Cinque consigli da seguire quando si investe: #1 fissa l'obiettivo

Prima puntata della nuova serie di educazione finanziaria targata We Wealth, dedicata non più agli errori, bensì ai consigli per un corretto investimento
Definire l'obiettivo dell'investimento è fondamentale perché offre alcune indicazioni su quanto ci si può permettere di rischiare e sull'orizzonte temporale
“Ho sentito che il private equity è il settore con il maggior potenziale di crescita, ma il mio consulente per me l'ha sconsigliato”. Chi rivolgeva queste considerazioni sembrava piuttosto stupito: se investo per guadagnare, del resto, perché non dovrei investire su ciò che rende di più? In un certo senso, investire per guadagnare il più possibile non è un'aspirazione sbagliata. Il problema è che il percorso per arrivare ai migliori rendimenti non è mai lineare come appare nelle medie a lungo termine. Di solito ciò che rende di più oscilla molto nel valore, attraversando anche lunghi periodi negativi. Per questo è importante parlare di obiettivi di investimento.
Cosa significa investire per uno scopo
Definire l'obiettivo dell'investimento è fondamentale perché offre alcune indicazioni su quanto ci si può permettere di rischiare. Un patrimonio ancora ristretto e una casa ancora da acquistare non depongono molto a favore di investimenti ad alto profilo di rischio che rendono bene in orizzonti temporali lunghi, come la partecipazione a fondi di private equity: da qui, probabilmente, le cautele del consulente interrogato sull'interrogativo in apertura.
Molto spesso, però, capita di approcciarsi all'investimento in modo del tutto slegato dagli obiettivi, restringendo l'analisi a quanto si può guadagnare, per i più audaci, o a quanto si rischia di perdere, per i più prudenti (in Italia, quest'ultimo è il gruppo più numeroso).
Se l'obiettivo dell'investimento è chiaro, però, si avrà un'idea di quanto denaro occorrerà e in quale momento del futuro. Qualche esempio. Se il denaro occorre nel giro di una settimana, non ha alcun senso investirlo: non abbiamo tempo per farlo crescere con un ragionevole grado di prevedibilità. In un arco temporale così ristretto cercare rendimento sul mercato azionario, ad esempio, non sarebbe molto diverso da una qualsiasi altra scommessa. Se una certa cifra, prevediamo sarà necessaria fra dieci anni, invece, avremo un'orizzonte diverso che ci autorizzerà a mettere a rischio l'investimento per un lungo periodo di tempo.
Nel caso del risparmio pensionistico supplementare, si fissa solitamente l'orizzonte più lungo calcolando di risparmiare una cifra che, sommata alla pensione, permetta ad esempio di mantenere un certo stile di vita. Come sempre, l'obiettivo della pianificazione consiste nel raggiungere un rendimento minimizzando le possibilità che ci veda costretti a dover liquidare l'investimento in perdita. Per questo, un portafoglio molto volatile sarà troppo rischioso se l'obiettivo finanziario che si pone è ravvicinato nel tempo e di grande rilevanza economica (mettiamo, l'acquisto di un'abitazione).
La definizione dell'obiettivo finanziario nella pratica
“Ogni giorno aiuto i risparmiatori innanzitutto a capire cosa vogliono ottenere dai loro investimenti: fare meglio della media del mercato non è un obiettivo; è probabilmente un sogno, visto che le statistiche dimostrano che 9 fondi a gestione attiva su 10 non ci riescono, spesso per via delle alte commissioni”, ha dichiarato a We Wealth il consulente finanziario autonomo Gianluca Sidoti, fondatore di TraDetector, “un vero obiettivo è poter scegliere di andare in pensione a 60 anni con una rendita di 2000 euro al mese; mandare i figli a studiare in America; acquistare una casa, un’auto, una barca; estinguere il mutuo dei genitori”.
Data l'importanza degli obiettivi finanziari nella messa a punto del portafoglio di investimento “è sbagliato andare in banca e accettare qualunque cosa ci venga proposta, se prima non ci hanno chiesto: 'Che cosa vuoi fare con questi soldi?' e Tra quanto vuoi raggiungere il tuo obiettivo?”. Questo approccio è tipico della pianificazione patrimoniale e non ha molto a che fare con le speculazioni di breve termine. Secondo Sidoti, che parla da una prospettiva svincolata da accordi distributivi, un punto debole della consulenza bancaria e che non per tutti gli obiettivi gli strumenti offerti sono i più adeguati: “esistono polizze assicurative, fondi pensione, investimenti alternativi eccetera che la tua banca potrebbe non venderti perché non in suo possesso”.
Nella pratica, come può cambiare la mia strategia di investimento una volta abbandonata una logica più dispersiva, e adottato un approccio ancorato a uno o più obiettivi finanziari? “Tutto parte da una corretta pianificazione, che prevede l’analisi dell’attuale situazione Patrimoniale, separando le attività (come i beni posseduti) dalle passività (come eventuali mutui, prestiti o cartelle esattoriali). Si prosegue poi con l’analisi della situazione economica, evidenziando tutte le entrate (stipendio, royalties, affitti…) e le uscite (spesa quotidiana, rata del mutuo, affitto, assicurazioni…)”, ha dichiarato Sidoti.
“Con questi dati in mano, il consulente guida il risparmiatore nell’individuazione di uno o più obiettivi e solo dopo propone la strategia per raggiungere gli scopi prefissati”, ha proseguito il consulente, concludendo con un esempio pratico. Nelle mie analisi, ad esempio, utilizzo anche un file Excel per calcolare l’effettiva rendita di un immobile in affitto. Se davanti a me ho un risparmiatore che mira al prepensionamento entro 10 anni, la soluzione migliore è spesso quella di vendere l’immobile e allocare la liquidità in prodotti passivi che offrono nel lungo termine un rendimento generalmente doppio rispetto alla rendita da affitto. La strategia di investimento, insomma, è solo la diretta conseguenza di una corretta pianificazione patrimoniale”.