Miart 2021, Milano, zona Fiera: il giorno è il secondo (il primo, escludendo la preview). L’affollamento dell’inaugurazione è scemato e le opere in esposizione sono tornate protagoniste. Si respira un’aria felice, di novità , anche se mancano ancora le grandi gallerie estere. «La loro mancanza si sente, soprattutto nel contemporaneo. Gli attori internazionali infondono alle fiere, vivacità , glamour, dinamismo». A parlare è il gallerista Matteo Lampertico di ML Fine Art. Tuttavia l’edizione 2021 della fiera meneghina dedicata all’arte moderna e contemporanea si percepisce come continuazione delle precedenti, e lo stesso Lampertico ammette che «non ci sono state defezioni, i collezionisti si sono presentati tutti. Ci sono energia e voglia di fare. Certo, non sempre si concretizzano, ma in questo momento i clienti cercano il pezzo giusto al prezzo giusto».
Prezzo che nel mercato italiano raramente è milionario. Nello stand di ML Fine Art per esempio, le quotazioni di
Jannis Kounellis (1936-2017) si aggirano intorno ai 180.000 euro, quelle di
Leoncillo (1915-1968) intorno ai 250.000, un
Giacomo Balla (1871-1958) costa 380.000. Le opere sono allestite con gusto, cercando di incontrare i favori di una platea variegata di collezionisti. Vi è una parete bianca e nera, per esempio, in cui «Kounellis dialoga con Capogrossi – che in fondo sono dello stesso momento, utilizzano il segno nero/bianco su fondo uniforme. Entrambi dialogano con Melotti e una sua scultura insolitamente nera», ci spiega lo storico dell’arte.

Giuseppe Capogrossi
La parete colorata sposa invece Balla e Leoncillo, un abbinamento cromaticamente indovinato, «perché non tutti i quadri stanno bene l’uno accanto all’altro. Ho isolato altre due pareti. Una per un collezionista di gusto più tradizionale, che guarda a De Chirico, Schiele, Donghi. L’altra invece è giocata su un gusto più minimal (con Sol Lewitt, ndr)».

Antonio Donghi
Ma cuore di tutto l’allestimento è La centralinista di Leoncillo Leonardi del 1949 (pubblicata anche da Roberto Longhi). Un’opera che Lampertico ama particolarmente, importante non solo per le dimensioni – quasi 1,20 metri – ma anche perché è uno dei lavori della fase cubista dell’artista spoletino. «Pur nella sua forma astratta, Leoncillo è riuscito a delineare con grande chiarezza la figura di una centralinista seduta. La gamma cromatica è inconsueta, un po’ pop ante litteram, potremmo dire, eppure raffinata. Agli antipodi del suo gusto cromatico della svolta informale, giocato sulle terre e decisamente lontano da questo sentore decorativo».

Leoncillo
In generale, quali sono le opere che stanno riscuotendo maggior successo? «In questo periodo tutti chiedono Carla Accardi; il quadro esposto infatti è stato venduto. Ma molto ricercati sono pure Leoncillo, Kounellis, Capogrossi. I De Chirico, i Donghi, sono invece oggi più di nicchia, appartengono a un collezionismo solido, che negli anni compra sempre gli stessi artisti. Vi sono poi le mode, i trend, le meteore».

Miart 2021, Milano, zona Fiera: il giorno è il secondo (il primo, escludendo la preview). L’affollamento dell’inaugurazione è scemato e le opere in esposizione sono tornate protagoniste. Si respira un’aria felice, di novità , anche se mancano ancora le grandi gallerie estere. «La loro mancanza si sen…