Si tratta di immobili che offrono spazio per rilassarsi ma anche per avere la propria privacy, pur essendo vicini ai propri cari
Un’abitazione multigenerazionale o una casa più grande con molti membri della famiglia che vivono sotto lo stesso tetto può significare risparmi significativi sui costi di gestione insieme alla condivisione dei doveri familiari
Secondo una recente ricerca, questo tipo di alloggi potrebbe addirittura triplicare entro il 2040
La forte richiesta di questi immobili ha spinto i costruttori a inserire le case multigenerazionali nella loro offerta in Usa, puntando anche alla massima personalizzazione delle abitazioni
Da mesi il settore immobiliare sta subendo un rallentamento a causa del rialzo dei tassi che gonfia le rate dei mutui. Ma all’interno del mondo real estate c’è un segmento che non conosce crisi: si tratta degli immobili di lusso e, al loro interno, della nicchia delle cosiddette case multigenerazionali. Soprattutto nei Paesi anglosassoni, queste realtà immobiliari costruite per ospitare famiglie allargate – spesso accolgono sotto lo stesso tetto tre generazioni, dai nonni ai nipoti – mostrano caratteristiche particolari, in primis ampie metrature a cui accedere attraverso ingressi separati, a cui si affiancano aree da vivere tutti insieme. Si tratta quindi di immobili che offrono spazio per rilassarsi ma anche per avere la propria privacy, pur essendo vicini ai propri cari.
Corsi e ricorsi storici
La convivenza tra diverse generazioni tra le mura domestiche non è una novità: è stata la norma nel corso della storia, quando il figlio maschio si sposava e portava la moglie a vivere con i suoi genitori, ma con la crescita delle città si è assistito alla progressiva disgregazione delle generazioni in abitazioni diverse. Così le case costruite si sono differenziate sempre di più favorendo, da un lato, l’aumento del numero di monolocali e bilocali e, dall’altro, la nascita di villaggi per anziani e case di cura. Negli ultimi anni però le cose stanno cambiando e gli alloggi che incorporano spazio abitativo per più di una generazione stanno tornando a crescere e a essere un mercato appetibile per i costruttori. Una ricerca della società di servizi immobiliari commerciali CBRE ha rilevato che 1,8 milioni di famiglie nel Regno Unito attualmente sono costituite da due o più generazioni di adulti, con un aumento del 38% in un solo decennio. E secondo CBRE questo tipo di alloggi potrebbe addirittura triplicare entro il 2040.
Anche Oltreoceano questa tendenza è sempre più forte. In Canada le case multigenerazionali sono in costante aumento negli ultimi decenni. In base ai dati del censimento di Statistics Canada, il numero di abitazioni condivise da più generazioni di un’unica famiglia o da una famiglia che vive con individui non imparentati tra loro è cresciuto del 45% negli ultimi 20 anni. In tutto, si tratta di un milione di nuclei famigliari che abitano il 7% di tutte le case del Canada.
Un trend in costante ascesa anche negli Stati Uniti. Secondo un’analisi dei dati del censimento dal 1971 al 2021, il numero di persone che vivono in nuclei familiari multigenerazionali è quadruplicato in 50 anni, raggiungendo quota 59,7 milioni nel 2021. Anche la percentuale è più che raddoppiata, arrivando al 18% della popolazione statunitense. E la tendenza non si ferma. A giugno 2022, gli acquisti di case multigenerazionali costituivano il 14% delle transazioni immobiliari degli Stati Uniti, arrivando appena al di sotto dell’attuale record del 15%.
Perché si vive tutti insieme
Alla domanda sul motivo per cui condividono la casa con i parenti, gli americani spesso forniscono ragioni pratiche legate alle finanze o all’assistenza familiare. Ma l’esperienza ha anche una componente emotiva. Ci sono una serie di ragioni per cui sempre più famiglie scelgono la vita multigenerazionale. I genitori, per esempio, man mano che invecchiano, possono avere bisogno dell’aiuto dei figli, rimandando quanto più possibile la decisione di trasferirsi in una casa di riposo. Nel 2021, infatti, l’aspettativa di vita di un cittadino europeo si aggirava in media intorno agli 80 anni, 76 negli Stati Uniti. D’altra parte, le nuove generazioni hanno più difficoltà a entrare autonomamente sul mercato immobiliare, a causa dei costi molti elevati del settore edilizio. Se ci aggiungiamo le tasse universitarie a carico degli studenti e delle loro famiglie e un mercato del lavoro estremamente competitivo, i vantaggi di tornare a vivere dai propri genitori sono sempre più consistenti. Secondo il Pew Research Center, infatti, il tasso di povertà di chi vive in case multigenerazionali è inferiore a quello delle case unifamiliari. Per questo uno dei motivi che raduna più generazioni sotto lo stesso tetto è risparmiare denaro.
La domanda per più spazi modulari grazie a budget maggiori
Ma più generazioni che condividono una casa significa anche avere a disposizione un budget più alto per comprare casa, mettendo in comune le risorse finanziarie individuali più limitate dei membri della famiglia che dovrebbero acquistare la propria casa. Per questo motivo, un’abitazione multigenerazionale o una casa più grande con molti membri della famiglia che vivono sotto lo stesso tetto può significare risparmi significativi sui costi di gestione insieme alla condivisione dei doveri familiari. La forte richiesta di questi immobili ha spinto i costruttori statunitensi a inserire le case multigenerazionali nella loro offerta, puntando anche alla massima personalizzazione delle abitazioni per adattarsi alle richieste di ogni famiglia allargata. Di solito si tratta di abitazioni di grande metratura, che vanno dai 400 ai 500 metri quadrati, con planimetrie peculiari. Sotto lo stesso tetto, infatti, convivono diverse età e membri della famiglia con esigenze differenti per cui il progetto deve considerare tutti i possibili scenari. Per questo si parla di case “in movimento”, che devono trasformarsi in base alle esigenze delle tante persone che le abitano. Ad esempio, anche se ora i nonni sono attivi e in buona salute, realizzare per loro un appartamento indipendente a pian terreno o al primo piano servito da un ascensore è sicuramente un intervento lungimirante perché nel giro di qualche anno le scale potrebbero diventare un problema per loro. E questo vale anche per le cucine, i bagni e le porte che dovrebbero essere progettati pensando a sedie a rotelle o deambulatori.
Soddisfare le diverse esigenze sotto un unico tetto
Sul fronte opposto, invece, ci sono le esigenze dei componenti più giovani delle famiglie multigenerazionali. Un ventenne che torna a casa a notte fonda o invita gli amici a casa potrebbe essere più di quanto i genitori vogliano sopportare. Per questo la privacy nelle abitazioni allargate è molto importante e spesso si tratta di immobili “complessi”, progettati con alloggi completamente separati dall’abitazione principale, anche con ingressi privati.
Una versatilità che emerge anche quando i figli, crescendo, decidono di lasciare la casa di famiglia. A quel punto il loro appartamento con ingresso indipendente potrà essere facilmente affittato e i genitori incasseranno un reddito da locazione che consentirà di coprire i maggiori costi di gestione dell’immobile
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