L’aria che tira sui mercati non è delle più promettenti per i prossimi mesi: per chi ha bisogno di limitare eventuali perdite, ecco alcune alternative migliori del contante per ripararsi da un calo delle azioni a breve termine
Difficilmente un consulente finanziario vi dirà di abbandonare un piano a lungo termine perché sui mercati si sta mettendo male. Alla luce delle statistiche, cambiare strategia per prendere i mercati con tempismo (vendere quando sono alti, comprare quando sono bassi) si rivela una mossa spesso controproducente.
Ad ogni modo, ridurre il rischio in portafoglio può essere per diverse ragioni una mossa che, per diverse ragioni, si vuole o si deve intraprendere. Ai lettori più attenti non sarà sfuggito il dibattito sull’arrivo della recessione e dei nuovi poderosi rialzi dei tassi che Fed e Bce hanno ancora in serbo. Tutto questo potrebbe spingere nuove vendite sull’azionario. Alcuni analisti, come avevamo riferito in questo articolo, hanno alzato il grado di pessimismo prefigurando nuove debolezze sui mercati azionari da qui a fine 2022.
“Quando si investe vanno sempre tenute a mente due cose, il proprio profilo di rischio e l’orizzonte temporale a cui si intende destinare i propri soldi, queste diventano le nostre coordinate di navigazione”, ha affermato a We Wealth Stefano Bagnoli, private banker di Fideuram attivo commentatore in varie testate specializzate. In questo momento, ha aggiunto, “il timore è che ci possano essere ulteriori dissesti e ribassi azionari dovuti principalmente a inflazione e tassi in aumento; in generale la situazione globale preoccupa”.
Quali sono alcuni degli strumenti di “risk-off”, di allontanamento dal rischio più utilizzati da professionisti e piccoli investitori? Ecco una breve panoramica.
Le obbligazioni ad elevato rating
E’ un grande classico delle fasi di tensione: vendere azioni per acquistare bond. La correlazione fra ribassi azionari e aumento dei prezzi delle obbligazioni, tuttavia, non è scolpita nella pietra. Da tempo, le politiche monetarie ultraespansive (e la loro relativa interruzione) hanno vanificato l’effetto a vasi comunicanti fra azioni e obbligazioni. “Negli ambienti finanziari si sono sempre considerate le obbligazioni come un ottimo contrappeso ai momenti di debolezza dell’azionario”, ha ricordato a We Wealth il co-fondatore di Consultique Scf, Luca Mainò, “tale assunzione deriva all’osservazione storica degli ultimi quarant’anni di storia, che tuttavia si sono caratterizzati da un contesto economico particolare, di generale disinflazione e di accelerata globalizzazione… In un momento in cui quei presupposti possono essere compromessi, anche la stabilità di quelle correlazioni può essere messa in discussione”. Infatti, nei primi mesi del 2022 azioni e obbligazioni, pur con gradi d’intensità differenti, sono cadute in contemporanea lasciando gli investitori senza alcun riparo, o quasi. Per ridurre l’effetto-tassi sui bond è possibile preferire le obbligazioni a breve scadenza, che però offrono un rendimento più basso, ha ricordato il consulente.
“Per coloro che temono ribassi nel breve, il mio consiglio è di guardare nella classe di attivo obbligazionaria, in particolar modo, per maggiore stabilità, nel comparto ad alto rating”, ha detto Bagnoli, “con i cali di inizio anno le quotazioni sono scese aumentando i rendimenti a scadenza, un Bund tedesco a 10 anni”, considerato supersicuro, “ha ora un rendimento annuo superiore all’1,5%”.
Bagnoli ha ricordato l’importanza della diversificazione anche in questo ambito. Contrariamente a quanto poteva essere messo in conto nel recente passato, ad esempio, oggi i titoli di Stato tedeschi offrono rendimenti superiori alle controparti francesi a causa della maggiore esposizione di Berlino al gas russo. Oggi l’obbligazionario “è visto come traditore”, per via del suo recente calo in sincrono con le azioni, “ma ha grandi opportunità all’interno”, ha concluso Bagnoli sul tema.
Oro, il rifugio per eccellenza (ma non infallibile)
In una prima fase, coincisa con i primi giorni dell’invasione russa in Ucraina, l’oro ha performato molto bene rispetto al mercato azionario. Anche nel caso dell’oro, l’aspettativa di debolezza sulle azioni e l’incertezza geopolitica sono solitamente fattori favorevoli. L’aumento dei tassi d’interesse, tuttavia, ha presto cambiato le sorti del bene rifugio per eccellenza – dal momento che non paga alcun interesse risulta gradualmente meno attrattivo se titoli a basso rischio come i Buoni del Tesoro americani iniziano ad offrire rendimenti. “Le dinamiche dell’oro legate al suo status di bene rifugio che potenzialmente possono trarre vantaggio da una fase di stress sui mercati azionari, sono ostacolate dalle tensioni verso l’alto dei tassi reali”, ha dichiarato Mainò, “anche l’oro, pertanto non sembra in grado di rispettare in questo momento le attese degli investitori”.
Le azioni “difensive”
Per gli investitori che intendono mantenere un’esposizione al mercato azionario è possibile ridurre il rischio spostandosi dai titoli di aziende più innovative e volatili a titoli tradizionalmente più tranquilli. “All’interno delle diverse asset class esistono segmenti più difensivi”, ha ricordato Mainò, “come ad esempio i comparti azionari a più bassa volatilità, solitamente rappresentati da aziende mature e con ricavi poco influenzati dal ciclo economico”. Spesso si tratta di società che offrono lauti dividendi agli azionisti, che possono così beneficiare di ritorni periodici un po’ come avviene con le obbligazioni.
Fondi monetari
Nella famiglia dei fondi comuni d’investimento, i fondi monetari si collocano nello spazio di minor rischio-rendimento. Si tratta di fondi dalla rapida liquidabilità (è facile rientrare in possesso delle somme investite) che acquistano debito a breve termine e titoli “cash-equivalent”. Il rendimento è contenuto, ma pur sempre superiore a quello del contante.
Conti deposito
Alcune banche offrono la possibilità di vincolare una certa somma per un periodo di tempo predeterminato, in cambio di un rendimento solitamente superiore a quello di un Btp di pari durata. Il conto deposito, che gode della garanzia interbancaria fino a 100mila euro come il conto corrente, presenta il difetto di essere più difficile da liquidare in anticipo (di solito è previsto un pagamento supplementare o la rinuncia ai rendimenti: è bene controllare nel dettaglio le condizioni).
In generale, l’investimento a basso rischio non regala mai rendimenti elevati. Per questa ragione esso andrebbe integrato nella strategia di lungo termine come “un’allocazione di passaggio”, ha affermato Bagnoli, “tenendo sempre a mente che abbiamo un’inflazione quasi a doppia cifra e rimanere investiti in bond a basso rendimento, con troppo capitale, non sarà sufficiente a a proteggere il potere d’acquisto”.