La neo banca, fondata da Corrado Passera nel 2018, ha fatto della sostenibilità e della diversità i suoi punti di forza fin dalla sua nascita
Conta quasi 700 dipendenti di oltre 20 nazionalità e provenienti da 200 aziende differenti. E nel primo semestre del 2021 ha chiuso il bilancio con attivi superiori ai 4 miliardi
La finanza può rivestire oggi un ruolo fondamentale, convogliando le risorse verso investimenti responsabili che generino impatti positivi
L’impegno per la diversity, come anticipato in apertura, si inserisce inoltre in un più ampio disegno a tinte verdi. La neo bank ha infatti raggiunto nel 2020 la carbon neutrality a livello di gruppo e pubblicato una Dichiarazione non finanziaria (Dnf) incentrata sui temi della sostenibilità. “Siamo sustainable native perché abbiamo costruito una banca da zero improntata sui valori Esg (Environmental, social, governance). Nella nostra Dnf, pubblicata volontariamente e sotto forma di Bilancio di sostenibilità, emerge che la sostenibilità non è un semplice contenitore da riempire, ma una guida del nostro percorso di crescita”, racconta. Il raggiungimento della carbon neutrality ha vissuto in particolare tre fasi fondamentali: la misurazione, la mitigazione e la compensazione. “Dopo un’attenta analisi abbiamo potuto adottare misure di mitigazione della nostra carbon footprint (l’impronta di carbonio, un dato che consente di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo, espresse generalmente in tonnellate di Co2 equivalente, ndr), acquistando crediti di carbonio certificati collegati a un progetto dal forte impatto sociale in Mozambico e adottando il bosco circolare di pioppi lombardi all’interno della Biblioteca degli Alberi di Milano”. I principi Esg, inoltre, sono alla base dell’elaborazione del nuovo piano strategico presentato dall’istituto lo scorso giugno, che fa anche parte del Global Compact, l’iniziativa delle Nazioni Unite nata per incoraggiare le aziende a implementare politiche sostenibili e divulgare i propri risultati.
Ma cosa possono fare le banche oggi per porre in essere azioni realmente d’impatto? “È necessario adottare un approccio che integri i principi Esg in tutte le attività svolte”, spiega Casiraghi. “Si può fare la differenza partendo da un’analisi degli obiettivi, fissando poi gli step necessari per elaborare strategie aziendali che creino valore per tutti i soggetti coinvolti e generino nuove opportunità di business, con un impatto positivo in ambito Esg. La finanza in questo contesto può rivestire un ruolo fondamentale”. Purché questo non significhi chiudere i rubinetti ai soggetti considerati “brown”, precisa. “Ogni azienda è un mondo a sé e come tale deve essere considerata. È importante favorire le più virtuose, ma la sfida per il settore finanziario sta nel trovare un modo per supportare le pmi nella transizione che devono affrontare, da quella energetica a quella ambientale, disegnando con loro le traiettorie di miglioramento. Allo stesso tempo, però, non deve mai essere dimenticato l’approccio sistemico della sostenibilità, che non deve essere focalizzato esclusivamente su uno degli ambiti della parola Esg, ma ricomprenderli tutti nelle loro interconnessioni”. Solo così, conclude, sarà possibile favorire un’effettiva crescita sostenibile anche del tessuto imprenditoriale italiano.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di novembre 2021)