Analisi sul risparmio gestito azionario con specializzazioni settoriali. Se nei primi mesi di pandemia del 2020, a correre sono stati i settori legati a beni rifugio, alle telecomunicazioni, al biotech ed al pharma, nel 2021, con la ripresa delle attività, sono stati privilegiati quei settori implicati nella produzione industriale
Partendo dall’analisi degli indici Fida FFI azionari settoriali, cerchiamo di individuare e inquadrare i trend che si stanno sviluppando. Quali sono? Dalla classifica degli indici per rendimento dal 16 marzo 2020, data assunta per convenzione come rimbalzo dei mercati azionari dopo l’esplosione del covid19, salta immediatamente all’occhio l’ordine di grandezza degli allunghi: tutte le categorie considerate (35) risultano in attivo e con variazioni doppia cifra.
Il ranking si apre con le energie alternative a +133%, seguite da IT (+132%), metalli e minerali, prevalentemente a uso industriale (+127%), robotica (+117%) risorse naturali (+110%) e energie tradizionali (+102%). Più deboli, ma sempre in crescita, sono i fondi specializzati sul real estate in ogni area geografica, le infrastrutture e alcune categorie sugli investimenti Esg, anche nel caso specifico il fattore dominante è l’esposizione all’Asia Pacifico e ai mercati emergenti.
Paragonando vari orizzonti temporali, è possibile individuare la rotazione settoriale avvenuta nel corso del 2021 e che ha radicalmente trasformato l’overview rispetto ai primi mesi di pandemia. Il ranking per performance da inizio anno è infatti radicalmente diverso, poiché il grosso del gain degli indici precedentemente citati è stato generato nel corso del 2020 e rappresenta
trend oggi in parte esauriti. La classifica è infatti dominata dall’immobiliare Usa (+43%), dalle energie tradizionali (+42%), dalle risorse idriche (+34%) e naturali (+33%), mentre come fanalino di coda troviamo i metalli preziosi e minerali (-4%), e le biotecnologie (+1%), settori che risultavano tra i migliori nel 2020.
Osservando infine la classifica degli indici a partire dal 19 febbraio 2020, immediatamente prima che esplodesse il panico sui mercati, vediamo come diverse specializzazioni non siano ancora riuscite a recuperare i livelli pre-crisi: ad esempio l’immobiliare Asia Pacifico è ancora in rosso di 13 punti percentuali, quello europeo di 3, mentre infrastrutture e finanza europea si muovono attorno alla parità.
Interessante è individuare i settori caratterizzati da una certa persistenza tra i top di classifica a prescindere dall’orizzonte osservato. Tra questi emergono le risorse idriche, le energie naturali, la finanza globale, l’IT, la robotica, i beni e servizi industriali, i metalli e minerali non preziosi.
In generale possiamo affermare che nei primi mesi di pandemia, caratterizzati da lockdown diffusi e da pesanti investimenti nel settore sanitario e farmaceutico, a correre sono stati i settori legati a beni rifugio, alle telecomunicazioni, al biotech ed al pharma, mentre nel 2021 con la ripresa delle attività sono stati privilegiati quei settori implicati nella produzione industriale. In ogni caso, esistono settori caratterizzati da un elevato contenuto innovativo che cavalcano trend strutturali che ad oggi si sono dimostrati capaci di performare in ogni condizione di mercato.
(Articolo scritto in collaborazione con Monica Zerbinati, financial analyst di Fida)
Partendo dall’analisi degli indici Fida FFI azionari settoriali, cerchiamo di individuare e inquadrare i trend che si stanno sviluppando. Quali sono? Dalla classifica degli indici per rendimento dal 16 marzo 2020, data assunta per convenzione come rimbalzo dei mercati azionari dopo l’esplosione del …