Gli investitori attenti alla sostenibilità possono scegliere tra un’ampia gamma di fondi e di strategie con approcci differenti
Le masse Sri in gestione tra il 2016 e il 2020 sono cresciute del 55%, raggiungendo quota 35mila miliardi di dollari
Gli investitori possono incidere effettivamente nella lotta al cambiamento climatico e sugli altri temi sostenibili. Cruciale è il ruolo degli attori pubblici, che attraverso i giusti incentivi di mercato, possono stimolare fattivamente le iniziative a impatto
Tutto ciò che la sostenibilità tocca diventa oro: sembrano pensare gli investitori, o almeno così si direbbe a guardare i flussi d’investimento degli ultimi 12 mesi. Come riporta BofA, quest’anno ogni 10 dollari di afflussi azionari globali 3 sono andati ai fondi che investono secondo i criteri Esg. Il confronto con l’anno scorso è impari, con i flussi registrati a settembre e da inizio anno più che doppi rispetto a quelli dei relativi periodi dello scorso anno. E pensare che le masse in gestione, con una crescita del 15% rispetto al 2018 e del 55% rispetto al 2016, avevano già toccato un livello record nel 2020 superando i 35mila miliardi di euro. Se si considera che gli asset in gestione totali dei fondi ammontano a circa 99mila miliardi di dollari si tratta di una cifra monstre.
A riportare queste evidenze è il report Global Investment Sustainable Review condotto da Global Sustainable Investment Alliance (GSIA), che ogni anno analizza l’andamento del mercato sostenibile. Tuttavia, nonostante la crescita stellare degli investimenti sostenibili e responsabili (cosidetti Sri) e delle iniziative legate alla sostenibilità negli ultimi anni, la scienza ci dice che lo stato della Terra si sta deteriorando. Il che solleva una domanda: come possono gli investitori incidere effettivamente sul cambiamento climatico e sugli altri temi di sostenibilità? A rispondere a questa domanda è l’ultimo studio Eurosif che ha evidenzia il ruolo chiave degli investitori per la decarbonizzazione e i cui risultati sono stati commentati dal Forum della Finanza sostenibile. “Gli investitori forniscono già un contributo significativo, che può diventare ancora più rilevante. Si pensi per esempio alle molte occasioni offerte da strategie quali l’engagement e dagli investimenti nelle soluzioni climatiche e in quelle aziende ad alte emissioni che si sono dotate di obiettivi di decarbonizzazione precisi, credibili e science-based. Significativo è anche il ruolo degli attori pubblici, che attraverso i giusti incentivi di mercato e la promozione di strumenti come le partnership pubblico-privato o di blended finance possono stimolare fattivamente gli investimenti sostenibili”.
Lato investitori, dunque quali sono gli strumenti finanziari a loro disposizione per produrre un reale impatto su ambiente e società? I fondi sostenibili che vanno per la maggiore stando al report di Investment Alliance sono quelli che adottano un approccio di Esg integration, ovvero che optano per un’inclusione sistematica ed esplicita da parte dei gestori di fattori ambientali, sociali e di governance nell’analisi finanziaria. Al 2020 questi fondi gestivano asset per poco più di 25 mila miliardi di dollari, il 48% del totale.
Tale approccio d’investimento – che ha mostrato la crescita più alta negli ultimi anni – è il più diffuso in Nord America e in Giappone. Seguono con 15,9 mila miliardi di dollari di asset in gestione i fondi di negative screening: dal portafoglio sono esclusi certi settori, società, paesi o altri emittenti sulla base di attività considerate non investibili. I criteri di esclusione possono riferirsi, per esempio, a categorie di prodotti (armi, tabacco) o anche pratiche aziendali (violazione dei diritti umani, corruzione). In Europa il negative screening è la prima scelta da parte dei fondi Esg. A completare il podio delle strategie d’investimento sostenibile è la corporate engagement/ shareholder action, con 10,5 mila miliardi di dollari in gestione. Questi fondi impiegano il loro potere da azionisti per influenzare il comportamento aziendale delle aziende in cui investono in ottica più sostenibile. Altri approcci d’investimento in forte crescita, anche se ancora marginali al mondo sostenibile sono: il best-in- class, l’impact-investing e il thematic-investing. Il primo consiste in investimenti solo in società e progetti selezionati che presentano il miglior profilo Esg all’interno di un determinato settore. Il secondo invece è una modalità d’investimento diretto volta all’ottenimento di impatti positivi, sociali e ambientali. Tale metodo richiede la misurazione e il reporting rispetto a questi impatti, che dimostrino sia l’intenzionalità dell’investitore sia il contributo apportato da questi. Infine con thematic-investing fa riferimento a fondi che investono in temi o attività che contribuiscono specificamente a cambiamenti secolari – ambientali e sociali – come per esempio quelli che porteranno alla smart agricolture, agli edifici a risparmio energetico, a una società equa sul fronte della diversità). Tra le varie categorie questa è quella cresciuta di più tra il 2016 e il 2020, con un tasso impressionante del 605%.
A livello geografico invece le regioni più a trazione Esg rimangono gli Stati Uniti e l’Europa, che nel periodo 2018-2020 hanno rappresentato più dell’80% degli asset globali di investimento sostenibile. C’è da dire che però il Vecchio Continente ha perso il primo posto nella classifica della regione con più investimenti Esg (superata dagli Usa, per una diversa catalogazione determinata dalle nuove norme Ue, come spiegano i report citati). Restiamo comunque l’area del mondo più evoluta sul fronte della finanza green. Seguono, come incidenza sull’aum Sri totale, Canada (7%) e Giappone (8%), con i rispettivi asset sostenibili in crescita del 48% e del 32% nel biennio pre-covid. Anche in Italia, come si evince dalla mappa del risparmio gestito di Assogestioni, la sostenibilità è un tema caro agli investitori. Tra il 2017 e il 2020 i fondi SRI sono passati da 81 a 516 e le masse in gestione sono decuplicate, passando da 8,48 miliardi di euro a 80,83 miliardi di euro.
(articolo tratto dal magazine We Wealth di novembre)
Gli investitori attenti alla sostenibilità possono scegliere tra un’ampia gamma di fondi e di strategie con approcci differenti
Le masse Sri in gestione tra il 2016 e il 2020 sono cresciute del 55%, raggiungendo quota 35mila miliardi di dollari
Gli investitori possono incidere effettivamente n…