Gli italiani sono sempre più ‘poveri’: la ricchezza individuale è scesa del 4% lo scorso anno, il secondo dato peggiore fra le economie occidentali, dopo il -6% registrato dalla Svizzera. Eppure, a livello globale la ricchezza individuale è cresciuta di circa l’8,4% al netto dell’inflazione, secondo i calcoli contenuti nel nuovo UBS Global Wealth Report 2024 – con un podio rappresentato da Turchia, Qatar e Russia, che hanno segnato i migliori incrementi nella ricchezza individuale calcolata in moneta locale.
La riduzione delle ricchezze in possesso degli italiani non è un fenomeno nuovo. Infatti, se si allarga l’osservazione agli anni successivi alla Grande crisi finanziaria del 2008, il bilancio sui patrimoni diventa sempre più fosco. Da un lato, il rallentamento dei tassi di arricchimento è un fenomeno globale: fra il 2000 e il 2010 la crescita dei patrimoni è stata circa del 7% l’anno, mentre fra il 2010 e il 2023 il tasso è sceso al 4,5%. In Italia, però, le percentuali sono crollate molto più della media mondiale: si è passati dal 7% annuo del primo decennio del 2000 a un tasso di crescita nullo negli ultimi 13 anni.
Di fatto, dal 2010 la ricchezza degli italiani è scesa del 4%, mentre nel primo decennio del 2000 era più che raddoppiata. “Sebbene ci siano molteplici cause dietro questi sviluppi, è innegabile che le dinamiche demografiche giocano un ruolo nel rallentamento osservato in Giappone e in Italia”, ha scritto Ubs, “poiché popolazioni in diminuzione e società invecchiate tendono entrambe a ridurre il livello di attività economica”.
Se si osserva l'evoluzione della ricchezza degli italiani dal 2008 in avanti, comprendendo meglio gli effetti della Crisi finanziaria, si osserva un piccolo aumento della ricchezza media, ma un calo della ricchezza mediana (che esprime il punto centrale nella distribuzione dei dati). Questo fenomeno statistico indica che a "tirare su la media" sono soprattutto un numero ristretto di persone più facoltose, ossia "che la ricchezza è diventata più concentrata al vertice della distribuzione", ha affermato Ubs. In media, ciascun italiano ha un patrimonio di 220.216 dollari nel 2023: al 24° posto su scala globale.
Un'Europa disunita nella crescita delle ricchezze
La banca svizzera ha osservato come il continente europeo, se osservato sulla base dei dati sull'arricchimento degli individui Paese per Paese, risulti fortemente spaccato. Questo elemento solleva dubbi sulla capacità di armonizzare una crescita della ricchezza all'interno dell'Unione europea. "Anche all'interno dell'Europa occidentale, l'evoluzione della crescita della ricchezza difficilmente potrebbe essere più diversificata", ha scritto Ubs, "secondo questo parametro, il continente appare più come un mosaico che come un'unità, il che è ancora più sorprendente considerando che i paesi dell'Europa occidentale condividevano già economie mature e sviluppate nel 2008 e nella maggior parte dei casi facevano parte dello stesso blocco commerciale. La crisi del debito sovrano europeo è una delle ragioni di queste diverse traiettorie nella crescita della ricchezza".
Disuguaglianza, l'Italia perde posizioni
L'Italia rimane, ancora oggi, uno dei Paesi con meno disuguaglianze economiche al suo interno, con un indice Gini, un popolare parametro di misurazione, di 57: il quinto più basso a livello mondiale. Tuttavia, la Penisola sta perdendo terreno anche su questo: dal 2008, quando l'Italia era al terzo posto, la disuguaglianza è aumentata del 14,9%. In Europa la disuguaglianza è aumentata di più solo in Finlandia e Spagna nello stesso periodo.
Milionari, crescita in rallentamento
In ogni caso, l'Italia è sempre meno patria di nuovi milionari. Secondo le previsioni di Ubs, nei prossimi cinque anni il numero dei milionari italiani aumenterà del 9% a 1,46 milioni di individui. Nel resto del mondo aumenteranno a passo più spedito quasi ovunque: Cina continentale, Grecia, Olanda e Regno Unito saranno le uniche eccezioni.
In particolare, un possibile effetto Brexit continuerà a pesare sull'Inghilterra, con un deflusso di milionari pari al 14%, mentre il rallentamento economico cinese sembrerebbe arrestare il forte tasso di crescita dei nuovi milionari cinesi. Il primato degli Usa come "prima casa" dei milionari a livello globale resterà inviolabile, anche se il divario fra Cina e Giappone diventerà assai meno marcato grazie alla forte accelerazione dei nuovi milionari residenti in quest'ultimo Paese (+28%).