Il wealth management è fra le luci di un trimestre che, per Mediobanca, si chiude con ricavi e utili in calo rispetto a un anno fa, rispettivamente del 2% e 6%, a 865 e 330 milioni di euro. L’utile è sopra il consenso (319 milioni), ma questo non è bastato a salvare una brutta mattinata a Piazza Affari. Il mercato, approfittando dei recenti rialzi del titolo, ha interpretato questa fase di transizione vendendo copiosamente nella mattinata del 12 novembre, impedendo al titolo Mediobanca di fare prezzo in apertura di seduta e poi trascinandolo a -8,3%, ai minimi da metà agosto.
Forze contrapposte hanno spinto i ricavi in direzioni opposte nel primo trimestre fiscale di Mediobanca: nel confronto annuo, le entrate commissionali brillano con un +29% a 231 milioni, anche se con un rallentamento deciso del 17% rispetto agli ultimi tre mesi. Il margine di interesse poi flette del 2% a 485 milioni di euro. Nel dettaglio, del confronto annuo, aumentano i ricavi derivanti da Wealth (+5%), Consumer finance (+8%) e soprattutto dal Corporate & investment banking (+30%). Male, però, le entrate collegate alle assicurazioni (-20%) e Holding functions (che comprendono funzioni di tesoreria e leasing, a -59%). Rispetto al trimestre precedente, solo il Consumer finance mostra un progresso nei ricavi (+3%), mentre frenano bruscamente i ricavi assicurativi (-35%).
Mediobanca prevede di mantenere su livelli stabili il margine d’interesse negli anni fiscali 2025 e 2026, facendo meglio delle banche concorrenti, mentre si prevede di aumentare oltre il 10% (low double digit) il tasso di crescita delle entrate commissionali.
Mediobanca, Wealth management protagonista della crescita
Nel Wealth management Mediobanca ha consolidato i risultati positivi visti anche nei trimestri precedenti: la raccolta netta è stata di 2,6 miliardi nel trimestre, per la metà in risparmio gestito. Gli asset finanziari complessivi hanno raggiunto i 103,2 miliardi, in aumento del 16% rispetto a un anno fa, con masse gestite a 45,5 miliardi (+14,6%). Nel dettaglio degli asset, Premier contribuisce per 43,4 miliardi, poco meno del Private, a 46,1 miliardi. Nel dettaglio dei risultati finanziari del Wm, si registra un utile netto in crescita a 53 milioni (+6,4% anno su anno), ricavi a 228,4 milioni (+4,9% anno su anno), con un rapporto costi/profitti stabile al 66%.
I costi salgono da 143,1 a 151,2 milioni (+5,7%), complice il rafforzamento degli organici con 57 risorse nette in più rispetto a 12 mesi fa, che riguardano Premier e CMB. Pesano anche gli effetti del nuovo contratto nazionale collettivo (che decorre da dicembre scorso) nonché i costi una tantum su assunzioni (manleve).
A livello strategico, la rete distributiva di Mediobanca consolida la sua crescita con una strategia mirata ai segmenti più affluent. Nel trimestre, il gruppo ha potenziato la divisione Premier con l'ingresso di 30 nuovi professionisti di alto profilo — 23 consulenti finanziari e 7 banker — tutti con portafogli di rilevanti dimensioni, fanno sapere da Piazzetta Cuccia. La divisione Private si è rafforzata con l'arrivo di 3 senior banker. Il trend di crescita è ancora più evidente guardando agli ultimi 15 mesi: da giugno 2023, la divisione Premier ha registrato un significativo rafforzamento delle risorse commerciali senior, con circa 90 nuovi ingressi (54 banker e 36 consulenti finanziari).
Questi professionisti di esperienza gestiscono oggi il 42% del patrimonio totale della divisione, in netto aumento rispetto al 34% di giugno 2023. La strategia di riposizionamento verso l'alto della clientela sta dando i suoi frutti: i correntisti Private, con patrimoni superiori a 500.000 euro, sono cresciuti di 4.000 unità, mentre si registra una riduzione pianificata di 42.000 clienti nel segmento mass market. A fine settembre 2024, la rete complessiva conta 1.321 professionisti (+71 rispetto all'anno precedente), con una presenza capillare attraverso 100 filiali e 109 punti vendita. Nel dettaglio, la divisione Private conta 158 banker (+4 anno su anno), mentre Premier raggiunge quota 1.163 professionisti, suddivisi tra 534 banker (+11) e 629 consulenti finanziari (+56).
La campagna di conti deposito di Mediobanca Premier continuerà ad essere un investimento sulla futura conversione della liquidità dei nuovi clienti in masse gestite, chiarisce l'ad Alberto Nagel in conference call: "Abbiamo osservato che ogni campagna porta a una conversione di almeno il 50% dei depositi in asset gestiti o comunque in prodotti di advisory”, spiega Nagel, “è uno strumento molto efficace, che ha certamente un costo in termini di margine di interesse. Per questo motivo, il margine di interesse della divisione Wealth Management non mostrerà significativi miglioramenti nel prossimo trimestre, poiché intendiamo proseguire con possibili nuove campagne”.
Nagel offre poi un'interpretazione prospettica sul potenziale di redditività futura di Mediobanca Premier, che è ancora da esprimere vista l'eredità di Che Banca! con un segmento di clientela decisamente meno profittevole. “La situazione attuale dell'asset allocation di Mediobanca Premier è ancora influenzata dalla sua storia: inizialmente era una banca più orientata alla vendita di depositi e prodotti assicurativi, con una minore penetrazione di prodotti azionari e strumenti finanziari più sofisticati”, dice Nagel, "ci vuole tempo per allinearsi ai benchmark di settore, soprattutto considerando l'impatto delle campagne Btp Valore degli ultimi due anni.
Fra gli analisti c'è chi nota come la marginalità del Wealth management sia rimasta piatta rispetto al trimestre precedente, nonostante gli sforzi di innalzare il livello medio della clientela (fattore che di solito si accompagna a migliori entrate commissionali). “È importante monitorare il ritorno sugli attivi (Roa) della gestione, ma la priorità attuale è la crescita del business e l'espansione dei ricavi”, risponde l'ad di Mediobanca, "il focus rimane sulla costruzione di una base solida di clientela e sulla crescita sostenibile dei ricavi, elementi fondamentali per garantire un miglioramento del Roa nel lungo periodo”.