Registrate 500 miliardi di dollari di transazioni nel mese di agosto, contro i 289 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e i 275 miliardi del 2019
Fa da traino il settore finanziario, che rappresenta il 12,2% di tutti i deal da inizio anno. Si segnala la maxi-operazione di Square per rilevare Afterpay da 29 miliardi di dollari
Un’estate insolitamente frenetica ha visto l’M&A globale sfondare il tetto dei 500 miliardi di dollari di transazioni nel mese di agosto, contro i 289 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e i 275 miliardi del 2019. Un boom, nei dati Refinitiv raccolti dal Financial Times, legato a un mix tra credito a basso costo, trilioni di dollari nelle tasche dei gruppi di private equity e il ritorno degli “spiriti animali” (definizione con cui J.M. Keynes indicava quel complesso di emozioni istintive che guidano il comportamento umano in generale e quello imprenditoriale in particolare, ndr) nei consigli di amministrazione. E che ha condotto il mercato verso i 3.900 miliardi di dollari da inizio anno, sulla spinta principalmente del settore tecnologico e di quello finanziario.
Una cifra consistente, pari a più del doppio rispetto ai primi otto mesi del 2020 e in crescita anche sui 2.600 miliardi registrati nel 2019. Proseguendo di questo passo, scrive il quotidiano economico-finanziario britannico, l’attività complessiva delle fusioni e acquisizioni a livello mondiale potrebbe anche battere il record storico segnato prima della
crisi finanziaria del 2007, quando furono annunciate operazioni dal valore di 4.300 miliardi di dollari.
Ma di che deal stiamo parlando? La maggior parte dei quasi 40.000 annunciati da inizio anno sono stati di
grandi dimensioni (si tratta di decine di miliardi di dollari) e
transfrontalieri. Basti pensare alla vendita da parte di General Electric della sua unità di leasing di aeromobili al gruppo irlandese AerCap per oltre 30 miliardi di dollari ma anche alla corsa dei più grandi gruppi ferroviari canadesi per l’acquisto di Kansas City Southern per più di 31 miliardi.
Come annunciato in apertura, tra i settori più dinamici troviamo al secondo posto quello finanziario, che ha raccolto nel periodo il 12,2% di tutte le operazioni di fusione e acquisizione. Si segnala per esempio la maxi-operazione di Square (società di pagamenti digitali guidata dal fondatore di Twitter Jack Dorsey) da 29 miliardi di dollari per rilevare Afterpay, fintech australiana popolare per il suo servizio “compra ora, paga dopo”, che permette di frazionare il pagamento in quattro rate uguali nei negozi fisici e online.
Medaglia d’oro invece per il settore tecnologico, che porta a casa il 21% di tutte le attività di fusione e acquisizione, ben cinque punti percentuali in più rispetto allo scorso anno. Si parla di 8.742 transazioni per un valore di 832 miliardi di dollari, dai 301 miliardi del 2020 e i 291 miliardi del 2019. Tra i deal più importanti, si ricorda lo spin-off di VMware da 52 miliardi di dollari da Dell technologies (che ne aveva preso il controllo nel 2016 nell’ambito dell’acquisizione di Emc) e la decisione di Microsoft di acquistare il pioniere del riconoscimento vocale Nuance per 16 miliardi. Nel real estate, infine, che guadagna la sesta posizione per deal, si rammenta l’accordo da 17,2 miliardi di dollari tra Vici properties e Mgm growth properties.
Registrate 500 miliardi di dollari di transazioni nel mese di agosto, contro i 289 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e i 275 miliardi del 2019Fa da traino il settore finanziario, che rappresenta il 12,2% di tutti i deal da inizio anno. Si segnala la maxi-operazione di Square per rileva…