Dagli ultimi risultati si può dire che quello dei francobolli è un mercato in crescita?
Nel 2021 abbiamo fatturato 1,4 milioni di euro, cifra significativa in crescita del 35% rispetto all’anno precedente, che comunque era stato un anno molto buono. A febbraio 2020 avevamo capito che le cose stavano cambiando. Siamo stati tra i primi a fornire scansioni dettagliate di tutti i lotti presenti in asta, fronte, retro, certificati, pagine dell’albo, video. Ciò permette anche a chi non riesce a presenziare in asta per qualsiasi motivo di avere una visione dettagliata di quanto viene proposto. A livello geografico il mercato italiano è quinto a livello mondiale, dietro solo a Stati Uniti, Cina, Inghilterra e la Germania, ed è in continua crescita.
Quali sono i trend di mercato?
Alcuni settori stanno conoscendo una forte crescita, altri invece – per fortuna – stanno perdendo sempre più d’interesse. Ad esempio le buste ftc e le quartine che andavano di moda negli anni settanta quando tutti collezionavano, oggi stanno sparendo come l’attenzione dei collezionisti si sta rivolgendo verso francobolli più interessanti dal punto di vista storico. Sicuramente la storia postale – i francobolli su lettera – è il settore dal più grande interesse. Nello specifico le categorie che godono di migliore salute sono gli antichi stati italiani e in seconda battuta la posta aerea internazionale: sono due settori caldi che stanno danno grandi soddisfazioni.
Quanto quello della filatelia è un mercato soggetto a mode? Quali sono gli attributi di valore di un francobollo?
Le mode in filatelia sono cicli ventennali, salvo alcune speculazioni moderne che durano pochi anni e di cui noi non ci interessiamo. Come per ogni altro bene è la legge della domanda e dell’offerta a guidarne il prezzo. L’interesse è forte per francobolli di interesse storico o esemplari di grandissima qualità: due fattori che fanno apprezzare nel tempo l’investimento. Il cosmogramma “Apollo 14”, uno dei 55 trasportati nello spazio per 9 giorni da Edgar Mitchell durante la missione Apollo 14, ne è un esempio. Lo scorso maggio è stato battuto per 30 mila euro, stabilendo un nuovo record mondiale.
Come si spiega un tale risultato?
Riflette la scarsità del francobollo – sono 55 pezzi in tutto il mondo, veramente pochi – e una domanda internazionale fortissima, essendo un pezzo al limite tra la filatelia e la memorabilia. C’è tutto il mercato americano, tedesco e italiano, e adesso anche quello asiatico, molto attento verso questa tipologia di francobolli. Negli ultimi tre/quattro anni la presenza di acquirenti stranieri è aumentata a vista d’occhio. Ci dispiace per i francobolli che vanno all’estero, ma li salutiamo sempre con il sorriso. Infine va detto che la presenza di certi player dediti alla speculazione, che acquistano incessantemente certi settori, è di per sé una difesa del valore di questi pezzi. È probabile che il prossimo cosmogramma che verrà battuto farà un nuovo record mondiale.
I francobolli possono essere dunque annoverati come un bene d’investimento al pari degli altri pleasure asset?
Io non consiglio di investire in filatelia, perché lo si deve fare con passione e conoscenza: una lettera da 50 mila si deve sapere perché la si ha comprata. Se poi qualcuno volesse impostare una collezione con un certo criterio, seguendo un gusto personale e al contempo rivolgendosi a professionisti, certamente può ambire ad un ritorno non solo emozionale. Una collezione di posta area su Balbo messa all’asta sarebbe ad esempio un evento di grande richiamo. E il realizzo di questa collezione sarebbe più alto rispetto a quello cumulato dei singoli pezzi. Va infine detto che i francobolli tra tutti i beni da collezioni i francobolli sono quelli dai minori costi. Il peso è irrisorio, la conservazione in un ambiente salubre va benissimo e non sono neanche particolarmente attenzionati dai ladri, in quanto sono oggetti unici e dunque difficilmente ricettabili: non sono come una pietra che una volta smontata è impossibile da rintracciare.