Nella città etnea, fervono i lavori del cantiere di STMicroelectronics per costruire un nuovo impianto industriale dedicato alla produzione di fette di silicio di carburo. Ovvero il substrato dei chip di ultima generazione che permetteranno enormi vantaggi in efficienza energetica , cose che sembrano ancora appartenere al libro dei sogni, come lo smart driving e l’Iot a estesa diffusione. L’impianto richiederà un investimento complessivo di 730 milioni di euro, finanziati nell’ambito del Pnrr, e creerà 700 nuovi posti di lavoro nell’arco di 5 anni. Ed è molto più di una fabbrica: è il simbolo della speranza per lo sviluppo di una regione con molte potenzialità ma da cui, per mancanza di opportunità, i giovani continua a fuggire in massa. Nel polo catanese di ST – dove già lavorano a pieno regime due stabilimenti – si respira il futuro: i microchip prodotti sotto le falde dell’Etna sono stati usati anche nel progetto dell’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra che ha portato alla scoperta del Bosone di Higgs.
Un viaggio nel domani
Nel complesso di tutte le attività, lavorano nel sito di Catania attualmente più di 5000 dipendenti, il 40 % dei quali è laureato e di cui 1242 sono addetti alla ricerca e sviluppo. Fra il 2018 e il 2022 hanno ottenuto 814 brevetti presso l’US patent office. La ricerca avanzata segue un modello di successo che dipende dalla collaborazione avviata fin dagli anni Novanta, tra azienda, , Cnr e Università locali.
E dunque a Catania già si fa Ricerca, Sviluppo, progettazione, industrializzazione, produzione e marketing tecnico in due impianti produttivi, uno per fette di silicio da otto pollici e uno per fette di carburo di silicio da 6 pollici. “Per quanto riguarda le attività legate a questo nuovo materiale, il carburo di silicio o SiC – dicono da ST a We Wealth – abbiamo deciso di integrarle in senso verticale, aggiungendo alla serie di attività attualmente svolte un tassello importante come quello della produzione delle fette”. È una scelta dirompente perché ST e in generale l’industria dei semiconduttori, compra le fette o i substrati su cui lavora da altre aziende specializzate della filiera. La produzione in casa di queste fette di silicio che sono la base dei microchip rappresenta un passaggio chiave. “L’obiettivo è arrivare a produrre in casa entro pochi anni il 40% delle fette che prevediamo di utilizzare”.
STMicroelectronics è un colosso italo-francese, quotato in Borsa al Nyse e a Parigi e Milano e con un fatturato complessivo superiore ai 16 miliardi di dollari nel 2022, 80 sedi in 35 Paesi nel mondo e 200mila clienti, oltre 50mila dipendenti di 115 nazionalità, di cui 9mila impiegati nella R&S e nella progettazione; e circa 19500 brevetti già ottenuti o in attesa. Eppure ha scelto Catania per costruire il futuro: una scelta che non è casuale. Perché nel capoluogo siciliano dagli anni ’90 si fa ricerca sul carburo di silicio. Il nucleo su cui questa attività si sviluppa è la Ates, non si chiamava piu’ ATES da tempo, però azienda a partecipazione statale che si sviluppò a Catania all’inizio degli anni Sessanta: era stata fondata qualche anno prima all’Aquila e si occupava di produzione, montaggio di componentistica elettronica ed elettromeccanica. Nel 1987 la società si è unita al ramo semiconduttori della francese Thomson e nel 1998 è diventata STMicroelectronics.
Un distretto del silicio in terra sicula
“L’Etna Valley è nata intorno a ST, perché gli impianti per la produzione di dispositivi a semiconduttore creano molto indotto. Non parliamo dell’indotto classicamente creato dai servizi per movimentare e nutrire gli oltre 5000 dipendenti, i clienti che vengono a trovarli, i fornitori, ma di quello costituito dalle aziende che ci vendono gli strumenti per produrre e restano legate a noi da importanti, basilari rapporti di manutenzione”. E lo sviluppo non si arresterà: i prossimi passi sono l’espansione della missione principale del sito, cioè i prodotti di potenza, che includono i prodotti in SiC e in GaN (nitruro di gallio), che stanno diventando la tecnologia d’elezione dei progetti di prossima generazione per l’alimentazione di veicoli elettrici, alimentatori industriali e impianti fotovoltaici. La tecnologia di potenza su SiC permette di “ridurre fortemente la potenza dissipata, di operare a temperature e frequenze molto alte e a parità di dimensione del chip consuma molta meno energia. La abbiamo sviluppata a Catania ed è importante per l’auto elettrica proprio perché ne aumenta l’efficienza riducendo il consumo di energia, che è uno dei principali ostacoli oggi alla diffusione di questi veicoli. Se riusciamo a rendere più piccole e più efficienti le batterie, con tempi di ricariche inferiori ed energy saving, l’ostacolo è rimosso”.
Perché i chip saranno sempre più determinanti
ST già collabora con tutti i maggiori produttori di auto elettriche ed è leader di mercato nel SiC. Ma i pilastri della crescita futura si innesteranno su due megatrend inarrestabili: la smart mobility e l’Iot. “L’80% delle innovazioni nel settore automotive sarà reso possibile direttamente o indirettamente dall’elettronica, e questo significa che vi sarà un aumento costante, anno dopo anno, del contenuto di semiconduttori di ogni vettura. Oggi per ogni nuova automobile prodotta nel mondo ci sono in media più di 36 chip di ST – erano 27 fino a due anni fa – e più di 800 in alcuni modelli premium”. L’IoT riguarda ambiti diversi: gli “oggetti intelligenti” che portiamo con noi, dallo smartphone allo smartwatch, ai dispositivi impiegati nelle linee produttive di settori merceologici diversi, fino a dispositivi che svolgono funzioni critiche in città e abitazioni: chip combinati per contatori intelligenti che aiutano utenti e gestori a registrare e bilanciare il consumo e la fatturazione di elettricità, acqua o gas, sistemi intelligenti per l’illuminazione stradale, sensori in grado di misurare il flusso del traffico e di deviarlo in presenza di blocchi stradali. ST è leader in molte delle tecnologie che saranno alla base delle prossime generazioni di device: sensori e attuatori, microcontrollori che lavorano con potenza bassa e ultra-bassa, componenti di potenza e analogici, prodotti RF e di connettività. E Catania è una delle sue punte di diamante per quelli che saranno di queste tecnologie gli sviluppi futuri. “STMicroelectronics Italia è in espansione come numero di dipendenti e come sedi – concludono da ST – Quest’anno abbiamo già assunto 330 persone e ci sono altrettante posizioni aperte. Nel 2022 ne abbiamo assunte quasi 850. Siamo presenti da anni nelle sedi di Aosta, Castelletto (Milano), Agrate Brianza, Pavia, Roma, Bologna, Napoli, Marcianise (Caserta), Lecce, Catania e Palermo. E altre se ne stanno aggiungendo”.
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