Da uno scandalo al rostro di Sotheby’s: i diamanti di Marie Antoinette
Ricordando Maria Antonietta o le famiglie degli zar, una delle cose che per prime affiorano alla mente sono i gioielli. Parlando della regina di Francia, torna alla mente l’Affare della collana di diamanti. Risalente al 1785 (quindi quattro anni prima dello scoppio della rivoluzione) resta uno degli intrighi più velenosi della storia: Jeanne de la Motte, nobildonna caduta in disgrazia, si spacciò per Marie Antoniette all’atto dell’acquisto di un esosissimo monile di brillanti – lo componevano 650 diamanti per un peso di 2800 carati – riservandosi di pagarlo successivamente. La qual cosa non avvenne mai, con le conseguenti accuse alla consorte di Luigi XVI. A nulla valsero la successiva scoperta della frode e l’assoluzione della moglie di Marie Antoinette in tribunale: la reputazione della sovrana fu compromessa per sempre (sarebbe stata giustiziata otto anni dopo).

Quel gioiello che ha attraversato i furori della rivoluzione francese non è giunto ai giorni nostri nella sua interezza. I diamanti, provenienti dalla mitica miniera indiana di Golconda, ormai esaurita, furono poi venduti separatamente. 350 di questi sono poi arrivati a formare la collana che Sotheby’s Ginevra ha battuto a 4,79 milioni di dollari il 13 novembre 2024 nell’asta tematica dedicata ai “gioielli reali e nobili”. Il lotto ha raddoppiato la sua stima iniziale.
L’ultima volta che la collana aveva fatto la sua comparsa pubblica era stata nel 1979, durante la mostra per il bicentenario dell’American Museum of Natural History di New York. Ma fu nel 1953 che fece la sua uscita più celebre del XX secolo: la moglie del VII marchese di Anglesey, Shirley Morgan, la indossò in occasione dell’incoronazione della Regina Elisabetta. La marchesa aveva ereditato il gioiello dalla suocera, che a sua volta lo aveva indossato in occasione dell’incoronazione di Re Giorgio VI, padre della Regina Elisabetta, nel 1937.
Non solo Maria Antonietta, anche gli zar di Bulgaria erano collezionisti di gioielli
Il filo rosso dei “gioielli nobili” dalla Francia arriva all’Est Europa e a Ferdinando Saxe-Cobourg-Gotha, zar di Bulgaria (1861-1948), appassionato di rare e preziose gemme colorate. Oltre che di diamanti della migliore qualità. Nella sua vanità tipicamente maschile, si faceva produrre gemelli, spille da cravatta e portasigarette nei materiali più lussuosi. Un amore che gli derivava dalla madre, la principessa Clementina d’Orléans, figlia dell’ultimo re di Francia Luigi Filippo (re, non imperatore: l’ultimo regnante d’Oltralpe fu l’imperatore Napoleone III). Sotheby’s ha racchiuso i 114 lotti consegnatile per la vendita in un’unica asta, A Tsar’s Treasure, andata tutta esaurita.
L’intero appuntamento di Sotheby’s dedicato ai gioielli, non solo quelli degli zar e di Maria Antonietta, ma anche la selezione dei Magnificent, ha realizzato l’equivalente di oltre 30 milioni di dollari.

“Il potere durevole della provenienza”
Commenta Andres White Correal, presidente di Sotheby’s per i gioielli in Europa e in Medio Oriente: «Gli straordinari risultati dell’asta (…) dimostrano il potere duraturo della provenienza». I lotti offerti sono «un esempio vivido dell’importanza dell’alta gioielleria nella vita delle più importanti case reali europee nel corso del XIX e dell’inizio del XX secolo». Il pezzo più costoso della collezione di Ferdinando di Bulgaria è stato proprio una sua spilla da cravatta, aggiudicata per 581.000 dollari.

In oro giallo, con motivo fleur-de-lis, è incastonata con un diamante colorato grigio-blu a forma di pera di 2,08 carati e quattro diamanti colorati. Ovvero un diamante rosa di 0,65 carati, un diamante verde di 0,52 carati, un diamante uno arancio-marrone scuro di 0,47 carati e uno verde-giallo intenso, di 0,13 carati.
I collezionisti, in tempi non brillanti per il lusso, hanno dimostrato di apprezzare la provenienza, il valore culturale dell’oggetto, oltre che il suo intrinseco. Rivela Philipp Württemberg, di Philipp Württemberg Art Advisory GmbH: «Questa collezione di gioielli non ha mai lasciato la famiglia dello zar Ferdinando di Bulgaria. È un insieme molto intimo. Alcuni pezzi appartenevano a sua moglie o a sua madre, ma molti altri mostrano la sua scelta personale e il suo gusto, come la favolosa spilla di diamanti colorati top lot o la straordinaria collezione di gemelli».

Tornado dai gioielli degli zar a Maria Antonietta, Andres White Correal ha rivelato a France24 che il nuovo acquirente, un privato, si è detto “estasiato” dell’acquisto, aggiungendo che lo stesso ritiene di “non possedere la collana”, ma di esserne “custode fino alla prossima persona”. Chi è un tal filosofo collezionista di monili? Per il momento la sua identità non è nota, ma si conoscerà: ha infatti dichiarato che la collana, benché antica e leggendaria, verrà indossata… Non passerà inosservata.