Intesa Sanpaolo ha riaperto una finestra nella quale i clienti “assegnati” alla banca digitale del gruppo, Isybank, potranno decidere di rimanere clienti di Intesa. Un portavoce della banca ha fatto sapere che i clienti per i quali è previsto il passaggio a Isybank il prossimo 18 marzo “potranno comunicare fino al 29 febbraio la propria preferenza in merito al passaggio a Isybank”. Di conseguenza, sarà possibile rifiutarsi di cambiare banca.
La comunicazione è arrivata ai clienti a meno di due settimane dall’apertura di un’istruttoria da parte dell’Antitrust, che aveva rilevato alcune mancanze nella modalità utilizzate da Intesa Sanpaolo per comunicare il trasferimento di centinaia di migliaia di clienti “prevalentemente digitali” dalla banca tradizionale a quella solamente online.
I termini per presentare la propria contrarietà al passaggio a Isybank erano scaduti originariamente il 30 settembre, ma oltre 2mila clienti avevano segnalato all’Antitrust di non aver ricevuto informazioni sufficientemente chiare sugli importanti cambiamenti cui sarebbero andati incontro.
Infatti, la banca non ha inviato lettere o email ai clienti interessati, ma si è limitata a inserire una comunicazione nell’home banking – che è evidentemente sfuggita a un numero significativo di clienti. La decisione di ampliare i termini per esprimere il proprio consenso al trasferimento a Isybank “è stata assunta dalla banca dopo l’attento ascolto della propria clientela e per andare incontro nel modo migliore possibile alle esigenze raccolte”, ha fatto sapere il portavoce di Intesa in una nota inviata alle redazioni.
Caso Isybank, le pressioni hanno avuto successo
Nelle scorse settimane la riapertura dei termini per l’opt-out era stata richiesta anche dalle associazioni dei consumatori. “Grazie al continuo e serrato confronto di Adiconsum e delle altre Associazioni dei consumatori con Intesa Sanpaolo, nei giorni scorsi è stata completamente rimodulata la procedura di adesione a Isybank”, ha affermato il responsabile nazionale per il credito di Adiconsum, Carlo Piarulli, “purtroppo, le modalità messe in campo da Intesa Sanpaolo precedentemente al confronto, hanno evidenziato la grande fretta nel processo di trasmigrazione, che a parer nostro non è stato accompagnato da un credibile piano di comunicazione e coinvolgimento proattivo dei clienti, che ha quindi suscitato allarme nei consumatori”. In particolare, ha aggiunto Piarulli, per la difficoltà di reperimento delle informazioni unita al meccanismo del silenzio-assenso.
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Intesa ribadisce: vantaggi per chi sta con Isybank
“Intesa Sanpaolo resta pienamente convinta della validità del progetto Isybank, confermata anche dal fatto che oltre il 90% dei clienti trasferiti a ottobre è già operativo”, ha fatto sapere l’istituto guidato da Carlo Messina, “dalle nostre prime rilevazioni risulta non pienamente soddisfatto il 5% della clientela interessata e la banca sta già attivandosi per rispondere al meglio alle esigenze di questi clienti. Inoltre, il numero di chi ha chiesto e chiede di tornare in Intesa Sanpaolo è molto contenuto”.
Intesa ha affermato che nelle comunicazioni inviate alla clientela il passaggio a Isybank comporterà “vantaggi economici”, senza rinunciare alla “possibilità di recarsi in una filiale fisica di Intesa Sanpaolo per i servizi e prodotti non ancora offerti da Isybank”.
Nella nota diramata il 2 novembre dall’Antitrust si faceva riferimento alla possibilità che, per alcuni clienti, i costi del passaggio a Isybank avrebbero potuto comportare un aumento dei costi “per la tenuta del conto”. Inoltre, la stessa Agcm aveva affermato che con Isybank non ci sarebbero stati “sportelli fisici cui rivolgersi, essendo un operatore completamente digitale con cui si potrà interagire soltanto attraverso smartphone e non anche tramite browser del proprio personal computer come invece avveniva con Intesa Sanpaolo” e “mancheranno alcune funzionalità e servizi (ad esempio, le cosiddette carte virtuali)”.