrette dal punto di vista della concorrenza fiscale – si occupano di svolgere un ruolo di intermediazione cruciale, fornendo società di comodo e altri strumenti idonei a rendere complesso lo screening della ricchezza da parte del fisco dello Stato residente; in buona sostanza, attraggono capitali e successivamente ostacolano l’effettiva applicazione delle norme antiriciclaggio.
La ricchezza è nascosta nelle casse degli enti di questi Stati attraverso strutture societarie complesse, che prevedono l’interazione di numerosi soggetti, persone fisiche, e persone giuridiche (srl o trust), con l’unico intento di mascherare il diretto collegamento tra la ricchezza effettivamente goduta dal beneficiario e quella formalmente dichiarata.
A quanto ammonta la ricchezza nascosta?
Si stima che la ricchezza finanziaria globale offshore ammonta a oltre 10 mila miliardi di dollari, dislocati in varie parti del mondo. La maggior parte dei flussi offshore sono orientati ad est, verso Hong Kong o Singapore, in Europa nelle casse della Svizzera e del Lussemburgo e, negli atolli remoti, nelle Isole Cayman.
La quota della ricchezza offshore globale attribuibile ai residenti dell’Ue è pari al 23% del totale. In termini di importi assoluti, i residenti tedeschi, francesi e italiani rappresentano la maggior parte della ricchezza offshore riconducibile a residenti nell’Ue.